25 mesi, traballa invece di camminare, cosa guardare e come agire senza ansia

“Vania, che ne pensi?”

…Mi chiama una delle titolari di un nido che conosco perché preoccupata per una bimba.

Siamo pochi mesi dopo l’inserimento, lei, Sara, è piccolina (un grillino) pieno di riccioli biondi che contornano un visino minuto con 2 occhietti curiosi. 

“Un corpino gracile, mi dice al telefono, sembra stia in piedi per miracolo. E poi c’è un grande problema col cibo, non mangia nulla né a casa né al nido, e quando mangia (con le mani pur sapendo usare il cucchiaio) sceglie i pezzettini minuscoli.”

Più Marta parlava e più mi chiedevo: ma il PEDIATRA???

Poi Marta sul finire della telefonata, concordata la mia visita al nido per osservarla e suggerire qualche strategia, mi aggiunge: ha una sorella più grande molto ingombrante e gelosa e la mamma ancora non si sente di lasciare l’allattamento a richiesta di Sara (25 mesi) per paura che non sia pronta, anche se il pediatra ed io abbiamo detto il contrario.

La visita al Nido

Quella mattina vado, un posto bello, sono fortunata, in questi anni di collaborazione con i nidi ne ho frequentati solo di belli (per qualità di strutture e di professioniste).

Arrivo, i bambini li avevo già visti ma Sara era nuova anche per me. Dopo la colazione ascoltiamo la musica, qualcuno canta, chi sceglie un pupazzo, le femmine mi salgono addosso (anche Sara).

Come ho imparato perfezionando il Dialogo Tattile Pedagogico Clinico®️, attivo un con-tatto con quel corpicino magro. A lei piace. Alterno contrazione e distensione e vedo che risponde, la senso-percezione è buona. La disponibilità all’altro pure.

“Andiamo tutti in giardino?” Propone la titolare… e certo!!! Lei ha costruito un percorso sensoriale e motorio estremamente efficace e mi sembra un buon luogo ove osservare.

Sara, con l’aiuto dell’educatrice, mette le scarpe. Io li aspetto all’ombra e osservo…

Facciamo dei giochi motori, saliamo e scendiamo e…

MA LE SCARPE???

Mi accorgo che sono quelle della sorella (CREDO), almeno 2 numeri sopra.
Sara non è instabile.
Sara ha le scarpe sbagliate.

Gliele leviamo. Un attimo disorientata, avverte il suolo, i suoi “PIPPOLI” (grazie al cielo!!! Vuol dire che tutto funziona) e le crepe…

Inizia a camminare STABILE! Un pezzo è risolto (d’ora in poi “no” alle scarpe finché non viene con quelle giuste).

Il cibo

Pranziamo e lei è curiosa… non rifiuta, sceglie pezzettini piccolissimi.

E mi vengono in mente le parole della logopedista amica: come fa a sviluppare la percezione orale SE il senso della fame gli viene saziato dall’allattamento?

Come professionista sono a favore dell’allattamento naturale, anche a richiesta, MA se osservando il bambino siamo CERTI che non gli causi rallentamenti negli apprendimenti.

E poi cosa è accaduto?

Con la titolare abbiamo costruito un colloquio autentico, professionale, sereno e a-giudicante dove i genitori di Sara potessero ascoltare e sentirsi ascoltati, e così compiere consapevolmente le migliori scelte per lei.

Il mio modello di lavoro

Questa modalità di osservazione/ comunicazione e crescita è quello che promuovo nel mio lavoro di pedagogista nei servizi 0-6 e nelle consulenze genitoriali.

Un modello Rigoni che ho perfezionato negli anni, tendente a ridurre l’ANSIA per favorire il naturale sviluppo di tuo figlio, che non sarà perfettamente lineare [ma nessuno ne ha così] quanto invece a me interessa sia SODDISFACENTE perché rispettoso del suo sé.

Lavorare con i genitori o con i servizi 0-6 fa essere il mio progetto pedagogico un mezzo di educazione al territorio che rinforza e non mortifica i soggetti, rendendoli padroni del loro futuro.

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