Mi raccomando prometti regali in cambio di voti belli. Come i regali promessi non si trasformarono in maggior studio e voti più alti.
Una delle frasi che sento più spesso dai genitori di Arturo e Nina è:
- Se ti impegni a Natale ti arriva la nuova PS
- Se questa volta prendi un 7 il cellulare è tuo
- Se fai il bravo a scuola, ti compro il Lego nuovo.
Cosa stai facendo? Sei impazzito?
Così facendo rendi “la scuola” e tutto quello che significa una merce di scambio.
In altre parole, come se tuo marito ti dicesse (o viceversa):
Cara se vai a lavoro anche oggi, senza protestare e senza richiami dal tuo titolare, stasera ti regalo un paio di orecchini.
Una follia.
Andare a lavoro è un impegno che hai preso, forse non sarai soddisfatta del tuo ambiente professionale quanto del tuo titolare che è pure scorbutico, ma sai benissimo che quel lavoro sottende a tanto: una realizzazione professionale, una possibilità economica che contribuisce al benessere della famiglia, una rete di colleghi con cui ti scambi opinioni e favori (risate o discussioni, anche), una linea in più sul tuo CV per quando finalmente troverai di meglio e vorrai lasciarlo…
L’atto di premiarti del tuo partner per qualcosa che invece è un’azione naturale della dimensione adulta, è uno svuotare l’impegno e dall’altra anche la tua persona.
Come a dirti, tanto tu non capisci nulla, mi crei solo problemi e basta che ti compri con un gioiello che fai quello che io voglio.
Per tuo figlio è simile.
Come i regali promessi non si trasformarono in maggior studio e voti più alti.
Tanto tu non capisci nulla, mi crei solo problemi e basta che ti compri con un gioiello che fai quello che io voglio e non quello che è meglio per te.
La scuola, apprendere, stare in relazione con i compagni diventano qualcosa di impersonale, si trasformano in funzione dei premi che ottiene e sopratutto NON si fermerà e ne vorrà sempre di maggiori.
Al punto che i genitori di Arturo e Nina mi dicono: “Un incubo…! Adesso mi tratta anche male e a brutte parole, neanche più mi chiede un premio, vorrebbero comandare loro…”
Tutta quell’energia che hanno in corpo i bambini/ragazzi esplode in loro, li distrae e li turba, li rende continuamente irritabili e ingestibili. Hanno bisogno di barriere che impediscano loro di cadere di sotto.
E lì hai perso se non ci sei riuscito.
Hai perso te come Genitore.
Hai perso lui come Figlio.
Hai anche perso come Partner.
La situazione ti è sfuggita di mano e avrà anche alzato un conflitto interno con l’altro genitore, tanto da “gridare” cose del tipo : è colpa tua se è così!!!!!
E tuo figlio cresce in potenza. Diventa sempre più il Boss.
Cosa fare?
Andare a mangiare una pizza in collina, senza figli, guardarsi negli occhi e dirsi: abbiamo tappato alla grande, siamo d’accordo? Resettiamo la situazione e torniamo a casa da “genitori”.
Distingui tuo figlio dalla performance scolastica. Inizia a ignorarlo per quegli aspetti dei voti rimandando alla scuola la sua funzione di verifica e di spiegazione.
Come?
Dando una comunicazione ufficiale, tu e il suo babbo INSIEME, rispetto al fatto che da quel momento voi vi occuperete di lui e della sua crescita, di proteggerlo e di sostenerlo nei suoi progetti ma non della scuola, dei compiti e dei voti.
Lui ne sarà responsabile.
Qualora andasse male, interpellerete i suoi insegnanti e eventualmente boccerà. Tutto quello che gli avete comprato sotto “dominazione” lo requisirete perchè sarete pronti a offrirgli un modello di relazione più attenta al suo sviluppo: spazi di comunicazione, giochi da tavolo, mostre o cinema, gite fuori porta o al parco, nessun telefono sul tavolo o sul divano (di nessuno), nessuna TV privata in camera.
Una volta recuperata la relazione di fiducia con lui, lo avrai rasserenato e troverà così lo spunto e la calma per mettersi a studiare.
Fosse facile…! Invece no, tutto sta a provarci. E poi se vuoi passare dallo studio perché ogni situazione è diversa dalle altre, sai come fare usa i contatti del Blog e fissa un appuntamento.