Quando portano i voti a casa: cose da non dire

Come rispondere ad un figlio che torna dall’ambiente scolastico con un giudizio in mano – positivo e negativo- ?
Non scordarti che lui o lei ha già delle “reazioni personali” rispetto all’avvenimento dal momento che ha ricevuto l’informazione dalla maestra o dalla prof.
Andiamo al di là della pagella, al di là del voto scolastico, e domandiamoci:
qual è l’atteggiamento migliore che puoi tenere rispetto ad un successo o ad un insuccesso ?

Cosa non dire MAI?

A) VEDI…TE L’AVEVO DETTO… la MAESTRA/PROF ha FATTO BENE …DOVEVI DARMI RETTA
B) NON TI SI può lasciare da solo…. guarda che risultato. Da domani si cambia ritmo.
C) SEI UNICO, ECCO DA TE A QUESTO PUNTO NON MI ASPETTO DI MENO
Presupposto:
il posizionamento all’interno della scuola, un elogio dalla scuola dell’Infanzia ovviamente è differente da un buon voto portato dalle superiori e dalle medie.

—> Concentrati su che cosa TU hai osservato compiere da tuo figlio a casa.

1) Se un figlio o una figlia porta avanti nei pomeriggi in maniera organica e abbastanza organizzata i suoi compiti, e riesce di conseguenza ad ottenere dei successi abbastanza commisurati al proprio impegno, va elogiato per tutto questo sistema che lui è riuscito a mettere in campo.
2) Qualora invece lui abbia messo in campo quanto appena riportato, ma con risultati non corrispondenti, è necessario prima di tutto accogliere la sua frustrazione e, ugualmente importante, aiutarlo a mantenere la sua frustrazione posizionata su se stesso/ se stessa.
Accade in automatico di spostare l’attenzione verso l’esterno e la diretta conseguenza è di non riuscire a trovare una soluzione perché il problema è stato destinato a qualcun altro.
Il ruolo del genitore è da una parte quello di accogliere i dispiaceri e le arrabbiatura del figlio/a, dall’altra c’è un lavoro educativo sul mantenerlo posizionato sul perché è accaduta questa cosa. La riflessione deve avvenire senza minacce, recriminazioni, senza dirgli “te l’avevo detto che non ti sei impegnato/a abbastanza”.
Mentre lo aiutiamo a mantenersi posizionato/a, lo dobbiamo già spostare in avanti – che cosa puoi fare la prossima volta per ottenere un miglior risultato? – vi ricordo che stiamo parlando di quei bambini che in qualche modo si sono comunque dati da fare.
3)  Se un bambino/a o ragazza/o invece hanno bighellonato, ma hanno comunque portato a casa un buon voto, non si può sottolineare che hanno avuto una botta di fortuna. Sottolineare che hanno avuto una botta di fortuna -in alcuni casi- potrebbe essere una evidenziazione di un processo fortuito al quale il bambino il ragazzo si appellerà nuovamente in futuro.
E siccome a volte gli insegnanti non si rendono conto che quel bambino ha avuto fortuna oppure è stato astuto a copiare, noi dobbiamo fare in modo che questa cosa perda un po’ di fascino: “Si okay, hai preso un buon voto ma noi sappiamo che ha bighellonato, stavolta sei andata/o proprio bene” e ….lasciamo correre: lasciamo che si desensibilizzi all’avvenimento.
4) Se un bambino/a o ragazza/o invece ha bighellonato e il risultato non è stato soddisfacente, stiamo allerta affinché non posizioni fuori da sé la causa del fallimento: dobbiamo aiutare a mettere a fuoco. Il bighellonare non ha portato il risultato, perchè? Perché ha sottratto tempo all’apprendimento: siccome apprendere è uno spazio di lavoro che necessita di un tempo adeguato, hanno bisogno di dedicarselo.
Se un figlio ancora non riesce a gestirsi ancora perché magari è un pò fragile sull’organizzazione ( alla primaria o alle medie) puoi pensare di tendere una mano sulla parte di pianificazione del lavoro, ma sempre con cautela. Questo perché un brutto voto o un insieme di brutti voti in un momento di soglia, di cambiamento, dove  i vostri figli stanno facendo delle prove, magari di altro tipo, potrebbero essere temporanei.
DEVI DARE fiducia a tuo figlio.
Se volete fare dei cambi di rotta del tipo che fino a un mese fa lo/la aiutavi in tutto te in tutto e adesso invece volete che facciano da loro, cioè di volete spingere all’autonomia, ricordatevi sempre di avvertire i loro insegnanti. Questo salto potrebbe portare un calo nella qualità dello studio e l’insegnante potrebbe pensare che per qualche motivo il bambino non stia bene, per poi chiamarvi allarmato o riempirlo di note.

Infine ti dico che “un sostanziale cambiamento sul metodo e sulla vostra relazione” richiede la specialista Pedagogista.

Non a caso negli anni mi sono formata in processi di apprendimento: dare opportunità e permettere a un bambino/ragazzo di sentirsi abile nell’apprendere necessita di un lavoro più fondo del fare “la vice maestra o la vice prof”, piuttosto che ragazzi/e che alla fine gli fanno i compiti (come accade spesso da quello che mi racconti nelle consulenze).
Se bastasse fare i “finti maestri” potresti davvero andare ovunque.
Il mio lavoro è differente, io cerco davvero di capire fino in fondo i meccanismi dei tuoi figli e di te genitore, quelli che sono stati inefficaci fino ad oggi e scoprire quelli che hai accantonato.
Poi lavoro sulla motivazione, sull’interesse e sulla libertà di studio …e così si va a ricostruire il vostro legame compromesso dalle discussioni.
Solo quando sarà pronto o pronta lavorerà sui compiti con il mio staff preparato da me.
Contattami se pensi di aver bisogno di una mano!
Vania
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