Apro con una “bomba”:
LA DIDATTICA A DISTANZA a me pare una gran bella cosa, per 3 motivi:
- ha colmato un VUOTO totale visto che la scuola dalla sera alla mattina è sfumata come per una magia di Albus Silente
- Ha permesso a milioni di bambini e di ragazzi di rimanere connessi al loro progetto di crescita negli apprendimenti
- Ha fatto sì che milioni di insegnanti potessero continuare il loro lavoro
Cosa è mancato però?
Le proteste sono salite da ogni parte della società:
- insegnanti smoccolanti perché non avvezzi al sistema
- Insegnanti non pronti a violare la propria privacy
- Genitori in crisi per mezzi e per abilità scarse rispetto al digitale
- Genitori incavolati per le cacce al tesoro dei compiti
- Figli sconvolti nella sparizione dei loro maestri
- Figli rattristati dai mezzi faticosi a loro disposizioni
- Figli menomati dei loro amici
- Pedagogisti inquietati da certe modalità della didattica
E allora che si fa?
Smettiamo anche con la DIDATTICA A DISTANZA?
Certo che no.
Facciamo che la MIGLIORIAMO!
Come dico sempre non siamo alberi e ci possiamo muovere dal nostro punto di partenza.
Già adesso dopo 2 mesi si notano i cambiamenti.
Qualcuno FORZATO dall’alto, da dirigenti che hanno preteso un cambio di rotta verso la relazione con gli studenti…e chi se ne frega se non è arrivato dall’insegnante, si può sbagliare. Il risultato è importante.
E qual è il risultatoci devi interessarti?
Che tuo figlio abbia dei benefici.
Ragiona con me con una storia “particolare”:
Se Mina dopo essere stata a scuola per 4 anni, di punto in bianco non avesse più ricevuto sollecitazioni, compiti e spiegazioni (nè in video né in file) per il resto del suo anno scolastico oltre non vedere più i suoi insegnanti di 4 anni e i suoi compagni, il suo banco e il suo angolo preferito a scuola. Poi avesse perso il gruppo sportivo. E anche il gruppo del giardino.
Come pensi che Mina si sarebbe sentita?
Di merda.
Quindi la DIDATTICA A DISTANZA non è una ciofeca come qualcuno vuol farla passare.
Cos’è una ciofeca invece?
La divisione della società (per motivi economici e anche culturali).
Ti descrivo in 7 punti fondamentali,
la ciofeca che i ragazzi e i bambini stanno vivendo:
- non siamo moderni in Italia e il wifi con multi dispositivo non l’hanno tutti
- non tutti hanno una piccola stanza chiudibile dove rintanarsi e fare scuola
- fino ad ora la scuola aveva significato VOTI (non per me) e ora il M. Pubblica istruzione ha messo anche nei social che passeranno tutti
- si invitano a fare una tesina per l’esame e poi non potranno raccontarla in modo rituale ai loro insegnanti -lo faranno nella solita stanza di passaggio (per molti)
- chi ha una disabilità in media si attacca, meno male ci sono gli specialisti privati
- le certificazioni e i PDP sono spariti, a discrezione dei genitori che magari fanno altro (e pure complesso, ma altro) nella vita
- Possono stare 4 o più ore allo schermo per studiare ma non per giocare online con gli amici
E quindi?
Hai capito il motivo per cui negli oltre 450 articoli di questo BLOG ho sempre e SOLO puntato sugli aspetti EDUCATIVI,
MAI e poi mai sull’istruzione….
Istruire è un meccanismo.
Te lo spiego
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Io adulto ho una informazione. Decido di trasmettertela in un modo (video in diretta, video in differita, dispense scaricabili, chat, forum, leggiti il libro, schede). Tu hai solo due possibilità: farla entrare nella tua mente e memoria o no.
Se non ti entra alla prima, l’istruzione prevede la ripetizione attraverso l’esercizio.
Tu ripeti e ripeti. Ma questo è assorbire un meccanismo non apprendere.
Tanto è che se fai una domanda differente a tuo figlio non sa rispondere, si arena e gli prende pure l’ansia.
Questo è l’identico meccanismo che ti dico sempre anche per le ripetizioni.
Allora qualcuno in passato mi ha detto: ho preso un tutor a domicilio, bravissima, va sempre a parlare con i maestri o i prof, torno e i compiti sono tutti fatti.
Poi la tizia rimane incinta? Trova un lavoro non al nero? E sparisce e il povero GINO si trova a ciucciare il calzino.
Tutti allora si accorgono che la tizia l’aveva imbeccato tutti i giorni senza lavorare sugli apprendimenti. Aveva semplicemente costruito incontri di istruzione.
Oppure tu ti sostituisci, fai mappe, fai riassunti e glieli fai ripetere e ripetere e ripetere. Poi ancora ripetere, arriva a scuola la maestra/prof gli fa una domanda diversa e si ha la scena muta. La mortificazione totale. Il dramma. Torna a casa con la sofferenza e tu per la fatica vissuta per lui spesso gli chiedi: ma come è possibile?
E lui, Gino o Mina, si immaginano scemi e idioti, innescando il circuito della de-motivazione.
CHIARO..vedi come è facile cadere nella trappola dell’istruzione?
Quello che faccio io nel mio lavoro è esattamente il contrario.
Si basa sul meccanismo dell’apprendere, iniziato a studiare circa 25 anni fa e mai smesso.
Per questo lo sto continuando a fare anche online (e da un mese anche con i fuori Firenze).
Quello che serve ai bambini e ai ragazzi è essere compresi nelle loro leve personali, nelle risorse e nelle difficoltà. COMPRESO significa saperci stare INSIEME, in altre parole è costruire una relazione che avvii all’apprendimento.
Questo è un lavoro che non ha come obbiettivo i voti, i compiti e le performance. Ha come obiettivo l’autonomia e per qualcuno “la rapida uscita da scuola”.
Quindi è un lavoro su due binari, dare gli strumenti a te per avvicinarlo in modo diverso e fargli le richieste giuste, positive, concrete e realizzabili.
Lavorare con Mina, Gino e gli altri bambini e ragazzi mostrando loro che se di strumenti ne esistono tanti, solo con creatività educativa possono essere loro stessi gli ideatori di quello che fanno al caso loro.
ACCENDERE L’INTERESSE, è l’altro punto importante su cui io “pigio” da pedagogista clinico® esperta di apprendimenti nei percorsi per i tuoi figli, puoi sfruttarlo anche te.
Si sì .
L’interesse. La motivazione.
Tu mi chiedi di motivarlo. E io lo faccio. Come: alimentando lo stupore, la curiosità e l’interesse e posso farlo grazie alla professionalità e alla relazione empatica che costruisco con loro e con te.
Questo manca nella didattica a distanza, diversi insegnanti sentono di non riuscire a farcela attraverso uno schermo (ma non è la sede questa di insegnarglielo…potrebbero venire a fare un corso con me!) e altri proprio non la cercano.
RICORDA: Le emozioni e la loro regolazione svolgono un ruolo centrale nel funzionamento dei processi cognitivi,
per cui se vedi che è un gran casino aiutare tuo figlio, lo vedi ancora più impantanato di prima, i conflitti fra voi aumentano, non sei serena e neanche lui…
forse è il momento di affidarsi a un professionista che ti risolva il problema NON dei voti ma della crescita formativa.
Vania Rigoni