12 domande da fare a una pedagogista

La pedagogista è spesso un primo consulente. L’approdo per molte famiglie che sensibilizzate dalla scuola, dal pediatra o dal loro ottimo buonsenso iniziano a farsi domande.

  • sarà normale quello che fa il mio bambino?
  • perchè tutti gli altri fanno cose diverse?
  • Le altre mamme sono più brave di me…io cucino anche male
  • I babbi riescono a costruire oggetti meravigliosi …io neanche il Lego
  • Per i compiti si litiga, per il telefonino si litiga, per il cibo si litiga… gli altri sembravo usciti dai biscotti del Mulino Bianco

E’ vero… chiunque se si mette a guardare a giro trova qualcuno sulla carta migliore di sé.

Nella vita ci sarà sempre qualcuno più bravo o più “ganzo”, ma non per questo devi abbatterti.

Per questo arrivare al mio studio non è qualcosa di drammatico o di socialmente deplorevole, è piuttosto una mossa vincente e se me lo concedi “sdrammatizzante”.

Parlare con una persona che nella vita studia e ha approfondito questo, lo sviluppo dell’uomo, alla fine è la mossa vincente:

ti si rompe un dente vai dal dentista, ti viene un dubbio sull’educazione vai dal pedagogista piuttosto che aspettare che le cose peggiorino e che in famiglia si soffra. Perché il punto è questo, se state male per un problema educativo le cose non passano ma le più delle volte peggiorano.question-2392158__480Può darsi sia la prima volta che leggi un mio articolo e quindi ti chiedi quali sono le domande più frequenti che portano altre mamme e babbi come te al mio studio. Te ne provo ad elencare alcune:

  1. Al nido morde tutti
  2. Il ciuccio o il biberon li porterà fino alle nozze
  3. Trattiene la cacca o la fa in posti insoliti
  4. Vive attaccato alla PSP (videogiochi)
  5. Si rifiuta di fare i compiti ..e leggere
  6. Non c’è verso di fargli fare uno sport
  7. È così disattento che perde anche se stesso ai giardini
  8. Urla come un’ossessa da quando è nato il fratellino
  9. Dorme nel lettone…in IV elementare
  10. Fa a gara con il fratello ..ma ci sono 10 anni di età
  11. I disturbi dell’apprendimento sono diventati motivo di isolamento
  12. Litiga con le maestre, professoresse…

Hai letto bene. Io, la pedagogista, non faccio ripetizioni. 

Già. 

Quella voce non c’è.question-2392158__480

E allora questa storia nei social che parla di Tutor di apprendimento che cos è? Una “tavanata galattica” se applicata a caso.

Tutore significa dal latino difendere, proteggere.
  Nell’attività didattica è una persona incaricata di svolgere in modo continuativo opera di formazione o di guida di un singolo allievo o di un piccolo gruppo di discenti. 

Il tutor di uno studente è il suo insegnante, o per l’università persone come me che lo sono che mostrano ai futuri laureati come si lavora.

Il pedagogista è tutor, nella funzione protettiva del soggetto che gli viene affidato. Per difenderlo io mi occupo di rinforzarne le risorse, costruire sicurezza e calma e tutti quei prerequisiti che sono saltati e che oggi ne influenzano negativamente gli apprendimenti.

Non si diventa tutor in corsi di 48/72 ore. Ci vuole una vita di esperienze sul campo oltre che di studi. 

Quindi non faccio neanche il tutor dell’apprendimento come troppi oggi, che alla fine insegnano a usare un computer, scaricare le mappe o farle e spesso fanno i compiti al posto dei ragazzi : paghi poco ma non te ne liberi mai più.

Quello che faccio io come pedagogista formato in clinica è qualcosa che va oltre le operazioni e i calcoli è qualcosa che parte da lontano e dalle sue abilità di base. [Ne parlerò nel prossimo post o ti annoio..]

Partendo dal presupposto che per tuo figlio sarai per sempre la migliore mamma e il migliore babbo che potesse avere, ricorda che:

  1. tu ci sei sempre e lo guardi negli occhi quando gli parli
  2. lo apprezzi a prescindere dalla sua riuscita, sarà il tuo Ronaldo anche se non becca mai la porta
  3. ti piace la sua singolarità, quel suo essere così, tu sai che nella vita questo lo renderà Unico e riconoscibile …forse anche famoso
  4. mangia la tua pasta al pomodoro e ti dice che è ottima sempre
  5. costruite oggetti assurdi insieme, cosa che in troppi più non fanno, e lo racconta a tutti

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