Il tuo bambino ha sviluppato col tempo una forma di encopresi, ovvero un disturbo funzionale del controllo sfinterico caratterizzato dalla incapacità di trattenere le feci.
Quindi o la trattiene o la lascia senza “apparente logica” benché avesse già stabilizzato lo spannolinamento.
L’encopresi è un problema piuttosto frequente tra i bambini dai 4 ai 13 anni. In Europa ne soffrono circa l’1,5 % dei bambini di 7 anni.
Esistono più tipi di encopresi, alcune sono transitorie altre più persistenti, alcune regrediscono dopo alcuni accorgimenti organizzativi e educativi. Di certo la PRIMA valutazione è di tipo MEDICO.
Il pediatra DEVE essere consultato senza imbarazzo (=questa parola la vedrete ricorrente, perchè intimamente connessa alla situazione di encopresi).
>>Osservato che NON c’è niente di meccanico. Si può procedere.
Il sintomo encopretico segnala una situazione di difficoltà emotiva del bambino, disagio che il bambino somatizza con un sintomo molto chiaro di tipo regressivo (se ci pensi farsi la “cacca addosso” richiama a chiunque la memoria di un’età precedente, del bambino piccolo, fase della vita a cui il bambino forse sente il bisogno di tornare perché lo fa sentire al sicuro).
Non è possibile ovviamente in un post divulgativo avanzare ipotesi sulle possibili cause di questo disagio, anche se mi viene naturale pensare vista l’esperienza che l’inizio del disturbo abbia più o meno coinciso con un evento che ha scatenato stress e aspettative ad esso legate:
devo dire che una delle mie prime famiglie come libera professionista era proprio con un bambino di 4 primaria che tratteneva le feci.
QUALI possono essere le motivazioni?
Un nuovo fratellino.
Un genitore che ha perso il lavoro.
Una ospedalizzazione.
Un nonno malato che assorbe energie.
Una separazione mal gestita.
L’ingresso alla scuola primaria o media.
Una variazione dell’assetto organizzativo familiare.
Un modo speciale di comunicare.
SUGGERIMENTO UNO:
cara mamma e caro babbo non chiedere a lui di spiegarti il suo disagio (forse non lo sa tradurre in parole), né di chiedergli il perché gli scappa (non è vero che mente, semplicemente non sa cosa gli accade in quel momento, per cui non la trattiene), né di rimproverarlo (è del tutto non intenzionale) o paragonarlo al fratello.
SUGGERIMENTO DUE:
non ti far vedere che segni sul calendario gli eventi cacca
SUGGERIMENTO TRE:
non diffonderlo con stress correlato a tutto il parentado
INSOMMA TUO FIGLIO NON è IL GINO DELLA CACCA, è Gino!
Tutto ciò che puoi fare è accoglierlo e provare a ragionarci su, riflettervi l’uno con l’altro genitori, pensare a cosa potrebbe provocargli disagio e ansia.
L’encopresi che lascia andare è frequente quanto quella di chi trattiene e poi “boooom” e macchia le mutandine.
Questa può essere legata fisiologicamente a una stipsi, una ragade, un’alimentazione scarsa di liquidi, un’immaturità nel “sentire” gli sfinteri.
“La defecazione e il suo controllo ha un significato e un senso ben preciso da un punto di vista psichico: è come se il bambino sperimentasse per la prima volta la dimensione del controllo di sé, del proprio fisico e delle proprie emozioni e esprimesse in questo modo sentimenti di disorientamento, apprensione, angoscia e ansia.”(cit. Guida psicologi)
Il bambino (essendo più maschile) ha bisogno di lavorare sulla sua autostima, recuperare spazio emotivo e serenità, fare un educazione alla sua sensorialità che non gli rimanda lo stimolo.
Per alcuni genitori diventa frustrante non andare a cena fuori o in campeggio, o semplicemente a fare una passeggiata per paura che il figlio emani cattivo odore e vederlo bagnato e con una chiazza marrone sul sedere.
Tutto questo però è un circolo che alimenta il sintomo che è il trattenere.
ALLORA CHE SI FA?
Il lavoro in una situazione è possibile, è anche fortemente pedagogico se preso in tempo e va scisso lungo due sentieri interconnessi:
1) da un lato i genitori dovrebbero focalizzare, anche seguiti da una psicoterapia o consulente, quale sono i loro inneschi
2) da un altro lato il figlio dovrebbe lavorare educativamente sul controllo, sulla propriocezione e sul suo senso di auto efficacia.
La Pedagogia Clinica® che ho approfondito e che utilizzo nei miei progetti individuali prevede proprio un lavoro basato su Metodi e Tecniche dialogico tattili atte a potenziare gli aspetti di autoefficacia, di consapevolezza del proprio corpo e delle proprie sensazioni.
In tempo di pandemia tante sono state le regressioni di questo tipo, ma c’era da aspettarselo. Quindi aiuta il tuo bambino a non avere paura, aiutalo a comunicare con te.
Senza fretta, con metodo si risolve.
Vania Rigoni
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
3332351003
Contattami qui al volo >>https://bit.ly/2xQbgKv
E vedrai che una soluzione la troviamo!
Poi aggiungo:
⬇️⬇️⬇️⬇️
Ti ricordi Paula Radcliffe, maratoneta, ha battuto ogni record alla maratona del 2005 a Londra, ma tutto il mondo l’ha vista mentre faceva la cacca in mondovisione e poi, come se nulla fosse, ha continuato a correre?
Lei è stata colpita dalla diarrea del corridore, un disturbo causato dalla troppa adrenalina o qualcosa che si è mangiato stimola il bisogno.
Lei era in vantaggio ed è riuscita perlomeno a raggiungere il bordo strada e farla.
E, per quanto riguarda gli italiani AstroSamantha e Nicola Parmitano sono diventati famosi per aver partecipato alle missioni spaziali, ma anche perché l’hanno fatta nelle loro tute, altrimenti in assenza di gravità, gli escrementi sarebbero in orbita e in bella mostra per tutta la durata della missione spaziale.