Nella stanza delle consulenze raccolgo alcuni pensieri. Attraverso le varie fasi ed età dei bambini, esprimono tutte un potenziale di paura e di sgomento nei genitori che non sono consapevoli di quello che è pericoloso oppure rischioso per i loro figli.
Quando arrivo a chiedere di raccontarmi alcune autonomie dei figli, ciclicamente colgo nelle storie attimi di preoccupazione estrema in merito a certi temi.
-Lucia non può usare il coltello.
-Marco non può usare le forbici.
-Paolo non può muoversi in tram da solo.
-Anna non può andare a scuola con i compiti fatti male.
-Gianni non può cucinarsi la pasta da solo.
Cosa vuol dire pericolo e rischio?
Se hai fatto un corso sulla sicurezza del lavoro saprai che:
PERICOLO ≠ RISCHIO
PERICOLO ≡ FATTORE DI RISCHIO
Il pericolo P è una proprietà intrinseca (della situazione, oggetto, sostanza, ecc.) non legata a fattori esterni; è una situazione, oggetto, sostanza, etc. che per le sue proprietà o caratteristiche ha la capacità di causare un danno alle persone.
Il rischio R è un concetto probabilistico, è la probabilità che accada un certo evento capace di causare un danno alle persone. La nozione di rischio implica l’esistenza di una sorgente di pericolo e delle possibilità che essa si trasformi in un danno
Il danno D è la conseguenza negativa derivante dal verificarsi dell’evento, che ha sfumature diverse.
Secondo la norma UNI della sicurezza sul Lavoro come si calcola il Rischio?
R=PxD – pericolo per la magnitudo di danno provocato
Secondo questa analisi scientifica espressa bene dalla norma UNI per la sicurezza negli ambienti di lavoro puoi già intuire che qualcosa nelle situazioni iniziali non torna.
Quindi?
Come ti dico spesso all’interno delle consulenze un ottimo sistema di riferimento e porsi la domanda:
è mortale o no.
Questo per dirti che all’interno dei possibili danni quindi di possibili conseguenze derivanti da un mal uso o un mal controllo di un’azione o di uno strumento da parte di tuo figlio, quelle che sono le conseguenze devono essere osservate in una scala di gravità che non può oscillare fra 1000 sfumature altrimenti quello che rischi è bloccare un’azione esplorativa e sperimentale di un bambino e di un ragazzo inutilmente.
Quando ero piccola andava di moda raccontare la favola di Al Lupo! Al Lupo! di Esopo:
In un villaggio viveva un pastorello che, ogni giorno, portava le pecore a pascolare. Poiché si annoiava molto, decise di fare uno scherzo agli abitanti del villaggio.
“Al lupo! Al lupo!” cominciò a gridare. I contadini del villaggio accorsero con forconi e randelli, ma una volta nel prato non videro nessuno.
Il pastorello, rideva a crepapelle: “Era uno scherzo, e ci siete cascati tutti!”.
Il giorno dopo ripeté lo scherzo: i contadini arrivarono di corsa al prato ma si accorsero che si trattava di un altro scherzo del pastorello, che si era preso gioco di loro per la seconda volta.
Un giorno, all’improvviso, arrivò un intero branco di lupi. Il pastorello cominciò a gridare disperato: “Al lupo! Al lupo!”. I contadini, però, pensarono che si trattasse di uno scherzo e rimasero al loro posto. Così, i lupi fecero strage di pecore e agnelli senza che nessuno li disturbasse.
Capovolgendo la storia
…..il rischio di continuare a intervenire facendo credere ai bambini e ai ragazzi che c’è un pericolo imminente, importante, grave in quello che stanno per fare che poi però non si rivela tale produce due effetti collaterali:
- è la sensazione di non essere all’altezza di prendere piccole o grandi decisioni commisurate alla proprietà e quindi di non potersi far carico delle conseguenze
- è la prova che quel pericolo non è così rischioso e che il mio genitore è un rompiballe e quindi non lo crederò quando invece sarò di fronte a un qualcosa di decisamente importante.
Ricordi i miei esempi?
-Lucia non può usare il coltello.
-Marco non piò usare le forbici.
-Paolo non può muoversi in tram da solo.
-Anna non può andare a scuola con i compiti fatti male.
-Gianni non può cucinarsi la pasta da solo.
Sei sicuro e sei sicura che …
il coltello le forbici, muoversi da soli, andare a scuola senza compiti fatti, acquisire piccole autonomie in cucina siano fattori di rischio così importanti da non poter concedere a tuo figlio e a tua figlia un margine di autonomia maggiore di quello che gli stai offrendo?
Come dice il sociologo Vincenzo Moretti, come diciamo noi pedagogisti da millenni, la vera azione rischiosa che causa danno non la fa lo strumento lo fa il pensiero di chi compie quel gesto.
Quando mi trovo a trattare questo tema in formazioni genitori e educatori mi piace portare un esempio: se uso il coltello per spalmare la Nutella o lo uso per uccidere un uomo…alla fine è sempre un coltello.
Pertanto voglio parlarti di prevenzione.
In pedagogia la prevenzione è un’azione che prepara il setting di pensieri intorno allo sviluppo dei bambini in modo che siano minime le situazioni dove un genitore deve intervenire con un’alt, stop, NO brutali e perentori.
Se riprendi le situazioni che ti ho elencato come esempi ora puoi sentire e comprendere che:
puoi dare in mano a un bimbo del nido un coltello, ma non glielo puoi dare se non sei con lui, se non sei serena, se non gli offri da tagliare materiali morbidi che non necessitano di quel controllo del gesto e della forza che un bimbo così piccolo non riesce ad esercitare.
Idem per l’uso delle forbici, non gli darò una cesoia. Come nell’esempio di prima nessuno ha pensato a una mannaia…
Le forbici invece sono fondamentali per l’apprendere una serie di competenze di coordinazione e di manualità propedeutiche alla scuola primaria.
Dei compiti ti parlo sempre e quindi dovresti essere preparata e intuire che cosa sto per dirti: effetto boomerang del prendersi carico di compiti non fatti perché non si aveva voglia è altamente diverso dal prendersi il coraggio di vincere l’imbarazzo e andare dal proprio maestro o docente a chiedergli una nuova spiegazione.
Infine non dimentichiamoci che la vita è fatta di quotidianità quindi di spostamenti e di routine di base, un adolescente dovrebbe avere la possibilità di farsi un piatto di pasta e scoprire che senza sale fa schifo come anche prendere un autobus e realizzare di essere andato nella direzione opposta. Quello che potranno vivere con successo sarà la risoluzione del loro problema a te l’esserci come attivatore di problem solving e non come supereroe che lo leva dei guai.
E l’adulto cosa può fare ancora?
In ottica di prevenzione e senza obblighi di legge ho deciso di frequentare con la mia educatrice un corso di informazione di primo livello sulla disostruzione per adulti e per bambini abbinato a un’informativa/formativa sull’uso del BLS e del primo intervento.
Grazie a Humanitas di Scandicci che ha donato a me volontaria ma anche alla cittadinanza questo evento importante per evitare di credere a falsi miti e grandi leggende soprattutto utile per tutte quelle persone che non hanno mai avuto a che fare con le emergenze e che hanno bisogno di costruirsi una traccia di pensiero che in quel momento salverà le loro azioni e probabilmente la persona che stanno aiutando.
Ritornando a bomba.
Hai capito che differenza c’è fra essere iper apprensiva e preventiva?
Nel primo caso favorisce la crescita di un bambino o di un ragazzo insicuro fragile incerto talvolta arrogante per difesa, nel secondo caso c’è un lavorone immenso da fare prima… ma alla fine quello che vedrai è un fiore d’acciaio che sboccia nel deserto.
La consulenza pedagogica anche online, per come l’ho strutturata negli anni è lo strumento più efficace per aiutarti a costruire quel setting preventivo e non apprensivo.
Vania Rigoni
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