Cosa devo fare? Scrive le lettere al contrario è preoccupante? (p.2 cosa fare e cosa osservare)

Scrive le lettere al contrario – PARTE SECONDA

Come ho spiegato nella prima parte di questo articolo che parla di bambini che scrivono al contrario o che fanno difficoltà ad incolonnare le operazioni, quando si parla di apprendimento e di dominanza visiva è importante ricordarsi che essa si determina in un processo lento che inizia intorno ai 3 anni e continua a definirsi fino agli 8 anni.

Quindi è un tempo molto lungo, si parte da una dominanza di tipo visivo che matura per poi intrecciarla con quella motoria e iniziare a prendere poi coscienza delle due parti corporee, del suo corpo che può lavorare in modo simmetrico o asimmetrico e quindi anche delle differenze. Guarda caso questo intorno all’inizio della scuola primaria.

In alcuni casi come ho già detto questo processo di maturazione può avere dei ritardi, subire delle fluttuazioni, portando alla definizione di dominanze crociate o non ben definite che ho chiamato dis-lateralità. 

Perché sono così importanti?

E perché io che sono una Pedagogista  me ne occupo?

Perché dopo aver lavorato 15 anni utilizzando gli studi scientifici di Pedagogia, ho voluto imparare un ulteriore Metodo che è quello della Pedagogia Clinica® del prof. Guido Pesci e della prof.ssa Anna Pesci che ha messo al centro di ogni progetto di lavoro educativo/didattico il bambino nella sua interezza, quindi non come soggetto di apprendimento curricolare ma come bambino che deve apprendere la vita.

UN SOGGETTO IN APPRENDIMENTO E’ UN SOGGETTO VITALE.

Il bambino è un insieme di mente, corpo ed emozioni.

Come Pedagogista Clinico®  lavoro partendo dallo schema corporeo del bambino (adolescente, adulto), lo aiuto a percepirsi nel suo corpo attraverso i Metodi e le Tecniche dialogico-tattili e così  riaccompagno il soggetto a riconnettersi con  il suo centro vitale, il suo punto egoico, in modo da poter gestire consapevolmente la direzionalità fra l’interno e l’esterno e viceversa.

‼️Ovvio che parlando di letto-scrittura è importante avere chiaro a chi lavora con quel bambino se ha problemi a relazionarsi con la sua parte destra o con quella sinistra e se riesce a coordinare l’occhio destro col sinistro e in che modo [senza sapere c’è solo improvvisazione].

👉🏻Per questo motivo molte famiglie che vengono da me sono state invitate a fare ulteriori visite specialistiche dalla collega Ortottico:
perché un conto è definire come posso fare io se c’è una dis-lateralità, è poi importante capire se ci sono ulteriori problemi di divergenza/convergenza o anche dei problemi di coordinazione motoria a livello oculare, specialità che non sono della Pedagogia.

A questo punto, cosa vuol dire che si può avere una dis-lateralità?
Che nostro figlio non potrà mai diventare un famoso arciere? O un cestista del basket internazionale?

Sulla carta NO.
Sicuramente si dovrà impegnare di più perché dovrà fare negli anni un lavoro su se stesso di allenamento, di concentrazione e di attenzione tale per cui dovrà riuscire a tarare quella discrepanza che gli comporta l’avere un occhio dominante incrociato con una mano o un piede dominante. Questo però non comporta che tuo figlio o tua figlia non possa cimentarsi in certe discipline con successo.

Quindi ritornando su quali sono i luoghi delle difficoltà che un genitore o un insegnante possono vedere:

1)Arrivare in fondo al rigo e riprendere da destra a sinistra con lo sguardo:

Essendo che la lettura, nel nostro sistema culturale, procede da sinistra a destra e va a capo da sinistra a destra, potete capire che se io ho un inversione della dominanza vi succederà una cosa di questo tipo (che io ho anche sperimentato più volte): arrivare in fondo al rigo e ricominciare al piano di sotto.

Queste cose che ti dico le conosco perché le ho anche sperimentate oltre che averle provate.

2)Secondo punto: la scrittura.

I cerchi vengono chiusi in senso antiorario per i destri e orario per i sinistri però, poiché per attaccarli bisogna procedere da sinistra a destra, possiamo dire che qualcuno si incasina.

3)La stessa cosa coi numeri e le numerazioni.

Molti bambini hanno difficoltà nelle numerazioni perché esse si muovono nel tempo e contemporaneamente nello spazio quindi c’è una difficoltà a incrociare questi due fattori. L’incolonnamento, il calcolo nelle operazioni, dove si deve scrivere da sinistra a destra ma poi si operano da destra a sinistra, somma, sottrazione, moltiplicazione, l’unica esclusa è ovviamente la divisione. Gestire il prestito o quello che si chiama il riporto perché di solito si sposta verso sinistra. Potremmo andare anche avanti, crescendo di scuola, le tabelline, le equazioni, le disequazioni, i riassunti, le coniugazioni…

Ora ti dico una cosa “nuova”:

però voglio fare una domanda che nasce anche dallo studio di alcuni testi relativi ai disturbi dell’apprendimento, di origine Pedagogica: come mai il soggetto con una dislessia ha sempre anche dei disturbi di incolonnamento, nel dettato motorio…? Perché le dislessie, la disgrafia, la discalculia, sono in pratica di fondo dei disturbi di tipo neuromotorio non di tipo neurolinguistico e quindi è come se fossero delle disprassie di tipo sequenziale. Cosa vorrà dire questa roba che vi ho detto in quest’ultimo passaggio? Vuol dire che non ha molto senso continuare a pigiare sulla parte cognitiva, sullo sviluppo del linguaggio, sui fattori intellettivi, quanto lavorare sulle funzioni esecutive, sull’applicazione, l’individuazione, la messa in campo di strategie di tipo neuromotorio che vadano ad allenare i vostri figli a procedere in quelle operazioni dove loro hanno delle serie difficoltà in modi che piano piano gli diventino sempre più automatici. 

Non a caso in molte delle diagnosi di disturbi dell’apprendimento trovate scritto “difficoltà negli automatismi”. Ecco la spiegazione della difficoltà negli automatismi, una parte della spiegazione quantomeno. E’ connessa al fatto che per compiere un dato automatismo io ci devo pensare, tuo figlio ci deve pensare. Esattamente come una mia cara amica che quando mi dà le indicazioni stradali mentre guido, ormai lo so, devo ribaltare quello che lei mi dice, se mi dice “vai a destra”, io vado a sinistra e sono certa di arrivare a meta. Ecco, si tratta di imparare dei trucchi. Quando ti accorgi che c’è qualcosa di anomalo, invece che strapparti i capelli e iniziare a stressarlo che sta scrivendo all’incontrario, invece di dirgli “impegnati di più a fare canestro!” Perché magari non lo becca mai oppure tira con l’arco (come è capitato a me) e non becca mai il bersaglio, invece di insistere perché lui si impegni (e vi assicuro che io mi impegnavo un sacco ma il bersaglio non l’ho mai preso finché non ho capito questa cosa) non lo mortifichiamo, non distruggiamo la sua autostima ma invece puntiamo sul trovare altre strategie. 

Se è molto piccolo sarò la prima a dirvi di andare da uno psicomotricista, se invece è un pò più grande, già entrato nell’area dell’apprendimento della scuola primaria, credo di essere la persona migliore in grado di aiutare te e tuo figlio.

Vania Rigoni

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dr.vaniarigoni@gmail.com

 

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