Come leggere le pagelle e trasformarle in qualcosa di buono: primarie, medie e superiori

Tempo di pagelle = MOMENTI di FOLLIA e per fortuna non per tutti.

Situazione A

              Tuo figlio è in difficoltà con la scuola

Primo pensiero pedagogico da tener presente:

A) se va alla Primaria: E’ PICCOLO
B) se frequenta le Medie: STA IMPARANDO A GESTIRE PIU’ PIANI
C) se è iscritto alle Superiori: STA IMPARANDO A GESTIRE LA SUA ADULTITÀ che bussa alla porta

Alcune cose che ascolto e dalle quali è bene partire per riflettere insieme:

  1. è alla PRIMARIA >> Se in più ci metti la PRESSIONE tua che tornando da lavoro hai come fulcro del tuo interesse su di lui i COMPITI, quello che ottieni è…
  2. è alle MEDIE >> Se stando in casa sai sempre cosa sta facendo, e quindi sei lì pronto a imbeccarlo o imboccarlo, quello che ottieni è…
  3. è alle SUPERIORI>> Tuo figlio ha evidenti FATICHE che possono essere un disturbo nell’area degli apprendimenti, una difficoltà a gestire le emozioni che gli provoca disconnessioni, difficoltà linguistiche e storie dell’infanzia complesse e dolorose e tu ti incaponisci a volerlo far essere uguale agli altri con infinite proposte didattiche di sostegno, ottieni che…

Le risposte che ottieni “spesso”:

  1. Che ti mandi a VAFFAMBRODO e piano piano inizia a nascondere quello che fa o non fa. Comprende che tu sei più interessato al voto che a lui e cerca di compiacerti finché può (e poi scatta la ribellione)
  2. Che cresca con il CORPO (e parte delle sue autonomie) – vedo ragazzini di 10/11 anni che a braccia alzate attendono che il genitore gli levi il giubbotto o la cartella (OH! OH!) – e si BLOCCHI nell’area psico-emotiva perché c’è sempre un adulto che lo regola dall’esterno. E quindi si adagia in una “terra di mezzo” dove sperimenta l’insicurezza legata a se stesso che si traduce in forza solo se mamma o babbo lo “imboccano” [quando accade a 12/13 anni è fortemente incidente sulla crescita dell’adulto futuro]
  3. E’ vero che tu cerchi di dargli il meglio, ma non credi che tutta questa IPER SPINTA per lui si traduca in una IPER FATICA e in un senso di INCAPACITA’ per cui anche tu che sei il genitore non lo vedi giusto così com’è? Ad un certo punto occorre ARMONIA fra la SPINTA e l’apprezzamento di quello che è. Quindi orientarsi al possibile che lo farà sentire autonomo ed efficiente, e non INADEGUATO.

— PRIMARIA —

E’ vero che è piccolo… che ha bisogno di AMORE, di CALMA, di FIDUCIA e di GIOCO.

La Pedagogia che faccio io  (e vedo che mi si emula 🙂 ) ABORRA totalmente le agende piene dei bambini 6/11 anni.

Devono studiare, giocare e crescere. Uno sport, e meglio se con amici.

— MEDIE —

Qui l’obbiettivo è imparare a gestirsi: i tempi e gli spazi nel concreto, le emozioni e l’impegno scolastico nel mentale (responsabilità).

Per farlo deve poter seguire dei modelli, deve avere gli strumenti e la fiducia.

I dispositivi non possono sostituire il cartaceo in questa fase.

–SUPERIORI–

Un salto in profondità. Qui non basta più IMMAGAZZINARE, serve RIELABORARE.

Il genitore deve sottrarsi a quella che è la vita scolastica, rimanere a fare il tifo da bordo campo.

Se il ragazzo non riesce oggi, riuscirà domani. Tu hai il ruolo di ascoltarlo, di aiutarlo a progettare al meglio, di parlare con i docenti e compiere una mediazione fra lui che è testardo e loro che lo conoscono poco. Sii oggettivo. Forse tuo figlio è davvero fastidioso in classe e il suo voler attirare l’attenzione è ora che passi (l’infanzia è già passata).

L’approccio che adotto io dopo anni di esperienza, viaggia su 2 binari preferenziali: il lavoro con i genitori per aiutarli a focalizzare e il lavoro con i figli per restituire loro fiducia nelle proprie risorse e allenamento educativo.

…..

Dirò qualcosa anche per i bravi che rischiano di rimanere incastrati nel “ruolo” e viversi solo per la dimensione scolastica: il vero rischio é l’ansia di perfezione che li potrebbe trasformare in “faticosi” compagni di banco..invidiati e odiati per l’antipatia che scatenano.

… mi riprometto di approfondire nel post successivo, dammi un attimo di tempo!

 

Vania Rigoni

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Laurea magistrale in Scienze dell’Educazione – Esperto in processi formativi – Pedagogista Clinico ®- Mediatrice familiare-

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