EMERGENZA ALCOOL: STRATEGIE REPRESSIVE E PUNITIVE NON VALGONO CON GLI ADOLESCENTI
Ministero della Salute: dei 38mila intossicati dall’alcool arrivati al Pronto Soccorso, il 17% ha meno di 14 anni! Nella fascia d’età 15-17 sono in crescita i casi di “bring drinking”, l’assunzione in un’unica occasione e in un ristretto arco di tempo di quantità di alcol molto elevate: un’abbuffata alcolica finalizzata a ubriacarsi, a “sballare”.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni, anche se fino a circa 18/20 anni la capacità dell’organismo di metabolizzare l’alcool non è ancora totalmente efficace.
Anche piccole quantità di alcol che non vengono metabolizzate circolano nel sangue e causano intossicazioni, danneggiano il fegato e causano danni neuronali con possibile perdita di memoria e orientamento. Finiscono in ospedale più spesso le ragazze perché gli enzimi del fegato femminile hanno meno capacità di metabolizzare l’alcol.
In questi anni i giovani (e non solo loro) hanno adottato un modello di consumo “anglosassone” distanziandosi dal modello mediterraneo, in cui il vino veniva consumato durante i pasti. Il pediatra Paolo Sarti, scrive sui social, si è passati a un consumo realizzato prevalentemente fuori pasto: non è più il piacere della bevanda alcolica legata ai sapori del cibo, ma la ricerca dell’effetto secondario dell’assunzione alcolica, cioè essere più disinibiti, loquaci e maggiormente integrati nel gruppo dei pari.
Per gli adolescenti il condizionamento del gruppo è molto forte: ubriacarsi è per loro darsi forza per affrontare le dinamiche interne, interagiscono meglio, si sentono meno a disagio; riescono meglio a seguire quello che fa il gruppo. Vogliono “perdere il controllo”: ciò significa perdere razionalità, coordinamento; significa diventare impulsivi, inconsapevoli; perdere la percezione del rischio.
È vero che la TRASGRESSIONE fa parte dell’adolescenza, che la gran parte di noi 45/50 enni ne abbiamo collezionate di bravate…
Gli anni erano diversi e se li paragoniamo, SE TI PARAGONI a LUI o a LEI cadi in un tranello spaventoso e poco produttivo.
Come se Fonzie di Happy Days volesse fare il bullo oggi.
Sarebbe deriso e emarginato.
Lui con quel suo essere elegante e gentile con la mamma del suo amico senza malizia e senza volerla sedurre, solo perchè lei è una mamma e una signora.
Lui che protegge “sottiletta” da qualsiasi malintenzionato e da se stessa impedendole di commettere sciocchezze.
Lui che si sente “forte e ganzo” perché è un mago della meccanica, catalizza ragazze col solo sguardo senza mancar loro di rispetto e tiene alla sua famiglia “adottiva” prima di tutto.
Leggi qua (un dialogo possibile di oggi) riportato in un articolo di Paula Marin:
“Ieri sera mi sono scopato Lea.
-Ma dici sul serio?
-Siii.! Era fuori, cioè fuorissima!
Cadeva da tutte le parti e continuava a dire che voleva andare a casa. Allora io gli ho detto ” guarda, qua c’è casa mia”, e così è salita su.
-Cazzo che storia! Che culo! E…. scopa bene o…. Allora?
– Beh, era proprio fusa. Stamattina non si ricordava niente. Però oh.. me la sono scopata tre volte, gli sono anche venuto dentro. Cioè.. Ho fatto quello che mi andava eh eh…
-E stamattina? Te la sei scopata ancora?
– Ma va! Quella se è lucida mica ci scopa con me.
Ma che gran figa… Oh, appena s’è svegliata, quando ha visto dov’era, è scappata via, moriva dalla vergogna!
-E le tette? Come sono?
– Sta buono, che ho fatto le foto, era talmente andata che neanche se n’è accorta! Adesso te le mando…
-Manda! Manda! Che figata!
Parliamoci chiaro,
…chi ha insegnato alle generazioni precedenti che la gentilezza e l’educazione venivano prima di tutto?
…chi ha portato i ragazzi a credere che ci possa essere solo una risposta, il sì, di fronte a una loro richiesta?
..chi li ha convinti che per essere “leader” occorre essere maleducati, arroganti e irrispettosi degli anziani, delle donne, dei docenti e delle regole sociali?
I genitori e gli adulti che li circondano, prima.
I media, dopo. E sempre grazie all’adulto che accende la TV, guarda i reality (dove la regola di base è la mala-educazione e la violenza), regala gli accessi al web (comprando cellulari e iPad)…e li ABBANDONA Lì DA SOLI PER ACCORGERSI CHE A 13-14-15 ANNI loro figlio è ingestibile.
E lì si cerca di correre ai ripari.
Si spiega che l’alcool fa male scientificamente e anche le droghe.
Si portano a leggere giornali che riportano dati statistici sulle violenze e i malori in adolescenza, le morti sulle strade.
I BUOI sono scappati. E Giacomino chiude il cancello.
INUTILE.
E quindi?????
Questo è un BLOG che parla alle mamme e ai babbi, agli adulti che vogliono essere significativi per i bambini e i ragazzi.
I suggerimenti che ti propongo da pedagogista sono davvero potenti SE vuoi fare il salmone contro corrente e depositare “uova di educazione per gente tosta”.
Ti va?
FASE UNO. Devi iniziare piano piano negli anni della primaria prima, alle medie poi a consentire a tuo figlio di sperimentare piccole decisioni di autonomia (con conseguenze chiare in bene e in male).
FASE DUE. Da più grandino, alle medie, iniziare a fargli assumere certe responsabilità e compiti di realtà: aiutarti e fare lui piccole spese, nell’accudire una nonna/o, gestire il cane/gatto da solo, farsi da mangiare ogni tanto…ricevendo ogni volta complimenti adeguati senza osannarlo.
FASE TRE. Partecipare alla vita sociale, incontrando i suoi amici e i genitori e portandolo a vivere spazi sociali come parrocchie, scout, ambienti sportivi, associazioni culturali, biblioteche dove partecipare a gruppi ed eventi gruppali
FASE QUATTRO. Favorirne i viaggi da solo, scegliendo organizzazioni fidate, dove possa sperimentare 1-2-3 settimane estive di autogestione fra ragazzi di paesi diversi (dalla fine della seconda media) e poi, una volta più grande, anche esperienze alla pari (che non servono perché deve lavorare, solo offrono una misura di vita pratica e reale).
L’Italia è oggi come la Toscana era ieri per noi. Non scordarlo.
FASE CINQUE. Se poi si veste strano non ti preoccupare…lascialo provare, con piccoli tentativi, piano piano capirà il suo stile.
FASE SEI. La paghetta infine deve essere VERA. Non che si allarga e si stringe a seconda se è buono o cattivo. Deve essere misurata ai suoi “bisogni” e poi STOP.
Come ho scritto nella Community,
anche in studio a volte certuno vuol mettere alla prova anche me:
– si ritira fuori il classico evergreen della bestiemmia
– si sfida la Rigoni a vedere se ci scopre col telefonino in tasche improbabili per fare un giochino demenziale
– si finge di rollare un *** di proibito o una sigaretta (NON SI FUMA durante gli spazi compiti educativi per 2 ore si può resistere..)
– ci si fa prendere dalla ridarella maleducata
Quello che vedo sono ragazzi-ni che hanno energia dal dentro che vuole esplodere E NON SANNO COME FARE…
Non hanno capito, NESSUNO ha comunicato loro a lettere cubitali che così facendo stanno diventando RADIOATTIVI per i loro vicini, talvolta amici altre volte semplicemente compagni dello stesso spazio.
Allora attivo la carta del RISPETTO:
1) ricordo loro che siamo nello spazio educativo quindi poche regole ma non derogabili
2) ricordo loro che stanno togliendo opportunità a chi lo condivide con loro che ci sta invece investendo
Poi RICORDO loro che POSSONO essere ESEMPI positivi o negativi, che quindi scelgano che tipo di eroi vogliono diventare.
E se vogliono essere NEGATIVI, rimarranno SOLI a “ciucciare il calzino” perchè tu ed io lo sappiamo che la negatività rende soli, desolati e inappagati.
Per chiudere, il mio motto L’educazione è per gente tosta racchiude un pensiero profondo, in giorni dove la violenza alle donne e ai fragili è in aumento rendendo le persone sempre più abituate a leggerne, ti ricordo che la maggior parte delle violenze non sono commesse da un tipo col passamontagna che aspetta dietro l’angolo.
La maggioranza è attuata da da una persona conosciuta, e nel dialogo che ho scritto all’inizio del testo ci troviamo con tre protagonisti.
Un violentatore, una donna violentata e un complice.
E la cosa più strana di tutte è che di sicuro nessuno dei tre pensa che quello che è successo si chiama VIOLENZA, ma che sia un qualcosa accaduto ad una festa.
Penserano: Cose da “messi male”, cose di una notte da sballo.
E la cosa più normale è che le persone che leggono tali notizie pensano che la colpa sia di Lea, che non è stata in grado di prendersi cura di sé, di aver bevuto troppo…
Lea avrebbe dovuto avere più cura di sé.
Nessuno però può pensare che violentare, abusare, picchiare, schiaffeggiare, impaurire, sputare, deridere…siano azioni legittime solo perché l’altro è fragile.
CREDO CHE LE MIE PAROLE ti siano arrivate, sia che tu sia genitore di un figlio piccolo che di uno grande. Forse ti sei sei accorta che stai impostando male “il contenitore educativo” , forse ti senti genitore di quel ragazzino o di Lea, puoi venire in consulenza e ne parliamo capendo quale sia il miglior progetto educativo per voi.
Vania Rigoni
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