Una difficoltà che pressa le famiglie è legata all’apprendimento della matematica nei primi 3/4 anni della primaria. I bambini che usano sempre meno il corpo si ritrovano impacci sempre più evidenti nell’apprendimento della logico-matematica.
Un riassunto delle situazioni più comuni.
- C’è la fatica di qualcuno a memorizzare le tabelline.
- C’è la fatica di altri a incolonnare le operazioni.
- C’è la fatica di capire quali e in che sequenza applicare le operazioni giuste all’interno dei problemi a multi domanda
- C’è la fatica a scrivere i problemi, sempre più lunghi.
- C’è la fatica a calcolare somme e sottrazioni a mente.
Parto come sempre da un fatto concreto. Avere difficoltà in questi anni non è automaticamente il disturbo di apprendimento denominato discalculia. Per poter chiamare una difficoltà “disturbo” devono sussistere tutte le fatiche ad esso connesso e ci deve essere uno specialista neuropsichiatrico infantile a dichiararlo dopo una serie di test di sua competenza.
…..Né io né la maestra possiamo affermarlo, tantomeno google.
In merito alla Discalculia, il Dizionario dei Pedagogisti Clinici® (cui faccio parte da 10 anni) scrive:
Disturbo specifico dell’apprendimento che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri (L. 170/2010). È un termine nosografico-classificatorio attribuito a quanti non sono sufficienti negli adempimenti logico-matematici, un vocabolo che muta a seconda che venga utilizzato per dichiarare delle differenze esistenti fra disturbi della maturazione delle capacità matematiche (discalculia di sviluppo o varie), disturbi del livello globale (acalculia = “diminuzione di tutte le capacità matematiche”, paracalculia = “che si riscontra spesso nella malattia mentale”) o dei deficit per carenze ambientali e disarmonie della personalità (pseudo-discalculia, pseudo-acalculia, pseudo-oligalculia).
Come vedi, anche il dizionario usa la frase “muta a seconda…” per dire che non è un solo MODO di approcciare al pensiero matematico ma è una varietà di caratteristiche che potrebbero rallentare l’apprendimento didattico del pensiero logico matematico.
TRE SONO QUINDI GLI ASPETTI DA SVILUPPARE IN EQUILIBRIO: RECUPERARE I REQUISITI, ATTIVARE LA DISPONIBILITA’ A SUPERARE LE FATICHE, INDIVIDUARE STRATEGIE DI USCITA DALL’IMPASSE.
In presenza o in assenza di una discalculia la mia figura professionale -PEDAGOGISTA, quando è come me molto specializzata, è utile da attivare perché interviene sui 3 PUNTI che devono essere armonizzati insieme per rendere il soggetto consapevole e in equilibrio con le sue potenzialità:
- attivare/recuperare i requisiti e pre requisiti, lasciati indietro talvolta per motivazioni particolari (malattie come otiti, incidenti, situazioni complesse come la prima durante il Covid) o casuali (non piaceva a tuo figlio fare movimento, usare le dita per colorare)
- suggerimenti operativi, per aggirare gli ostacoli e arrivare alla comprensione/soluzione. Questo NON è fare le ripetizioni, o mettersi al fianco e rispiegare le cose fatte a scuola: è osservare ancora e fornire dei “trucchi di metodo” perché tuo figlio agisca.
- rinforzare la motivazione, la disponibilità ad apprendere e l’apertura verso l’errore (non un momento drammatico quanto di crescita)
Comprendo le mamme che vorrebbero vedere i figli subito sereni nei loro apprendimenti, comprendo anche il loro rispecchiarsi (in bene o in male) nelle storie scolastiche, il cercare di insegnare i trucchi che hanno funzionato per loro…
…ma tu resti una mamma e un babbo…
Leggevo la preoccupazione di mamma Lea con il bimbo che non ha capito il calcolo a mente, lei che si sentiva angosciata per il figlio: diventerà mai bravo? Sarà come me una super schiappa tutta la vita a contare a mano?
Può darsi anche di sì.
Quello che è prezioso è che ci sia comprensione dei meccanismi per cui si somma e si sottrae, si moltiplica e si divide. Quando applicarne una operazione o due, e quali. Poi ci sono anche le calcolatrici (in particolare le parlanti per alleggerire da certe fatiche i piccolini).
Come vedi la questione è ampia e risolvibile, non “curabile” come alcuni pensano. Le difficoltà possono passare, i disturbi possono essere compensati certo è che fanno parte della storia di tuo figlio.
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