Mi sta sfidando.
Fidati della specialista, io, non esistono bambini, specialmente della fascia 06 che stanno sfidando, non appartiene alla loro struttura psichica.
Se lo pensi o se te lo dice qualcuno di tuo figlio, STOP! fermalo e mandalo da me!😊
Quello che accade invece è altro… Azioni contro che lo innescano…
Per spiegarti meglio in educazione si parte dal mettere a fuoco cosa è accaduto prima.
Esempio:
Bambini, ripetiamo la canzone ancora una volta, qualcuno non l’ha imparata ancora… e Pietro schizza per aria e urla storpiando la canzone
Oppure
Disegnamo insieme con i pennelli un omino…e Giulia dopo aver lavorato un pochino butta tutto per aria e ride mentre spiaccica i colori sul banco.
Il problema sono le reazioni di tuo figlio che ti mettono in difficoltà, perchè quel bambino buono e rispettoso a casa sembra essere un indemoniato in altri contesti (scuola, festa di compleanno animata, laboratorio).
In pratica vanno analizzate le richieste:
A) Pietro, che ha una memoria da elefante, alla terza volta che ricanta la canzone non riesce a regolarsi più e il suo corpo esplode.
Forse se Pietro avesse 8-9 anni invece dei suoi 4 direbbe alla maestra “Basta!!!” e se la maestra non è rapida a comprendere il messaggio “vero” scriverebbe subito una nota a casa per il comportamento.
Pietro è molto competente cognitivamente, lo è decisamente meno nella regolazione emotiva, pertanto va aiutato in questa direzione a capire che quando sente di esplodere deve chiedere aiuto a una adulto significativo.
Ma anche l’adulto glielo deve riconoscere il merito e partire con delle azioni verso di lui preventive (per quanto è possibile) che agiscano sul contesto rendendoglielo meno faticoso, approfondendo la relazione di fiducia così che al tuo sguardo egli si blocchi, e chiedendosi se quella richiesta non fosse effettivamente sbagliata o non proficua per tutti.
B) Giulia invece tutte le competenze di Pietro non le ha, ha un sacco di impacci motori, tenere il pennello ancora non lo sa proprio fare. Quelle ditine che sembrano veloci quando gioca con le bambole, ai travestimenti e se si arrampica non lo sono altrettanto quando deve prendere qualcosa di piccolo, infilare o tenere una forchetta in mano. Così alla richiesta di fare un bel disegno col pennello un pò ci ha provato e poi ha mollato, creando qualcosa che sa fare bene “un disegno con le macchie di colore”.
Tu magari volevi che piano piano anche lei che è tanto vispa e curiosa iniziasse a pennellare, forse il piano piano però ti è sfuggito di mano e il tempo era diventato molto lungo per lei e noioso perchè faticoso.
Anche qui non è che si deve cambiare proprio tutto, soltanto prima di farle un “gridaccio” o mortificarla, potevamo agire verso di lei sottolineando che per qualcuno quello che si sta facendo è molto difficile, che comunque provarci è bello e che appena si sente che non ci si fa più ci si può rivolgere all’adulto.
La relazione bambino/adulto è quella strategia che fa sempre la differenza in ogni spazio di crescita, casa, scuola, ambiente sportivo…
Ci vuole fiducia e per averla serve dimostrare di darla, con l’ascolto e l’osservazione vera e a-giudicante.
Tu mamma e tu babbo avete una funzione che non smetterò mai di scriverti, essere modelli che danno lo stimolo alle capacità di tuo figlio che vuoi sviluppare. Così se il tuo bambino fatica sul piano emotivo, tu lavora in quella direzione.
La consulenza genitoriale serve a questo ad aiutarti.
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Faccio l’educatrice al nido da 20 anni i comportamenti che descrivi non li ho mai interpretati come una sfida ma l’ho fatto quando un bambino non rispetta la regola che conosce ed ha interiorizzato guardandomi negli occhi.Anche in questo caso è sbagliato pensare che un bambino sfidi l’adulto? Grazie
Si sfida quando si comprende il concetto di sfida. Non è possibile nella fascia 0-3 aver acquisito questa competenza. Invece è facile che il bambino apprenda un comportamento/azione: ogni volta che faccio una tal cosa ottengo una tal reazione. Una sorta di insegnamento che l’adulto non avrebbe voluto passare, ma che con il non verbale lo ha fatto implicitamente.