Nei primi anni di un’adozione tu devi occuparti della RELAZIONE affettiva con quella Personcina nuova che è entrata nelle vostre vite, e devi poter delegare a qualcuno di specializzato “gli apprendimenti” e la pianificazione degli stessi e delle attività da fare.
Questo faccio da anni. Purtroppo qualche volta troppo tardi, quando la strada che mi si presenta è in “salitissima” e penso ai vari:
- Henry, 12 anni, che non aveva mai fatto i compiti da solo e neanche mai scritti nei 6 anni di scuola italiana. Arrivato non scolarizzato a 6;
- George, che a 10 era convinto di essere scemo e invece nessuno si era accorto che ancora non riconosceva destra e sinistra;
- Charlotte, 7 anni, in Italia da 9 mesi, denutrita, nessuna alfabetizzazione e maestre che le correggevano l’italiano.
Avevo deciso di non scrivere nulla per i miei 20 gg di ferie annuali. Poi accade un evento:
Ero a passeggio in montagna con mio marito, reduci da una giornata sui passi. In una piazzetta ben decorata di fiori, alberelli e panchine c’è come ogni anno Fabio Vettori* che improvvisa disegni di formiche per i bambini che glielo chiedono con dedica.
Osservo l’artista tutti gli anni, mi ricorda i “maestri” di una volta…il garbo, la voce tranquilla, il sorriso mai stucchevole e l’ascolto. Lui lì da solo con un pennarello nero e un foglio bianco, il bambino di fronte pronto ad essere stupito.
Arriva lei, al fianco del fratello, avrà circa 9 anni. Sorridente vestita di rosa.
Quando Vettori chiede:
cosa ti piace? (la sua domanda classica per realizzare una formica su misura…)
La piccola risponde:
la mia famiglia!…mi piace essere figlia.
Lui rimane un attimo sospeso. Tutti rimaniamo sospesi…
La guarda e la vede che si scambia sguardi di sorellanza con un bambino poco più alto e comprende come me e la folla che la circondava, che lei è stata adottata, la sua pelle lo descrive bene.
A quel punto accetta l’incarico, realizzerà quello che più le piace…
Adottare oggi cosa significa?
Significa percorrere una strada fatta di tappe normative e di interrogativi psico-affettivi.
È una decisione che non colma il vuoto di un figlio naturale che non è stato concepito, ma riempie la vita di amore e di significato.
E’ il “vivere per” e il vivere con” che crea un rapporto pieno, autentico e naturale anche fra “totalmente diversi”.
Avere un figlio, naturale o adottivo, è sempre un impegno di vita fondato su un amore fecondo e responsabile.
È un rapporto padre-figlio, madre-figlio non è a senso unico e non scaturente con automatismo da un fatto biologico (su questo sono stati scritti fiumi di articoli e testi scientifici).
La Legge italiana cosa dice?
L’art.6 della Legge 184/83 – Diritto del minore ad una famiglia- prevede che la coppia che ha deciso per questo percorso abbia dei requisiti oggettivi e soggettivi da rispettare.
Dando per scontato che la coppia sia in possesso dei requisiti soggettivi richiesti in ogni caso sempre oggetto di indagini da parte del Tribunale dei minorenni e dei servizi sociali, quali l’idoneità ad educare, istruire e mantenere i minori in adozione (punto 2 dell’art.6) vengono specificati anche dei parametri oggettivi. Sinteticamente sono due:
stabilità della coppia, i partner devono essere uniti in matrimonio/convivenza da almeno tre anni (nel corso dei quali non deve essere intercorsa separazione personale, nemmeno di fatto);
età degli adottanti: l’età degli adottanti deve superare di almeno diciotto e di non più di quarantacinque anni l’età dell’adottando in funzione di offrire al minore genitori adottivi non troppo giovani né troppo anziani ed intende ribadire, anche sotto il profilo della differenza d’età, l’esigenza di assicurare al minore l’inserimento in un nucleo familiare il più possibile idoneo a provvedere alla sua crescita.
«Nonostante tutto in Italia ci sono 5 milioni e 300mila coppie sposate senza figli, ma le coppie che hanno chiesto di fare un’adozione internazionale (peggio ancora se nazionale) quest’anno sono state solo 3mila. Si è impauriti e scoraggiati. L’adozione non viene promossa e c’è una cultura negativa intorno alla coppia che vuole adottare»
cit. Lidia Barletta, Linkiesta, 2016
Le emozioni di due genitori che adottano
Emotivamente è un grande passo per la coppia che probabilmente si è avvicinata all’adozione dopo anni di tentativi inutili o peggio ancora di lutti in gravidanza.
Quel babbo e quella mamma sono in molte situazioni già genitori di bambini volati in cielo troppo presto..che hanno un dolore grande nel cuore..e quindi un AMORE ancor più grande da donare.
Quindi tornando alla bambina che ho incontrato in ferie… Lei entusiasta che l’artista abbia accettato di disegnarLA nella sua AZIONE più importante, ESSERE FIGLIA, si volge alla mamma e chiede:
–Mamma cosa ti piace fare? Lui ti vuol disegnare mentre fai una cosa che ti piace….il babbo lo so che ama pescare..ma tu?
…lei, quella mamma speciale, “imbarazzata” dai tanti occhi che la guardavano, risponde brusca:
-ma che ne so io! che c’entra…quello è un tuo disegno io non voglio entrarci…
E scappa dal marito.
La bimba, non è scoraggiata, anzi. E al fratello:
- Dimmi, cosa piace alla mamma…?
- La danza.
Bene, e danza sia! -chiude il maestro Vettori con serenità.
Sentimenti che esplodono, che non si riescono a controllare…
Questo oggi ti racconto per dirti che all’esplosione di AMORE di quella bimba, di tuo figlio, che a volte -spesso- ti imbarazza perché nella sua ingenuità lo fa in contesti improbabili e con modi “stravaganti” TI DEVI PREPARARE.
Sono anni che lavoro, ricerco e nel mio “studio” applico un approccio pedagogico di “attenzione educativa alle famiglie che adottano”.
Famiglie che vengono seguite passo passo fino a 3 anni dopo l’adozione e poi lasciate camminare da sole, nel vuoto e nella solitudine. Per fortuna sono nate negli anni, a colmare l’assenze dei servizi, associazioni private che al loro interno ospitano specialisti per metterli a disposizione degli iscritti.
Personalmente me ne occupo dal 2014 (occorre esperienza e studi in questo delicato settore) come libero professionista, accompagno i bambini e i loro genitori negli “inciampi” normali della vita familiare allargata.
Un bambino accolto in un nucleo adottivo non è proprio un bambino come tanti…è un bambino che in cuor suo ha una “ferita” aperta che mai si chiuderà, ha la consapevolezza che i suoi genitori biologici non sono vicini a lui. Questo avrà delle ricadute “più o meno” evidenti in tutte le fasi della sua vita, compresi gli apprendimenti.
La pedagogista è un utile accompagnatrice dei genitori adottivi dalla materna alla fine della primaria e ancora di più dopo, alle medie, quando si sta preparando la fase dell’adolescenza. Di questo tema ho scritto anche nel mio libro GENITORI E SCUOLA-l’alleanza che porterà i tuoi figli al successo.
…..
Sono stata lunga..ma è un tema che ho sempre molto a cuore: La prevenzione è fondamentale sempre!
Oggi si parla tanto di disturbi di apprendimento, poi la polemica dei “leoni da tastiera” che la chiamano anche disturbo dell’insegnamento da specialista ti dico che il vero DISTURBO è altra cosa…
e molte delle difficoltà potrebbero essere intercettate da persone qualificate come me e prevenute.
Per questo cerco di scriverti del mio lavoro e delle persone che vedo. Raccontarti che ci sono possibilità. Non per tutte il mio intervento è funzionale in specifico, ma lo può essere per aiutarti a capire quali passi percorre per aiutare tuo figlio.
C’erano due donne che non si erano mai conosciute.
Una non la ricordi, l’altra la chiami mamma.
La prima ti ha dato la vita, la seconda ti ha insegnato a viverla.
La prima ti ha creato il bisogno d’amore, la seconda era lì per soddisfarlo.
Una ti ha dato la nazionalità, l’altra il nome.
Una il seme della crescita, l’altra uno scopo.
Una ti ha creato emozioni, l’altra ha calmato le tue paure.
Una ha visto il tuo primo sorriso, l’altra ha asciugato le tue lacrime.
Una ti ha lasciato, era tutto quello che poteva fare.
L’altra pregava per un bambino e il Signore l’ha condotta a te.
E ora mi chiedi la perenne domanda: eredità o ambiente,
da chi sono plasmato?
Da nessuno dei due.
Solo da due diversi amori.
(Madre Teresa di Calcutta)
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👉 Sei la mamma o il papà di un ragazzo tra i 10 e i 16 anni con problematiche legate allo studio, all’apprendimento o più in generale alla scuola?Se la risposta è SI sei nel posto giusto.Sono la professionista che può aiutarti a capire e a risolvere il suo problema nel migliore dei modi per te e per lui.
Contattami al 333 2351003 – 055472846
Oppure scrivimi dr.vaniarigoni@gmail.com
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*Fabio Vettori, artista, ex maestro, disegnatore e papà delle Formiche. Di lui ho in Studio un quadro e a casa diversi puzzle.
L’art.6 della Legge 184/83 – Diritto del minore ad una famiglia
Linee guida per l’adozione