Come sopravvivere senza stress al PDP di tuo figlio (piano didattico personalizzato)

In questi giorni sto scrivendo report su report da consegnare nelle scuole in previsione dei PDP.

Una sigla che tu conosci perchè sei mamma o babbo di un bambino con una qualche diagnosi particolare per cui è caldamente suggerita la progettazione di un Piano Didattico Personalizzato.

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Probabilmente come i genitori di Luciana, Francesca, Antonio, Matteo (e altri..) sei passata da quel percorso di consapevolezza che ti ha portato dal “sei uno svogliato!!” per “povero piccolo non riesce proprio” a “ottimo hai capito il processo!” grazie a un percorso o diagnostico o pedagogico che ti ha fatto comprendere che il tuo bambino o bambina non si diverte a distrarsi, strappare le pagine, ignorare la lettura o disegnare quadrtriangoli bensì ha qualcosa che non dipende dal suo impegno, che l’ostacola.

Sua figlia è svogliata! Si distrae e fa una caterva di errori di distrazione!!!!

I miei genitori se lo saranno sentito dire per un infinità di volte.

Poi è arrivato il mio Avenger personale, mia nonna Isa (maestra) a spiegarmi come sottolineare, creare dei “quadri” dei contenuti (la parole mappe negli anni ’80 era dedicata solo alle cartine geografiche), capire la matematica e la geometria contando noci e misurando oggetti…

Le sue tecniche le ho portate lungo la via per la laurea e ancor oggi li uso e sopratutto le insegno revisionate e implementate grazie alle nuove ricerche scientifiche e tecnologiche.

Non ero svogliata. Come tuo figlio e figlia.

Divenendo specialista, studiando apprendimenti e tecniche, ho scoperto di essere dislessica e con una lateralità crociata che mi confonde le idee talvolta. 

Allora, negli anni’80-90 non c’erano test diagnostici. Eri solo distratto. Svogliato.

Oggi siamo in grado di capire cosa accade nel nostro cervello quando apprende, l’equipe diagnostica riesce a fare valutazioni di qualità incredibilmente precise e funzionali.
Come pedagogista, mi oriento a comprendere come il cervello del tuo bambino o bambina si orienta nell’apprendere, dove sbaglia tecnica e così posso aiutarlo a modificarla ottenendo risultati favolosi. 

Non faccio diagnosi, ma osservazioni pedagogiche/didattiche che posso fare solo io, nessun psicologo o altri le possono fare come me. Sono 20 anni che ho a che fare con la scuola, gli apprendimenti, le disabilità, i servizi e le strategie e da 20 anni approfondisco questa scienza che è la pedagogia.

Ho una biblioteca specialistica che conta oltre 500 testi. Dove trovi qualcuno più allenato di me a studiare per aiutare tuo figlio nello studio?

Verso la fine di Ottobre ai genitori dei bambini e ragazzi che seguo, spesso inviati dalle equipe dei servizi arrivati preparo un Report che serve ai docenti dei tre ordini di scuole a redigere un miglior PDP, se mi accordano mi rendo iper disponibile anche per un ampia telefonata o un incontro a scuola.

Ai Genitori che seguo suggerisco:

1)Prima di FIRMARE il PDP, leggetelo con calma, se non posso esserci chiamatemi e leggetemelo o fotografatemelo via whatsapp.

Nessuno ve lo può impedire. Magari sbuffano perché a scuola sono “perseguitati” dai tempi e dalla burocrazia…ma è tuo diritto.

E’ il Piano Didattico Personalizzato di TUO figlio (non un segreto di stato o un brevetto internazionale) ed è richiesta la TUA firma (atto legale), quindi tu puoi assolutamente proporre di farmelo vedere prima della firma.

Farlo vedere, non significa “minacciare” qualcuno, ma chiedere aiuto a qualcuno di cui tu ti fidi e che hai scelto per aiutarti a rendere autonomo tuo figlio negli apprendimenti.

2) Poi ricordati di portarti a casa la TUA copia, quell’atto legale dove i genitori, te quindi, e i suoi insegnanti vi siete accordati nei metodi e nelle strategie per aiutarlo deve essere a casa e possibilmente anche spiegato a tuo figlio.

Un PDP non è un’agevolazione “per bruciare la fila”, per evitare di fare i compiti o per mettere un fiocchino rosso a qualcuno, tantomeno un’etichetta .

Un PDP è dare un occhiale a un miope, un dispositivo uditivo per un ipoacusico, la carrozzina a chi non ha uso delle gambe.

Un PDP quindi va fatto BENE. 

Gli occhiali devono essere giusti, altrimenti continui a non vedere.

Per questo non può essere fatto in fretta, sulle porte, nei corridoi, senza consultare la pedagogista che li segue o senza conoscere il bambino o ragazzo a fondo.

Nel PDP si parla di strumenti compensativi e dispensativi, tutto molto bello MA se sono distribuiti come zucchero su un piatto di carbonara non solo non servono a nulla ma sciupano pure il piatto!

Ecco perché non basta metterceli, occorre anche sapere come usarli sia a casa che a scuola, in troppi ragazzi ne hanno milioni e poi non ne vengono applicati neanche uno.

Non posso scriverti di più, se si parla di personalizzazione NON posso poi scadere in un articolo generalista! Contattami direttamente.

Nel mio libro Genitori e Scuola, mi dedico ampiamente a parlare delle criticità anche nei caso di disturbi dell’apprendimento. Lo puoi acquistare negli Store online o se sei di Firenze, lo trovi oltre che nelle Biblioteche Oblate, Orticoltura anche acquistabile in studio da me con l’autografo e un omaggio personalizzato!

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