Come aiutare i figli a non sentirsi sul baratro scolastico

Il tempo comincia da quando sono FELICE scrivevo su Facebook qualche giorno fa attraverso questa immagine, invitandoti a uscire dalla tua zona confort e provare a essere differente per ottenere re-azioni che ti soddisfacessero di più come mamma e babbo di un figlio/figlia a volte faticoso.

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Nel frattempo sono morti dei ragazzi suicidi, altri scomparsi, donne uccise da uomini violenti.

Ho voglia di raccontarti una storia che potrebbe aiutarti ad aiutare non solo tuo figlio ma anche i suoi futuri figli

  • La società è in cambiamento.
  • La società dei nostri genitori e anche mia è piano piano sfumata.
  • Le culture non sono distinte da muri, li abbiamo abbattuti.
  • La scienza medica è precisa e chirurgica tanto da aver individuato e sconfitto migliaia di “malattie” e curandone ancora di più.

Tuttavia i dati delle depressioni infantili stanno crescendo, in tutto il mondo occidentale e in Italia.

ISTAT:

Si stima che il 7% della popolazione oltre i 14 anni (3,7 milioni di persone) ha sofferto di disturbi depressivi.

Nel 2015 si osservava che depressione + ansia cronica grave colpiva persone dai 15 ai 17 anni per una percentuale del 4,2%, dai 18 ai 34 si sale al 7%.

La depressione è connessa alla qualità della vita e alle maggiori credenziali formative: CIOE’ SE LA PERSONA SI SENTE DI AVERE OPPORTUNITA’ DEL SUO PERCORSO SCOLASTICO ha meno possibilità di sviluppare depressione e ansie croniche in fase adulta.

Per questo mi occupo di PREVENZIONE e per questo ho scritto il libro “Genitori e Scuola” e organizzato l’evento sul Diritto allo Studio o Diritto all’Istruzione.

Abbiamo in Italia 3 articoli che interconnessi hanno una potenzialità di ARGINARE LA DEPRESSIONE minorile e la DISPERSIONE SCOLASTICA:

La scuola è per tutti (art.34),
La libertà di insegnamento (art.33)
Tutti siamo uguali e con le stesse opportunità (art.3).

Se le figure educative funzionano i ragazzi, e prima di loro i bambini, verranno INONDATI di PASSIONE verso lo STUDIO, si sentiranno importanti perché guardati nel modo giusto (BASTA adultizzare i piccoli e infantilizzare i grandi, provoca scissioni) e impareranno dagli ADULTI a RELAZIONARSI e COMUNICARE.

Nell’anno scolastico 2016/2017 (ISTAT) fra i bambini con sostegno si legge che c’è una percentuale del 45% di disabilità intellettiva, poi un 23,9% di D (disturbo??) evolutivo globale dello sviluppo e un 17% di ADHD; fra questi si arriva quasi al 41% se in COM-PRESENZA di problemi gravi nell’area dell’apprendimento.

La scuola ha un impegno di cui farsi carico, ritornare alle origini del senso pedagogico, non può alzare le mani, essere burocrate né sanitarizzata e quindi:

  • Delegare a TERAPIE/ SPECIALISTI
  • Delegare alle FAMIGLIE
  • Sottrarsi dall’applicare gli art. 33 e 34

La scuola (e non solo i singoli insegnanti) ha la funzione educativa/didattica di generare cittadini che stiano BENE e che provino PIACERE nello STUDIO.

  • Non lo si può fare con i lavoretti, non lo si può fare con le fotocopie, non lo si può fare mantenendosi distanti e “arroccati sulla materia”. 
  • Non lo si può fare andando solo a caccia di diagnosi e certificazioni, non lo si può fare senza una CULTURA pedagogica profonda (e non limitata al dover fare crediti per obbligo lavorativo), non lo si può fare senza AUTO-INTERROGARSI.

Al genitore, in parallelo, racconto questo:

Se vuoi puoi GRIDARE di gioia per quello che ho scritto e scambiarlo come una accusa alla scuola…… e spavaldamente usarmi come minaccia

…..OPPURE chiederti…. ED IO? CHE FACCIO?
NULLA????

  1. IL GENITORE = REGOLE e VALORI
  2. IL MOTIVATORE = FIDUCIA e AMORE
  3. IL MODELLO di RELAZIONE e di COMUNICAZIONE = INCLUSIVO e ASCOLTATORE
  4. L’ALLEATO della SCUOLA

Vuoi prevenire il SUICIDIO, le DEPRESSIONI, la DIPENDENZA:
aiuta tuo tuo figlio a sentire la “scuola” come una seconda casa.

 

Io sono con te in tutto questo, sia che tu sia insegnante o genitore. Il mio scopo a 47 anni con 25 di professione  educativa è di PORTARE questo messaggio ovunque e di AIUTARE proprio TE e TUO FIGLIO ad evitare tutto questo dramma.

Inizia fin da piccolo a CHIEDERE COME POSSO FARE PER AIUTARLO a CRESCERE nella sicurezza e nella fiducia.

E chiama chi è competente per aiutarti.

I gesti, le parole, gli abbracci e le strette di mano fra genitore e scuola salveranno tuo figlio da molte tristi storie di fatiche. CREDIMI.

Questo NON significa che TUTTI i ragazzi possono essere aiutati in questo modo soltanto. Sono la prima a inviare continuamente giovani 15-16 e 17 enni dagli psicologi con cui lavoro in rete se mi accorgo di un “buco nero” che li porta sempre più giù.

Ogni ragazzo per me deve essere aiutato nel SUO modo e imprimo è la RELAZIONE.

SE VUOI SAPERE da dove è iniziata questa mia riflessione leggi il mio primo libro “Genitori e Scuola”.

A fine estate uscirà il secondo…

 

Vania Rigoni

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Analizzerò la tua situazione online per capire insieme a te se e come posso aiutarti.

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