La scelta della 2 lingua straniera, suggerimenti per non schiacciare tuo figlio sotto un TIR

La scelta della 2 lingua straniera

Alla scuola primaria e successivamente alle medie tuo figlio avrà a che fare rispettivamente con una e poi due lingue diverse, in alcuni casi poco conosciute, ascoltate e parlate. Alla primaria si comincia lo studio dell’inglese, mentre alla scuola superiore di primo grado si consolidano e si ampliano le conoscenze di questa “prima lingua straniera” e se ne introduce una seconda fin dal primo anno. Scegliere la seconda lingua straniera è un momento importante per un bambino di quinta primaria che si affaccia alle medie perché determinerà l’oggetto di studio dei successivi tre anni.

Dato che la lingua inglese si studia fin dalla primaria e che, più di altre, è entrata a far parte tanto delle abilità più richieste, tanto del parlato italiano con la conseguenza che alcuni vocaboli sono familiari (play station, show, fashion, flop, selfie…), questa pare essere accettata come qualcosa di utile da fare: è obbligatoria e non si mette in dubbio. 

Lo studio della seconda lingua straniera, d’altro canto, si prospetta più nuovo e inedito per un bambino: in molti casi non ha mai sentito nessuno parlare per più di qualche minuto in una lingua straniera che non sia l’inglese e non conosce neanche un po’ lo Stato in cui questa lingua è parlata.

LA SCELTA

Se la scelta della seconda lingua straniera è possibile (ovvero se una scuola propone più lingue ed è possibile operare una preferenza come famiglia iscrivente), sarebbe opportuno domandare al proprio figlio dove ricada il suo favore, aiutandolo ad individuare la sua preferenza e, in molti casi, tappandosi la bocca in un primo momento.

Se un genitore accenna velocemente alla possibilità di scelta e, allo stesso tempo, sostiene che:

  • Il francese non lo parla più nessuno/ è inutile, ma ti posso aiutare quindi non solo avrò bisogno di aiuto, ma è anche una cosa che non serve?
  • lo spagnolo è facile e, diciamocelo, si può un po’ inventare quindi tanto vale che non lo studio v-e-r-a-m-e-n-t-e, tanto invento.
  • il tedesco non ne parliamo neanche: figlio mio, uno come te è meglio se non ci pensa neanche, è simile al latino… e che ha di brutto questo latino? Perché non sono capace di impararlo?

E’ il caso di fare un lungo respiro e pensarci un secondo. 

Ricordiamo una cosa: la scelta consapevole di una lingua straniera è un’occasione di crescita per un bambino a prescindere che vi siano delle difficoltà pregresse certificate.

Ogni lingua ha i suoi pro e i suoi contro, lo studio dei successivi tre anni verrà svolto da lui/lei e molto dipenderà da come si approccerà allo studio, oltre che dai suoi docenti. 

Come aiutare il proprio figlio nella scelta della lingua straniera in ingresso alle medie?

Ecco alcune idee.

  • Dicendogli che c’è questa possibilità e che è molto bello poter scegliere.
  • Ascoltando da Youtube una breve storia animata o una canzone in entrambe le lingue, così che possa approcciarsi al suono.
  • Scoprendo insieme qualche curiosità del Paese dove si parla quella o quell’altra lingua.
  • Raccontando un viaggio o un’esperienza in quel Paese, propria o di nonni, zii, amici. (Si andrà a studiare non solo la grammatica, ma anche cultura ed eventi di un altro Stato).
  • Cercando di evitare un’influenza diretta in negativo per una o l’altra possibilità. 

RICORDA :

Questo non significa omettere cosa alla mamma o al babbo sia piaciuto nel loro percorso di studi, o cosa ricordino meglio, ma cercare di tenere bene a mente che la formazione del proprio figlio non è una copia della propria, ma un percorso a sé, seppur sostenuto e alimentato da ciò che i genitori hanno a loro volta imparato nel loro percorso di vita. 

Se poi una figura educativa è in grado di sostenere un bambino nell’apprendimento di una determinata lingua è un bene farglielo sapere, così che sappia per esempio che se sceglierà il francese, potrà confrontarsi saltuariamente con un genitore che ne capisce qualcosa.

Se però un bambino si mostrerà interessato e sicuro di voler studiare lo spagnolo, sarebbe bene sostenere questa sua decisione: è lui/lei che andrà a scuola e sarà costretto ad ascoltare lezioni in lingua, che almeno gli ispirino… 

E SE NON VI E’ ALCUNA POSSIBILITA’ DI SCELTA?

Se per varie ragioni la seconda lingua straniera è già definita, non perdiamo l’occasione di focalizzare l’attenzione del nostro bambino sulle possibilità interessanti che, a prescindere, offre questo nuovo percorso.

Per esempio, che una seconda lingua straniera è un patrimonio che porrà le basi alle medie, ma che rimarrà per tutta la vita e potrà continuare a sviluppare da grande; un domani gli/le permetterà di visitare un Paese conoscendo la lingua; che nel mondo non tutti hanno l’opportunità di studiare due lingue da bambini. 

EVITA ASSOLUTAMENTE DI :

  1. Preconcetti inutili: questo ti riuscirà, questo no, questo è utile, questo è inutile
  2. Di dare per scontato che avrà bisogno di aiuto
  3. Di raccontare esperienze negative legate allo studio di una lingua
  4. Di parlare di sbocchi lavorativi a 10 anni, è decisamente troppo presto. Facciamo che sia la curiosità a guidare l’apprendimento e che rimanga una traccia positiva. Per le lingue ci sono anche le scuole superiori… 

INFINE NON LO AMMAZZARE DI FATICHE….con ventimila ore di British, o corsi analoghi extrascolastici… RICORDA CHE STA PER ENTRARE IN PRIMA MEDIA

e ha moltissime altre “esperienze” nuove da tenere a bada e da superare, per molti è un approdo che scatena ansie e preoccupazioni:
qualcuno mi racconta in lacrime di questa paura e mi chiede di “intercedere” con i genitori, ha la paura di non riuscire a risultare vincente ovunque.

 

Se vuoi una mano, io ci sono!

Vania Rigoni

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