La noia degli adolescenti
Come sopravvivere alla noia degli adolescenti? A loro che si lamentano per casa tutto il pomeriggio, o girellano ciondolando da una parte all’altra.
Non posso mica passare le giornate solo con voi?
Uffa fatemi uscire…che sarà mai.. (la loro invulnerabilità)
Oppure alcuni si piantano davanti allo schermo a parete che gli hai posizionato in camera e vagano fra Netflix, YouTube e i videogiochi.
Il mio punto di vista rispetto alla NOIA è risaputo. Io adoro che ci sia nella vita dei ragazzi un pezzetto di noia al giorno fin da piccoli.
La noia non è il lamento del non saper che fare.
La noia è essere arrivati all’ultimo gradino del trampolino e scegliere cosa fare:
un tuffo con capriola,
la bomba,
torno indietro è troppo alto,
mi sono divertito a salire ora guardo un pò tutto dall’alto.
In pratica la NOIA la stimo perchè permette alla nostra mente di compiere delle azioni super produttive di cui non sei consapevole tu, figurati il tuo adolescente!
Quello che scrivo adesso glielo puoi passare, a parole o il link al blog, sono informazioni che gli attiveranno un ragionamento e chissà…
Devo spiegarti come funziona la nostra mente per parlarti della noia, seguimi!
Mentre la mente compie azioni automatiche o ripetitive aziona un viaggio mentale lungo vie e territori già visti e non ha bisogno di stare connessa razionalmente visto che quelle cose le sa fare.
Il cervello quando non deve compiere azioni che non richiedono la sua attenzione specifica, come:
al bagno,
sotto la doccia,
in coda alla fermata del bus,
sul divano mentre fai zapping guardando nel vuoto o aspettando una chiamata,
fa attivare un pannello di controllo standard che muove da un lato le abitudini e dall’altro ti fa compiere dei viaggi mentali.
In quel momento –che tu chiami NOIA– il tuo cervello ti permette di ripercorrere il passato (chi hai visto, cosa non ti ha detto, la sua faccia..), ti conduce ad una auto-lettura delle tue proprie azioni, te le fa valutare…e ti porta anche a pensare alle azioni che dovrai fare.
In quella fase, in quel modo controllo standard, capita anche che ti metta a interpretare chi ti sta intorno in un rimugino generale.
In altre parole quella fase -la NOIA- a qualsiasi età con intensità differenti è un momento, uno spazio di dimensione autoreferenziale ed esperenziale.
Cioè?
Quei minuti, mezzore passate così ti fanno connettere quello che succede (l’esperienza) con quello che sei ==>RIMUGINARE appunto.
Il tuo adolescente pertanto può darsi che ne sia spaventato del ritorno “emotivo” di questi suoi pensieri.
Sopratutto se c’è un lunga reclusione (per malattia, infortunio o come oggi Coronavirus19) può essere che il ribollire interno lo angosci e per questo diventi irritabile.
Ho scritto questo articolo perchè tu possa spiegarglielo.
Tornando a lui, è lì ciondola e rimugina, ad un certo punto arrivi tu e gli ricordi che non ha fatto il pieno allo scooter.
Il rimugino va a farsi friggere, si accende un’altro pannello di controllo del sistema Risolvi Obbiettivi e lui si aziona nel presente.
L’AZIONE È NEMICA DEL PENSIERO – diceva Aristotele, citato nel film La macchia umana per bocca di A. Hopkins.
E così ti dico anche io, le più grandi idee, la frase ad effetto in un elaborato, l’apprendimento più profondo e duraturo accadono nel mentre la sua mente è in equilibrio fra il rimuginare e l’agire, la noia e l’azione.
Quelle ore sui libri non sono efficaci se non ha trovato come armonizzare: azione e pensiero, razionalità ed intensità emotiva.
Per apprendere o per portare a fondo, quindi occorrono dei momenti di noia, di stacco, di silenzio da tutte le sollecitazioni che permettano alle “particelle di studio, di conversazioni e di emozioni” di calare dentro e così il cervello le categorizza e le colloca nel posto migliore per essere riutilizzate al bisogno.
Nella fretta fra una e l’altra azione, fra l’una e l’altra sollecitazione l’unica cosa che resta stabile è la qualità superficiale dell’apprendimento.
La NOIA come vedi è qualcosa di prezioso se sfruttato al meglio, se compresa.
Lo so il tuo adolescente è ancora lì sul divano, muso lungo, lagnoso che sembra ancorato a terra, pensa al passato, alle sue fatiche -troppe per i pochi anni che ha- e involontariamente le vede già pronte anche per il futuro. Se lo chiami ti risponde male o nulla.
I compiti li ha da fare, la vita scorre e anche se è a casa e non ci sono all’orizzonte avventure. Prova a spiegarli tutto questo che hai letto fino ad ora e quest’ultima chicca:
se ha un interrogazione, un compito, una verifica dagli del tempo per studiare i contenuti bene e poi “stacca“, permettigli di uscire e di fare qualcosa in movimento…>>PROCRASTINA
👉🏼Sì, ho detto procrastina (rimanda a dopo) MA solo se sai che ha chiaro COSA deve fare. Quello stacco permette al cervello di riorganizzare le informazione, mixarle con le precedenti, rompere gli schemi e al rientro tuo figlio avrà nuova energia per chiudere il cerchio.
Insegnagli che il miglior modo per avere un’idea geniale è un bilanciamento fra riflessione e azione, fra vuoto e pieno.
Azione non è farsi uno spinello con gli amici, né giocare alla psp ma aiutare la nonna, pulire la cantina, portar fuori il cane…o simili
Questo è il vero motivo per cui alleno fin da piccoli i bambini (e i loro genitori) alla noia.
Vania Rigoni
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