Con chi studia a casa e come? I compiti con chi li deve fare tuo figlio?
La prima parte dedicata a costruire una “fotografia della storia tua e di tuo figlio”, prima ancora di passare al pratico.
Nella seconda parte ti propongo delle riflessioni sempre più operative….come mio solito, ma non troverai MAI nei miei articoli e post social frasi come ” devi fare così se vuoi risolvere!”
Come cavolo può un professionista, se esperto, intervenire a risolvere via web con un FAI in questo modo!
Scrivo qua dal 2009 e lavoro da quasi 25 anni e mai e poi mai lo dirò. STOP.
Come se la mia amica Imma, dentista pediatrico, dicesse per telefono: signora a suo figlio gratti un pò la placca col bicarbonato che la carie gli passa!
😂
Uno schema delle storie che ho usato nella prima parte per aiutarti a rivederti in alcuni temi e situazioni:
Storia A – assenza di difficoltà
Storia B – presenza di bisogni educativi speciali
Storia C – presenza di disturbi dell’apprendimento e del comportamento
Storia D – sindromi, disabilità fisiche e cognitive
A casa i compiti chi li fa e come?
Storia A – Per il bambino senza particolari difficoltà i COMPITI diventano impegni didattici e normativi (regolativi ed educativi). Il fine è aiutarli ad allenarsi in quanto appreso in classe per auto-verificarsi.
Storia B – Una volta focalizzato dalle maestre, meglio se in collaborazione con la famiglia e con la pedagogista quando è presente (o chiedere che ci sia), il bisogno educativo speciale esse avranno creato un progetto da seguire.
In esso saranno presenti scadenze e verifiche con richieste di contenuto e di emotività adeguati al bambino. Della stessa linea saranno i compiti a casa: mai eccessivi per permettergli tempo e calma per continuare in quei percorsi extra che necessitano per “prendersi cura” della loro fragilità.
Storia C – Durante la riunione per definire il Piano Didattico Personalizzato qualora ci sia una presenza di un DSA o un disturbo DDAI saranno in numero minore e prevederanno dalla classe 3 l’ausilio di riassunti e di schemi (un pò presto per le mappe) che rendano il carico energetico meno gravoso.
Questi riassunti non li devono fare le mamme. Non dovrebbero le famiglie pagare “la ragazza” per farli.
Devono venire dalla scuola.
Le valutazioni devono essere tarate sugli obiettivi fissati insieme dall’equipe genitori e scuola, e non allineati alla classe per consentire la stessa sensazione di successo ad ogni studente.
Storia D – I compiti a casa è giusto che ci siano, nella misura dell’intensità e della complessità della situazione per garantire a quel bambino una equa qualità della vita.
Mi spiego meglio, ci devono essere perché è un bambino scolarizzato che deve percepirsi incluso in un progetto scolastico MA non deve essere stressato dai compiti perchè probabilmente deve anche partecipare a sedute di terapie varie.
Hai capito chi deve fare i compiti?
Tuo figlio.
Non te. Non la nonna. Non la ragazza. Non la “cippalippa”.
E se li sbaglia?
Prenderà un brutto voto.
E se non li ha capiti?
Le maestre sono pagate per rispiegarli mille volte tutto quello che non comprende. Possono farlo in mille modi diversi finché tutti arrivino alla loro comprensione.
E se non riesce a farsi i riassunti o gli schemi?
Lo fai presente alle maestre che lavoreranno su questo se è grande, o glieli forniranno se è piccolo.
E se….
…ecco da dove è nato lo SPAZIO COMPITI EDUCATIVO RIGONI a fare palestra di quanto serve a tuo figlio per progredire nelle autonomie.
Non tutti i bambini sono pronti a vivere la dimensione gruppo (per quanto siano in rapporto 1 a 4 massimo) per cui con alcuni devo procedere individualmente, o in versione mista. Tuttavia l’obiettivo è rompere il legame compiti e dipendenza per promuovere autoefficacia e soddisfazione.
L’educazione ti porta nello spazio!
Vania Rigoni