Dis-organizzazione nei bambini e ragazzi: 4 tipologie con le strategie adatte

Una delle richieste più frequenti del genitore che si rivolge al mio servizio di consulenza educativa è essere aiutato a risolvere una situazione preoccupante che non riesce a cambiare:

il figlio è così dis-organizzato in tutto…da sempre…da avere dei CALI di rendimento scolastico, un comportamento sociale sempre con maggiori frustrazioni e conflitti familiari.

Non essere organizzato può dare come effetti collaterali:
-Un caos nella gestione dei COMPITI
-Una camera “esplosa”
-Litigi continui perchè accumula le cose
-Goffaggine e sbadataggine continue

Che fare?

La prima risposta pedagogica è di sicuro una buona “conoscenza” di te e tuo figlio per comprendere che tipo di dis-organizzazione sia:

  1. Di tipo fisiologico
  2. Parallela a una dis-prassia
  3. Scarso allenamento
  4. Fragilità in una funzione esecutiva (*)

Sono 4 macro aree che potrebbero contenere tutti, quella che aggiungo come quinta extra te la spiego in coda.

1 La fisiologica

Troppe volte mi accorgo che quando sei entrata al mio studio pedagogico è la prima volta che hai parlato con un esperto di educazione e apprendimento e pertanto NON sai che i tuoi figli non hanno ancora l’età giusta per essere “organizzati” come vorresti tu…

L’organizzazione mentale e il pensiero come insegnano le ricerche del grande Piaget, non arrivano prima dello Stadio Operatorio Concreto e quindi prima dei 6/7 anni. 

Capisci che aspettarsi più di un “copia e incolla” di quello che fai tu non è possibile. 

Ecco perchè serve che tu sia sempre pronta col suo babbo come esempio concreto:

rimettere i giochi-vestiti-cose a posto,

costruire un ordine temporale delle attività (non rigido ma neanche improvvisato).

A livello di comunicazione, se ti sembra che tuo figlio di 4 o 5 anni sia confuso nel racconto, può essere visto che ancora i piani temporali non sono appresi e forse il suo mondo di immagini mentali è molto più ricco del suo vocabolario..

“Aiutalo!!!

Dai senso a quel casino che ti sta cercando di dire… SENZA FRETTA… “

2 Parallela a una disprassia

Cosa si intende per Disprassia

Secondo i due grandi strumenti internazionali di classificazione dei disturbi la disprassia :

[DSM IV] viene inclusa nella definizione di DCD (Developmental Coordination Desorder), in italiano Disturbi della Coordinazione Motoria, ovvero Disturbo nel quale le prestazioni in compiti di coordinazione motoria, fini o grosso motori, sono significativamente al di sotto del livello atteso rispetto all’età e allo sviluppo intellettivo.

[ICD-10] mette in evidenza il Disturbo Evolutivo Specifico della Funzione Motoria (SDDMF) identificandolo attraverso i seguenti criteri:

  • Difficoltà di coordinazione, presente dalle prime fasi di sviluppo e non dipendente da deficit neurosensoriali e neuromotori; 
  • Entità della compromissione variabile e modificabile in funzione dell’età.
  • Ritardo di acquisizione, (non costante), delle tappe di sviluppo motorio, a volte accompagnato da ritardo dello sviluppo del linguaggio (componenti articolatorie).
  • Goffaggine nei movimenti.
  • Ritardo nell’organizzazione del gioco e del disegno con difficoltà in compiti visuo spaziali e deficit costruttivo
  • Difficoltà in compiti visuo-spaziali.
  • Presenza di segni neurologici sfumati, privi di sicuro significato localizzatorio.
  • Presenza (non costante) di difficoltà scolastiche e di problemi socio-emotivo-comportamentali.

Detto ciò posso aggiungere che il deficit della coordinazione motoria NON può essere spiegato da una condizione di ritardo mentale, ha origini differenti e molte volte proprio perchè il bambino comprende può essere frustrato dalla sua disorganizzazione.

Come capisci bene se tuo figlio appartiene a quei bambini che sono nati con questa tipologia di  disturbo “organizzarsi e pianificare” è moooolto complesso e ti dico che prima di pensare a come migliorare questo aspetto sopratutto se legato all’apprendimento DEVI:

(entro i 7anni)

  • Lavorare con un Osteopata esperto che vada ad allentare la pressione al cranio nelle zone interessate dal disturbo
  • Lavorare con un Psicomotricista esperto che lo aiuti a prendere consapevolezza dei suo corpo e delle sue prassie
  • Lavorare con un Logopedista che lo aiuti, qualora sia interessata anche la componente articolare dell’organo fonatorio (linguaggio)

MA…nel passaggio dalla materna alla primaria VIENI da me, da una pedagogista.

Non è per pubblicità, ma come un esperto di apprendimento e processi di formazione non c’è nessuno per allenare tuo figlio e darti delle dritte efficaci sul serio.

In un ambiente costruito appositamente per lui, con la serenità data da anni di studi e di esperienza, sono in grado di aiutarlo a prendere consapevolezza di “trucchi e strategie” che gli semplificheranno la vita.

3 Scarso allenamento

Ogni azione e processo mentale perchè sia appresa necessita di ripetizione consapevole. Ovvero non è sufficiente che tuo figlio veda una sola volta (ma neanche 10) una certa procedura..ha bisogno di farla insieme a te e capirne i passaggi perché diventi sua.

In quell’istante egli probabilmente la cambierà, e questo è SUPER buono dimostrando che ne è divenuto consapevole e responsabile.

La fretta pervade le vite.

Tutto oggi è troppo accelerato e non c’è il tempo di assimilare quello che si è appena raggiunto. Spesso accade che non ti accorgi neanche di quante cose invece tuo figlio ha già appreso, ma sai perfettamente le sue mancanze..

Siamo costantemente proiettati troppo in avanti, come se si corresse in discesa..e per paura di cadere guardiamo solo vicino…con il rischio di perdere il panorama.

4 Fragilità in una funzione esecutiva 

Il pedagogista fin dai tempi di Socrate, ancor prima degli studi moderni sulle neuroscienze, aveva identificato l’esistenza di schemi cognitivi e comportamentali che si attivavano in risposta a condizioni ambientali nuove o impervie.

Owen nel 1997, le identifica come funzioni esecutive. La Neuropsicologia le sta adesso identificando e definendo sempre di più per spiegare alcune reazioni e comportamenti fino ad oggi non classificabili.

Tuttavia le scienze Umane avevano già ipotizzato la loro esistenza in ogni approccio dall’800 in poi, la pedagogia in primis, con azioni e proposte che andavano a rinforzare o potenziare quei bambini e ragazzi con tali difficoltà.

Le proposte educative di tipo operativo di fine ‘800 e primi del ‘900, come i laboratori e le lezioni di economia domestica, cucito, falegnameria, tipografia andavano a colmare quelle inefficienze proponendo ripetizioni di gesti e di azioni. Inoltre grande, enorme spazio era dato all’allenamento del corpo fin da piccoli.

Oggi questo modello rinnovato dalle ricerche contemporanee prende forma nel mio studio specialistico, offrendo percorsi completi di un’attivazione globalizzata (anche grazie all’ampio spazio esterno in cui posso creare percorsi motori).

Il mio SUGGERIMENTO per te:

Due attività che puoi fare da sola CON tuo figlio e anche divertendoti sono lo scrapping e il bullet journal, in questo brevissimo video puoi vedere di cosa parlo.

E se sei interessata organizzo un Ciclo di Incontri al Femminile su questo che trovi a questo link>> Donne e la creatività

******************************
👉 Sei la mamma o il papà di un ragazzo tra i 10 e i 16 anni con problematiche legate allo studio, all’apprendimento o più in generale alla scuola?
.
Se la risposta è SI sei nel posto giusto.

Sono la professionista che può aiutarti a capire e a risolvere il suo problema nel migliore dei modi per te e per lui.

Contattami al ➡️ 333 2351003
.
Oppure scrivimi cliccando qui ➡️ https://bit.ly/2liwTcd
******************************

www.aidee.it (ass. disprassia)

 

Rispondi