Punizioni? Cosa sono e come farle diventare “gesti educati”

I bambini sono terribili a volte. Piantatori di super grane e capricci, a volte.

Riescono a disubbidire a te genitore in modi che mai ti saresti potuta aspettare…

Mi dici che ci provi, gli e le parli tanto ma arrivi spesso al punto che l’unica azione è una punizione, e se son piccoli anche una sculacciata.

Diciamocelo, quando si arriva a mettere in campo le punizioni…siamo già oltre un pezzo dal collaborare allo sviluppo di un figlio [se sei genitore di adolescente vai avanti a leggere ti servirà per capire i meccanismi che non hai fatto funzionare anni fa].

Le punizioni che cosa sono?

Sono dei gesti che l’adulto compie verso un minore per insegnargli qualcosa, dici tu.

Le punizioni al 90%, ma anche al 99%, sono delle azioni comunicative di un adulto verso un minore, quando non riesce a farsi capire solo con il linguaggio positivo.

Quindi non è il minore che ha compiuto un’azione deplorevole, o comunque, ha fatto qualcosa di punibile, è l’adulto che non è riuscito con autorevolezza e fermezza a trovare altre soluzioni pratiche perché quel minore cambi il suo modo di reagire ad una certa situazione.

Cosa significa questo?

Il concetto alla base è che se punisci hai fallito da altre parti e prima.

Intanto il minore è tuo figlio, tuo nipote (e talvolta un tuo piccolo allievo) e non un minore qualsiasi.

Allora  la sculacciata, lo strattonamento oppure la minaccia, o peggio “la pacca nella testa”che va tanto di moda, a cosa servono?

Tre sono gli obiettivi che stai costruendo:

1. mortificare tuo figlio
2. a fargli capire che tu non sei più che cosa fare
3. serve a dire agli altri che tu non sei capace…

perché se tu fossi capace non avresti bisogno di tirare uno scappellotto a tuo figlio

La punizione non potrebbe prendere un altro nome, specialmente se si parla di un bambino? Lasciamo il concetto di punizione e rieducazione ad altri ambienti, tipo quelli legali (il magistrato punisce e sceglie delle pene di tipo rieducativo).

Ma tu sei una mamma, sei un papà, una zia o una nonna.

Una soluzione educativa potrebbe essere quella che ci illustra il libro “L’amico del piccolo tirannosauro” di F Seyvos A. Vaugelade.

Non so se la conosci, è una storia che io utilizzo molto spesso quando cerco di spiegare sia ai genitori  che ai bambini che si può essere tremendi, che si può avere quell’indole che si può essere ribelli e capricciosi, e avere anche la voglia di mangiare gli altri, come il t-rex nella storia, tuttavia se qualcuno ci ascolta, ci capisce, ci da lo stimolo giusto possiamo trovare delle strade alternative, che non è detto che cambino la nostra persona ma cambiano il modo di essere.

Una cosa che accade di sovente sono punizioni inferte per un gesto che  ha spiazzato, spaventato te adulto, perché ti aspettavi che tuo figlio avesse una reazione differente e non quella che ha mostrato.

Prova a farti queste domande:

Sei sicuro che è lui che ha spiazzato te o che sia tu ad aver spiazzato lui?

Sei sicuro che tu in quel momento non gli hai dato la giusta attenzione, non lo hai ascoltato, forse gli hai fatto anche una richiesta del cavolo che lui non ha capito?

Perché poi in consulenza mi dici “eh ma è così ribelle soltanto a casa, a scuola non lo è”, oppure “quand’è con i nonni sembra essere un angelo in paradiso, poi quando arriva a casa..” ma non ti sei chiesto che forse a scuola, con i nonni, gli stanno facendo le domande giuste?

Lo stanno trattando come tratta il topolino il nostro tirannosauro della storia che ti citavo prima? Insegnandoli a trovare un altro modo per gestire la propria fame.

Questo è solo un esempio ovviamente, è una storia, si è vero è una storia e tu sicuramente nei commenti mi dirai 800 cose del tipo “eh ma lei non sa dottoressa che mi è successo questo, mi è successo quest’altro”….

Però ti posso assicurare che sono venti anni che faccio questo lavoro e non l’ho sempre fatto tra queste belle pareti bianche del mio studio, l’ho fatto in luoghi dove la convivenza non era facile, come nella casa famiglia dell’Istituto dell’Innocenti (7 madri con almeno 7 figli provenienti da rischi e da fragilità di vario tipo) o nei servizi di educativa domiciliare con adolescenti ribelli e di bambini pestiferi … e ti posso assicurare che quando è scappata a qualche adulto la sculacciata non era perché ci stava, era perché non sapeva più cosa fare.

E allora, ritornando all’inizio del mio post di riflessione: la PUNIZIONE cambiamola in INSEGNAMENTO di TRASFORMAZIONE.

“Tu figlio mio stai compiendo un’azione disdicevole ed io ti insegno a fare in un altro modo, a trovare un’altra via per uscirne.”

Molto meglio.

E tu che hai un adolescente “pazzerello” devi proprio lavorare su questo, senza fare la mestrina o il guru, mostrandogli che non sei arrabbiato con lui perchè non agisce come sogni (lavora sulle tue aspettative disattese) quanto invece ti stai incaponendo nel volerlo ascoltare per trovare modi efficaci di prendertene cura.

Per questo ci sono io, la pedagogista clinica in aiuto ai genitori e se non fosse sufficiente ci sono i terapeuti  familiari, sopratutto per i genitori di adolescenti.

Per una consulenza, chiama pure in studio al 055472846 e  vedrai che una mano te la riesco a dare!

 

Vania Rigoni

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

3332351003 – 055472846

dr.vaniarigoni@gmail.com

Rispondi