Riprendendo da dove abbiamo interrotto nella Prima parte di questa riflessione, parlavamo di GIOCO LIBERO per allenare i bambini alla RESILIENZA.
Resilienza è un termine di moda, ma sai cosa significa veramente sviluppare resilienza?
Se la resilienza definisce la capacità delle persone (anche di un bambino) di riuscire ad affrontare gli eventi stressanti o traumatici, saperla utilizzare permette di riorganizzare in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà.
In altre parole la resilienza consente l’adattamento alle avversità.
Come puoi capire per un bambino che viene esposto fin da molto piccolo a situazioni prive di stress e di ansie, e naturalmente complesse ha la possibilità di sviluppare quelle competenze e abilità che gli permettono di “ideare soluzioni alle difficoltà”, “di non abbattersi di fronte agli imprevisti” e di “osservare e imparare” dalle situazioni intorno a lui e dalle altre persone.
Ti spiego meglio….
In pedagogia questo si spiega con la teoria della zona di sviluppo prossimale, così chiamata da L. Vygoskij suo primo osservatore. Ovvero tuo figlio ha bisogno di un suo spazio per imparare ad adattarsi all’ambiente, ricevendo solo e soltanto il giusto aiuto. Senza il tuo diretto e ansioso intervenire tuo figlio avrà modo di acquisire la fiducia nel suo controllo interno (personale)* che lo porterà ad attingere alle sue risorse interne e a costruirsi un carattere sicuro. Questo perchè LUI SA che la SUA mamma e il SUO babbo si FIDANO DI LUI.
In questa immagine un mio schema semplice per capire meglio la teoria di L. Vygoskij.
La zona di sviluppo prossimale è definita come la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l’aiuto di altre persone, che siano adulti o dei pari con un livello di competenza maggiore. Se il processo è impostato correttamente, la zona di sviluppo attuale del bambino si amplia, includendo quella che in precedenza era la zona di sviluppo prossimale, in altre parole egli diventa capace di eseguire autonomamente un compito che prima non sapeva eseguire. All’esterno della zona di sviluppo attuale si crea una nuova zona di sviluppo prossimale.
Se questo poi avviene condividendo gruppi amicali misti di età (come insegna Don Milani), tuo figlio avrà la possibilità di imparare e apprendere anche dall’esperienza altrui, che lo sprona naturalmente a progredire.
Genitori come IMPALCATURE.
Tu genitore devi creare l’IMPALCATURA – scaffolding per Bruner- che orienterà l’esplorazioni e gli apprendimenti di tuo figlio.
Un esempio?
Ti racconto alcuni episodi della “stanza della pedagogista”
Arrivi tu allo studio e mi fai capire in modi più o meno similare ad altri babbi e mamme che sei preoccupato di lasciar libero tuo figlio in alcune cose:
- Permettergli di trascorrere del tempo solo con la banda dei bambini di classe al parchetto sotto casa
- Farlo muovere in cucina, usare i coltelli e attrezzi vari anche solo per prepararsi una semplice merenda.
- Affidargli piccoli incarichi, come comprare il latte o il pane al negozio dietro l’angolo di casa.
A motivare queste argomentazioni usi degli aneddoti reali della tua storia con tuo figlio:
- Quella volta che è caduto dalla trave e si fa male a una spalla.
- Quella volta che correva a perdifiato, inciampò procurandosi una abrasione a un ginocchio.
- Quella volta che voleva mangiare la pesca usando il coltello e si ferisce a un dito.
- Quella volta che inghiottì i noccioli delle ciliegie solo perchè tu non le avevi aperte.
Io lo so che ti senti un genitore migliore se e quando ti senti di insegnare qualcosa a tuo figlio. Quando lo tieni impegnato in un’attività o gli stai “mettendo in moto le rotelle celebrali” ti senti la miglior mamma e babbo della terra.
In verità gli stai insegnando la paura.
LA TUA PAURA di non essere IL GENITORE PERFETTO.
Per crescere un bambino sicuro e sereno, occorre che egli percepisca la fiducia e la stima dei suoi genitori sia in presenza che in assenza, e che quindi egli possa sperimentarsi e giocare** sapendo che c’è sempre un nucleo positivo ad accoglierlo. Inoltre ha bisogno di relazioni libere, senza strutture e regole imposte dall’esterno.
Il mio consiglio da specialista dell’educazione che ha incontrato dal lontano 1996 differenti bambini e famiglie, chi con disabilità e chi con difficoltà, è non aver paura di chiedere una consulenza genitoriale
Prevenire e informarsi è sempre la miglior risposta.
Il Pedagogista, specializzato in Clinica® è un professionista di livello apicale che svolge funzioni intellettuali con propria autonomia scientifica e propria responsabilità deontologica con la finalità di costruire percorsi educativi e strategie per attivare il cambiamento e la trasformazione delle situazioni da faticose a costruttive.
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Note al testo:
*Sorelle Agazzi, Maria Montessori, Dewey.
**Quando parlo di giocare intendo NO sport o attività musicali, ma lasciare i figli con altri bambini a piacimento a divertirsi senza costrizioni.