La bellezza della LUNA se non la riconosci può essere scambiata per tristezza.
Noti della velata tristezza in tuo/a figlio/a e non riesci a disinnescarla. Poi essa ti assale e ti spaventa, ti rende irritabile a volte e angosciata altre.
Ti rendi conto che vorresti fare di più, vorresti fare meglio…
Allora passi al paragone con gli altri:
…I loro figli sono tutti tranquilli, ordinati, allineati.
….Il tuo pare un boomerang tirato male, che ritorna colpendo le fragilità tue e sue.
Ahimè non sempre riesci ad arrivare alle maestre (educatrici) e quindi non sai a chi rivolgerti e inizia la fase del googolamento.
Google c’è. È immediato. Sembra avere tutte le soluzioni.
Ti svelo un segreto: soluzioni su google ci sono ai quesiti immediati, alla geografia, alla matematica e per molto altro. Sul web trovi indicazioni per iniziare a pensare la via da intraprendere…INIZIARE…ma non risolvere.
La tua storia è UNICA e va ascoltata dall’inizio alla fine.
Arrivare all’obbiettivo, vedere tuo figlio/figlia serena, necessita di sapere da dove si sta partendo (che situazione e risorse si hanno).
Ma tu ancora…non riesci a disinnescare la tristezza di tuo/a figlio/a .
Non solo, quella “cosa” lì ti assale e ti spaventa, ti fa scoppiare di ira e altre volte in pianti.
Ti rendi conto che vorresti fare di più, vorresti fare meglio…
Un URLO dentro TE che cerca aiuto. E mi chiami.
NON è possibile aiutarti a trovare soluzioni senza una consulenza personalizzata che si occupa proprio di focalizzare…
Le mamme e i babbi che arrivano a me si siedono, comodi (in BOTTEGA o nel loro salotto, cucina) e entrano in uno spazio di crescita a RACCONTARE LA STORIA DELLE LORO RISORSE e OSTACOLI:
La pedagogia clinica in aiuto alla persona prende le distanze dal metodo dell’inchiesta, dell’intervista guidata, dal prelievo di informazioni e dall’interrogatorio. Quello che accade da parte mia, la professionista, è un’esplorazione della storia del tuo bambino, con lui e con te mamma e babbo. Ripercorriamo insieme i tratti e i sentieri per mettere in evidenza aspetti significativi che hanno potuto particolarmente incidere sul suo processo di crescita.
Insieme andremo a sottolineare i modus vivendi, i modelli di socialità, di apprendimento e di adattamento.
(dizionario di Pedagogia Clinica)
Quello che nasce dalla fase osservativa è un processo di sviluppo che faciliterà la riflessione e l’addentrarsi con attenzione educativa nella storia di vita evitando di far entrare in gioco i meccanismi di difesa che bloccano lo sviluppo.
QUI INIZIA LO SCIOGLIMENTO DELLE PAURE.
Un percorso dove il mio agire si svolge attraverso osservazioni, esperienze, ripescaggi, riprove, rivisitazioni delle proprie debolezze e anche delle potenzialità e risorse di tutti voi: mamma, babbo e figlio/a.
UN DINAMISMO EDUCATIVO CHE INIZIA IN BOTTEGA DI VANIA RIGONI E PROCEDE IN FAMIGLIA e che ha bisogno di un periodo di “disinnesco” delle abitudini e dei meccanismi che affaticano tuo figlio e te.
In parallelo ti viene richiesto un impegno anche a te. E non quello economico, l’impegno a creare un CAMPO di sviluppo.
SVILUPPARE in FAMIGLIA cosa significa?
Lo sviluppo è permeato di adattamenti continui.
Questi accadono attraverso l’uso della cultura che una società ha, uso che comporta conseguenze complesse ad esso connesse.
L’uomo si adatta entro certi limiti, modificando l’ambiente e costruendo amplificatori e trasformatori degli organi di senso, dei muscoli e delle sue capacità di calcolo, immagazzinando dati dalla sua memoria.
Così il bambino e la sua immaturità sono influenzate dall’ambiente.
Il suo sviluppo e adattamento sono legati alle circostanze di apprendimento che gli permettono di conseguire dei saper e saper fare anche non iscritti nel proprio patrimonio genetico.
E QUI VIENI TU E….VENGO IO:
Il bambino e il ragazzo così devono essere aiutati a risolvere o adattarsi ai cambiamenti imprevedibili, che vivranno tanto più faticosi se cresciuti in contesti di vincoli severi.
Per questo i percorsi educativi hanno una direzione fatta di azioni e di esperienze destrutturate e creative, per permettere ai soggetti di sviluppare la forza, le proprie capacità e non addestrarsi a dei comportamenti.
Lavorare sui sintomi crea una soddisfazione immediata:
>>tanti scelgono questa modalità per lo stress che causa loro un comportamento faticoso
Lavorare sulle cause, sulla consapevolezza dei limiti, crea uno futuro soddisfacente:
>> ma ci vuole pazienza e fiducia e scienza.
Ora la domanda tipica è, quanto tempo ci vuole?
Un tempo uno studioso verificò che per cambiare un’abitudine occorressero 21 giorni di ripetizioni. La scienza dagli anni ’70 ha smentito fortemente tale studio spiegando che si necessità di almeno 66 giorni di continuo allenamento prima di sostituire un’ abilità negativa con una positiva (o viceversa).
Tenendo conto che il lavoro pedagogico è al massimo di due volte la settimana, comprendi come il tempo sia determinato dall’impegno che tu metti come genitore a casa per continuare il mio lavoro.
Adesso, se vuoi cambiare inizia da ora: fissa il tuo appuntamento ZERO