Lo studio della geografia alla scuola primaria e alle medie è particolarmente interessante perché offre validi strumenti ai piccoli studenti per decifrare aspetti molto vicini alla vita di tutti i giorni.
AHAHAHHA!! INTERESSANTE PER CHI?
Lo so che tuo figlio se stai leggendo è di quelli che la odiano: nomi da imparare….pagine e cartine da ricordare
Scoprendo insieme a tuo figlio la validità nella vita quotidiana degli argomenti conosciuti sui banchi, si potrà dare valore alla scuola e, contemporaneamente, si andranno ad ampliare competenze e curiosità per…continuare a guardare fuori dal finestrino!
Nell’articolo di oggi ti suggerisco alcune idee per “accompagnarlo” in un modo utile allo studio di questa materia, ma ricordati NON esiste la RICETTA, quindi le dovrai “adattare a tuo figlio”.
LA PRIMA è tenere vivo l’interesse “geografico”.
Partiamo dall’inizio, lo studio della geografia è composto di diverse esperienze:
la prima è la spiegazione dell’insegnante,
poi, nel corso degli anni, ai ragazzi vengono assegnati vari compiti per casa come l’esecuzione di cartine geografiche riportate su carta lucida, la realizzazione di schemi contenenti i dati più importanti di regioni e nazioni, la creazione di itinerari di viaggio con dati reali e molto altro.
È importante che tuo figlio acquisisca un metodo di studio adatto a questa disciplina e, a tal proposito, di seguito vi sono alcuni suggerimenti:
- È di fondamentale importanza avere a portata di mano una cartina geografica ogni qual volta si studi un argomento relativo a un territorio. I libri ne sono ampiamente provvisti, perciò potrebbe essere utile posizionare post-it strategici (nelle pagine relative alle mappe) che permettano di trovare le risorse velocemente; un’altra soluzione è quella di fotocopiare e plastificare le varie cartine geografiche.
- Durante lo studio di una regione/nazione i ragazzi dovrebbero essere invitati fin dalla prima lettura ad individuare sul territorio gli elementi principali, per esempio le catene montuose più importanti. Questo accompagnare fin da subito un nome inizialmente sconosciuto con un riferimento territoriale permette una reale comprensione del testo, di familiarizzare con la cartina ed è un grande aiuto per la memoria.
- Ripetere gli argomenti inizialmente dotando i bambini di cartina geografica da guardare per rendere solida l’associazione di nomi (di montagne, pianure, fiumi…) all’immagine.
- In caso di ricerche o approfondimenti ascoltare gli interessi dei bambini e ragazzi ed evitare di imporre i propri; agevolare la stesura di una scaletta di lavoro e la selezione delle fonti online. Non ritrovarsi il giorno prima della consegna a dover compiere per intero il lavoro, il tempo potrebbe non essere sufficiente.
DON’T FORGET!
Ciascun docente poi persegue gli obiettivi didattici secondo una propria modalità, perciò sarà utile fare riferimento ai DOCENTI per informazioni specifiche circa l’esecuzione di schemi assegnati, cartine riportate su carta lucida o altro.
LA DIFFICOLTA’ SPESSO è per i TEMI ASTRATTI… tuttavia…
Nonostante gli argomenti siano in gran parte astratti, soprattutto per un bambino della scuola primaria o dei primi anni delle medie (i territori, le distanze, i popoli…), c’è da dire che avviene una sorta di acquisizione di strumenti-altri per muoversi al di fuori della scuola: saper leggere una cartina geografica, dove si trovano i punti cardinali, che ci sono città grandi e piccole, che ci sono paesaggi diversi e così via.
Se alle spalle dello studente ci sono persone (genitori) che stimolano le conoscenze geografiche, il bambino/ragazzo avrà occasione di comprendere in misura ancora maggiore il mondo che lo circonda, sviluppando interesse in direzione di ciò che avviene al di fuori del suo sguardo quotidiano.
COGLIERE i SEGNALI
Per fare ciò si potrebbero argomentare gli accenni che talvolta inviano i ragazzi, come osservazioni o domande, oppure si potrebbero coinvolgere i giovani nella progettazione degli spostamenti familiari (non solo le ferie..)
ALCUNI ESEMPI
Le osservazioni e le domande che solitamente senti dai bambini riguardanti viaggi, distanze, popolazioni sono certamente alimentate anche dallo studio di questa disciplina: «per andare dalla nonna cambiamo regione vero?» «Dal finestrino del treno il paesaggio cambia velocissimo, che città era quella?».
Queste domande sono da cogliere al volo per fare in modo che il bambino riconosca nel reale i contenuti affrontati a scuola e per dargli l’opportunità di usare gli strumenti conosciuti e le competenze acquisite. Dovresti quindi accogliere con piacere gli argomenti sollevati, portando l’esperienza che è propria di ognuno, e così facendo, in relazione empatica non indosserai quei pesanti e noiosi panni di “insegnante”.
Se per andare dai nonni si attraversano Toscana e Lazio, potremmo raccontare di come cambino il dialetto, il cibo, il paesaggio da un luogo a un altro; dopo di che si potrebbero provare a ricordare gli altri confini regionali e informazioni simili.
QUANDO I DEVICE HANNO UN FINE UTILE
Se vi è la possibilità sarà certamente interessante per il bambino guardare una mappa tramite smartphone e notare come il puntino che segnala la posizione si muova su una cartina. Inoltre, se conosciamo i nomi dei monti, delle pianure, dei fiumi sarà un bel gioco individuarli all’andata e poi al ritorno. E chissà che tuo figlio non ti preceda nell’indovinare come si chiamano…
Nel momento in cui pensi ad una vacanza oppure quando progetti uno spostamento per lavoro, trova il tempo per descrivergli ciò che sta succedendo, per poi viverlo insieme nel caso dello svago o di raccontarlo in caso di viaggio di lavoro.
Come ti dico sempre sii un esempio di entusiasmo e di meraviglia per mantenere acceso l’interesse e lo stupore nella ricerca e nella esplorazione.
Vi sono numerosi momenti e occasioni quotidiane per coinvolgere il proprio bambino o ragazzo nello scoprire che ciò che studia a scuola in geografia è utile e interessante per muoversi nel mondo.
Questo è il modo con cui in Bottega lavoriamo sugli apprendimenti, una parte del lavoro è squisitamente pedagogico clinico® sulle risorse e potenzialità personali, l’altra è formativo sui meccanismi dell’apprendere.
Un lavoro di equipe con te e i tuoi figli, e i loro insegnanti.
Vania Rigoni
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E vedrai che una soluzione la troviamo!