Nelle specie animali la paura svolge primariamente una funzione di allarme, di difesa e garantisce la sopravvivenza. Costituisce una preparazione psicologica ed intellettuale necessaria ad affrontare una situazione pericolosa: esorta alla prudenza e aiuta a valutare un rischio. Le paure però chiedono di essere superate con una propria strategia e questo porta fiducia in se stessi.
Paura di certi animali,
Paura del buio,
Paura dei tuffi o di altre azioni motorie,
Paura degli sconosciuti (paure sociali)
Paura dei temporali
Paura delle verifiche (paure da prestazione)
Paure trasmesse dai media
Reazioni di ansia e di paura sono condizioni emotive presenti sia nei bambini che negli adolescenti, come anche nelle mamme e nei babbi.
La paura come dico spesso in consulenza ci salva dal pericolo.
Se un bambino ha paura di saltare da un muretto, significa che valuterà la sua competenza e poi deciderà di buttarsi.
Alcune paure sono totalmente transitorie e fanno parte della crescita, come il buio e l’addormentarsi da soli.
Tuttavia se durante la crescita, la fantasia ed l’immaginazione possono modularsi a mantenere alcune delle paure infantili. Questo può avvenire a causa di una più complessa strutturazione del pensiero del bambino e quindi di una maggiore capacità di anticipare conseguenze future.
Il vero problema è qui:
le paure non superate che bloccano la fiducia e l’esplorare, poi il crescere.
Se il piccolino non ha il senso del futuro…il più grande o l’adolescente sì. E quindi la sua risposta alle paure diventa più razionale, pragmatica e meno smontabile da parte del genitore.
Certe paure quindi deviano ad ansie e talune a patologie ansiose. In generale senza arrivare a zone di sofferenza patologica si manifestano in questi modi:
– Problemi del comportamento sfinterico (enuresi notturna) o alimentare;
– Mancanza di curiosità;
– Passività ed eccesso di adattabilità;
– Impazienza ed irritabilità;
– Eccessivo attaccamento alle figure adulte.
Come pedagogista posso intervenire nella prevenzione poiché quando i giochi sono fatti occorre l’intervento degli psicologi.
Un bambino in ottica sistemica sviluppa tali re-azioni in conseguenza ad uno stile situazionale famigliare.
Si tratta di situazioni che per qualche motivo involontario propongono risposte inadeguate e così favoriscono l’apprendimento nel bambino di convinzioni e di valutazioni errate e disturbanti sul piano della serenità emotiva.
La terapia comportamentale razionale emotiva (REBT) individua tre principali stili educativi favorenti l ‘acquisizione delle più comuni paure infantili:
- Stile ipercritico. E caratterizzato da un’elevata frequenza di critiche rivolte al bambino sotto forma di rimproveri oppure manifestando biasimo nei suoi confronti, svalutandolo e mettendolo in ridicolo. Gli adulti che adottano questo stile educativo, difficilmente notano i comportamenti adeguati del bambino, mentre sono sempre pronti ad evidenziare i suoi errori. Ciò determina nel bambino paura di sbagliare, di essere disapprovato, bassa stima di sé.
- Stile perfezionistico. E uno stile educativo sostenuto dalla convinzione che il bambino deve riuscire bene in tutto ciò che fa e che il suo valore (e quello dei suoi genitori) e determinato dal successo che ottiene in varie attività. Nel bambino viene cosi modellato un atteggiamento perfezionistico, che lo porta a temere in modo eccessivo la disapprovazione e la critica qualora non riesca bene in ciò che fa. I bambini educati con questo stile, diventano molto ansiosi quando si cimentano in qualcosa di impegnativo (compiti in classe, esami, gare ecc.) e ritengono di valere qualcosa, solo se riescono bene ed ottengono l’approvazione altrui. Le manifestazioni più frequenti di paura sono, in questo caso, l’ansia scolastica e l’ansia sociale.
- Stile iperansioso-iperprotettivo. Si manifesta in genitori che si preoccupano eccessivamente dell’incolumità fisica del bambino e tendono a proteggere in continuazione il figlio da ogni minima frustrazione. (cit. Mario Di Pietro E.R.E.)
E allora che si fa?
Non tutti come ti dicevo prima DEVONO finire in ansie patologiche…puoi anche essere efficace PRIMA, iniziando a prendere consapevolezza dei tuoi schemi ripetuti.
La paura va rispettata e non ridicolizzata, accettata nel suo aspetto emotivo e non razionalizzata. Per questo vanno accolte come un aspetto della crescita e non usate come “arma” per far crescere.
Evita anche di rassicurarlo in maniera eccessiva, potreste convincerlo che c’è veramente qualcosa da temere. L’iperprotezione non favorisce la formazione del coraggio.
In consulenza difatti dopo aver raccolto la tua storia di genitore, la storia di tuo figlio o figlia, iniziamo a riflettere partendo dagli studi sullo sviluppo dei bambini e i punti Touchpoints individuati da Brazelton. Di lì con sapienti passi, senza affaticarti e restando sul pratico e concreto iniziamo a focalizzare una strategia giusta che affonda nella formazione di Pedagogia Clinica® e nelle altre formazioni scelte.
Vania Rigoni
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