Cosa accade in BOTTEGA? Diario di bordo della Pedagogista

Diario di bordo della Pedagogista

Qualcuno si chiede cosa accade in BOTTEGA di Vania, così ho deciso di raccontarti la mia sfida di riapertura.

BOTTEGA ESTATE è stato un progetto educativo ancor più degli anni precedenti. Nell’anno della pandemia e dell’auto-reclusione, dell’interruzione delle relazioni sociali in presenza dare vita al PROGETTO ha significato dare l’opportunità a 12 famiglie di scegliere per i propri figli un percorsi di riavvicinamento alla normalità.

La normalità non significa che il Covid-19 è una fake, che la sicurezza è inutile, che la mascherina è un business.

La normalità è la sfida educativa che porto avanti da sempre: normalità come metafora di vita. Stare bene nei propri panni e con le risorse a disposizione.

Quest’anno ha significato ANCHE reimmettere in un contenitore normato due piccoli gruppi di bambini e di genitori.

A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?
Ecco, occupatele. 

E così ho fatto. Mi sono occupata di progettare un agire educativo PER le FAMIGLIE, per quelle che sapevo ne avrebbero avuto il bisogno. Ho lavorato perché il costo fosse contenuto e la qualità fosse ALTISSIMA.

Ho preso 3 settimane di tempo in studio per “allenarmi” ed “educare lo staff” a quello che sarebbe accaduto. Passare le regole con serenità.

Certo l’ossessione per le firme, le temperature, lavarsi le mani, le mascherine, il bagno da sanitificare ci hanno un pò reso il tutto una gara a ostacoli che però abbiamo vinto nel momento in cui tutti non hanno più avuto il bisogno di essere “ri-chiamati”.

I gruppi hanno oscillato fra i 7 e i 12 anni, con fragilità anche importanti, e come voleva il mio maestro “intellettuale” Don Milani questo ha portato solo più in alto il volo dei partecipanti. Ognuno di loro ha contribuito a insegnare qualcosa e ha appreso altro dai propri compagni (anche qualcosa di trash!!).

In Lettere a una professoressa, Don Milani, spiega chiaramente il suo bisogno di costruire una scuola in grado di “avere a cuore” tutti gli alunni, a prescindere dalle loro capacità, e di portarli tutti, nessuno escluso, verso il successo formativo. 

Questo modello, non gli aspetti politici o ecclesiali, sono ispiratori da anni della mia pratica pedagogica con i bambini e le famiglie. 

Quella che sognava (e che sogno anche io) è l’apparire di una didattica che parta dalla realtà, dall’incontro con i problemi veri e sentiti dei ragazzi e dei bambini. 

È la voglia di realizzare il messaggio che parla di inclusione, di competenze, di didattica non frontale, di superamento del concetto di libro memorizzato che mi auspico venga colto grazie al momento di estremo bisogno di cambiamento attuale.

ORGANIZZAZIONE:

  • COMPITI
  • MERENDA
  • GIOCHI
  • LABORATORIO

Nel progetto BOTTEGA ESTATE c’erano i compiti, sopratutto l’ora dei compiti, uno spazio normato molto e simile all’ambiente scuola per ricordare che La Scuola c’è e non è un momento brutto della vita, è il loro LUOGO di ESPLORAZIONI.

Sono stati aiutati ad aiutarsi, a motivarsi e a capirsi nelle loro fatiche. Qualcuno è stato più in crisi di altri, qualcuno era destabilizzato nell’organizzazione dalla pandemia, qualcuno a caccia di un suo posto (infanzia o pre-adolescenza?), qualcuno ha potuto tirar fuori il bello e il dolce da se stesso…

Ci sono state le “merende” che hanno raccontato tanto dei bambini, chi micro, chi gigante, chi salata e chi dolce. La vera convivialità del mangiare insieme, del raccontarsi le barzellette, del giocare con le bolle di sapone, a freccette… 

Ci sono stati gli spazi ludici e i laboratori. Pur avendo un progetto deciso a priori, l’educatrice ed io abbiamo tarato le proposte in base alle necessità. L’attenzione alle arti, alle sperimentazioni e ai materiali (tipica del mio approccio pedagogico) è per aiutare a riscoprire tanto di quello che c’è dentro di noi da raccontare.

Per qualcuno una sfida creativa, altri hanno lottato contro il loro perfezionismo, qualcuno ha faticato nel non poter portare a casa i manufatti…in generale grandi e piccini hanno partecipato mettendoci del loro.

I giochi scelti per alimentare la capacità di attenzione, di controllo emotivo, di connessioni non hanno mai abbandonato il loro aspetto primario di divertimento. 

Alcune proposte costruite secondo le regole di irrilevanza, hanno mostrato ai partecipanti che l’esigenze di struttura non alterano il processo di realizzazione, di strategia e di processo.

La spiegazione educativa del tutto è favorire la crescita si spazi comuni e privati,
come tanti piccoli cosmi che si incontrano.
(cit. Vania Rigoni)

Sono stata sempre con loro, dentro il gruppo o vicina, lasciandoli entrare e uscire dalla mia stanza nelle crisi individuali, negli imprevisti logistici e anche solo per trovare un angolo di riposo dalla stanchezza. Ho lavorato due volte tanto, e i loro sorrisi mi hanno ripagata in tutto.

Ho controllato gli “straripamenti” e i “contagi” emotivi fra i bambini e ragazzi, affinché non innescassero un gioco alle dozzine pericoloso (citato come tale anche da Bateson e Mead) e così coadiuvato lo staff a costruire momenti sereni.

Quello che promuovo è un cambiamento e una consapevolezza delle proprie risorse per far nascere strategie sia con percorsi per i GENITORI, che con i FIGLI in singolo e in gruppo.

Contattami, vedrai che una via la troviamo!

Vania Rigoni

Contattami ora!

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