Le schede soppiantano i testi e i riassunti: un metodo di studio che non nascerà mai

Alla primaria spesso accade che i bambini abbiano dei quaderni pieni di schede incollate e la domanda del genitore in consulenza ancora più spesso è : ma perché se noi compriamo i libri di testo se si finisce per passare un anno a fotocopiare e incollare?

La questione dei libri di testo è annosa ed è strettamente connessa al futuro metodo di studio.

Iniziata molti anni fa quando si sono abbandonati i vecchi sussidiari per andare incontro alle nuove scoperte scientifiche in materia di neuroscienze e di neuro pedagogia e creare un nuovo modo di “scrivere per la didattica”.

Un cambio profondo nella realizzazione dei materiali di studio

Se da una parte siamo andati a cercare di rispondere a tutti i bisogni speciali che emergevano dei quali si riusciva a dare nuove spiegazioni (disturbi dell’apprendimento, disturbi dell’attenzione), dall’altra siamo andati a impoverire oltre che a privare i testi dei nutrienti e di sollecitazioni utili al pensiero rielaborativo.

Perché a scuola si va per imparare a pensare anche in modo critico e non per immagazzinare dati.

Voglio però darti una risposta che ti sia utile a vedere la questione con meno astio e in fondo avrai anche dei suggerimenti per trasformare una situazione “passiva” in attiva.

Chiariamo i le grandi domande:

  • uno perché le schede 
  • due perché tante parti dei libri non vengono utilizzate 
  • tre come è possibile che mio figlio ancora non sappia sottolineare o capire che cosa è importante e cosa no

Le maestre si trovano spesso a sentirsi di dover di integrare con materiali differenti soprattutto la parte degli esercizi. Questo perché la estrema esemplificazione dei libri a portato gli stessi a un impoverimento della parte esperienziale.

Altre decidono per le schede perché in qualche modo il libro non è corrispondente alle proprie tipologia didattica e quindi vanno a modificarlo attraverso tali aggiunte.

Certo dal punto di vista pedagogico avere quaderni pieni di schede piuttosto che di esercizi e allenamenti fatti di proprio pugno potrebbe sembrare davvero fuori luogo… ma non lo è del tutto.

Quello che però mi rende più perplessa e l’uniformità dell’insegnamento:

se da un lato un bambino con un disturbo dell’apprendimento, con una disabilità o altre fragilità necessita di alleggerimenti molto spesso sul fronte della scrittura… non può essere che 25 bambini si trovino tutti nella stessa posizione di apprendimento…..

…Allora molto meglio abbandonare del tutto i libri di testo e usare soltanto materiali editati da* docenti che potrebbero anche “sistematizzarli e farli diventare un patrimonio degli istituti scolastici”.

Non c’è niente di male “a fare misure differenti quando abbiamo di fronte persone differenti” pur mantenendosi allineati all’UNICO obiettivo che è quello di far crescere i bambini.

Un altro aspetto che mi rende perplessa è come sia possibile che così tanti esercizi che comprendono questi libri siano da scartare? Questo anche nell’ottica del rispetto del genitore che comunque li ha acquistati e non sarà certo felice di vederli non fruiti dai figli.

Non ultima è la questione del Bello:

avere dei quaderni pieni di fogli appiccicati e poi riempiti non ho niente a che fare con la cura del bello, l’attenzione al senso estetico e l’allenamento visuo spaziale e grafo motorio.

Ricordo quando lavoravo nella scuola e preparavo i materiali nei singoli quaderni. Prenderli via via e aiutarli “costruendogli” quello che poi molte volte è contenuto nelle schede utilizzando delle strategie grafiche visive e direi ricche di colori e di “amore professionale”.

Il non utilizzo dei libri -ripeto non in tutte le classi- e la loro qualità davvero scarsa ha abbassato di molto il livello di apprendimento del metodo di studio (e non dei contenuti). Uno perché anche in IV o in V le maestre dicono cosa sottolineare o dettano riassunti o appiccicano schede degli argomenti dimenticando lo strumento rielaborativo per eccellenza: il riassunto.

Senza saper riassumere non si riuscirà mai a pianificare un esposizione orale.

Il riassunto implica che tuo figlio sappia cosa trattenere dei dati che ha e cosa gettare. 

Imparare a riassumere apre poi le porte a fare schemi, mappe e co.

Si impara alla primaria a riassumere. Non si impara alle medie. 

Se poi lo scrive a mano, o al computer o lo detta a un memo/sintetizzatore non è importante ma deve imparare a fare un riassunto di quanto a letto a parole sue.

E per i libri poco usati?

Metti che tu sia fra le famiglie che hanno i figli con i libri poco usati e i quaderni molto appiccipicchiosi puoi decidere di far “manipolare i testi” con forbici e colla. 

>>>>WAOOOO!!! libertà di uso

Sì ti sto suggerendo di “tagliare e appiccicare” gli schemi nel quaderno o in un raccoglitore, le figure con le spiegazioni rendendole materia di apprendimento intorno alle quali tuo figlio potrà fare il suo piccolo riassunto. In questo modo vedrai che andrai a “prevenire” tante delle fatiche di medie e delle superiori.

Se tuo figlio o figlia ha bisogno di una mano, contattami senza problemi

CONTATTAMI QUI >>  https://bit.ly/Vania_Rigoni-contatti

Un pensiero riguardo “Le schede soppiantano i testi e i riassunti: un metodo di studio che non nascerà mai

Rispondi