Ti avevo salutato nella post “La paura di andare alle medie senza RITO di passaggio. Leggi la soluzione” invitandoti a prevenire i possibili “guai” legati al SALTO alla scuola media inferiore se specialmente tuo figlio o figlia assomigliavano ai miei Arturo e Mina*…
Mina, Arturo e le loro famiglie oggi non hanno più quel “momento” ufficiale di passaggio, si ritrovano catapultati dopo una piccola cerimonia di fine anno [e meno male che la fanno quasi tutti] in un triennio totalmente diverso.
Un ricominciare che per qualcuno è proprio una vertigine, come camminasse in equilibrio su una fune.
Tutti sono diversi. Gli studenti. I professori. Le fatiche e gli impegni. I genitori.
Mina e Arturo, i loro professori delle medie, gli impegno scolastici ed extra, i loro genitori stanno vivendo una trasformazione.
E forse anche tu, che leggi.
Adesso ti parlerò di ciascuno di loro per “innescarti” delle nuove idee da percorrere.
Studenti.
I bambini non sono tutti uguali, e meno male!
- Alcuni sono già pronti alle scuole medie, già organizzati e hanno sviluppato le competenze per “gestire” quel nuovo modo di studiare e vivere la scuola.
- Qualcuno se la vive meglio in riferimento allo studio, ma soffre ancora negli aspetti relazionali che diventano più “ruvidi” e meno “fisici”.
- Chi ha delle difficoltà negli apprendimenti talvolta è disorientato, alla primaria sembravano capirlo e ora no.
Qualcosa si deve fare, ma cosa e come?
1)Nel primo caso la soluzione NON è riempirli di attività extra visto che a tempi record finiscono i compiti, né sottolineare continuamente questo loro pregio. Non vorrai mica fargli venire un ansia da prestazione a 11anni????
In molti dopo l’ansia di fare, scatta in adolescenza il desiderio di rompere ogni schema precedente e poi non ti stupire se per fare il ribelle decide di non studiare più.
2)Il tuo Arturo o la tua Mina sono ancora dei giocherelloni, li vedi che vorrebbero ancora giocare a chiappino, rincorrersi e i loro amici no…forse uno sport di squadra in estate li aiuterebbe. Ci sono tante occasione sia con i centri estivi sportivi che con i gruppi di equitazione o in fattorie didattiche, dove implicitamente si sviluppano le abilità relazionali e sociali. E poi staccali da te, mamma e nonna, lasciali un pizzico sbrogliarsi le loro cose. 😉
3)“Se c’era un PdP o un BES (per un disturbo legato agli apprendimenti, attenzione, adozione) non andrebbe fatto “copia e incolla” del vecchio usato alla primaria e neanche di uno simile, quindi ti suggerisco di muoverti presto e andare a cercare chi si occupa nella nuova scuola dei bambini con tali difficoltà per iniziare a presentare tuo figlio..con calma, senza ansie, così i colleghi docenti possono iniziare a immaginare dove e come il ragazzo e/o la ragazza potrebbero stare meglio nei loro 3 anni successivi.
Importantissimo: non passare l’estate a creare ansie e aspettative, preoccupazioni a tuo figlio solo esche negli anni precedenti tutto è stato uno schifo…eventualmente vieni in studio e vediamo che suggerimenti posso darti prima di creare un casino.
Professori.
I docenti delle medie sono un team e sono chiamati da mandato a muoversi così. Hanno il compito di insegnare e di educare una fascia di età un pò particolare piena di tumulti interiori (la pre-adolescenza) e di trasformazioni fisiche.
Per me, da pedagogista, dovrebbero mettersi due obiettivi soltanto:
- appassionare gli studenti alla loro materia per guidarli al suo apprendimento,
- diventare figure educative significative.
Tre anni frammentati di ore, di volti.. e non cinque di quasi convivenza con il loro gruppo di bambini.. tre anni con ragazzi che fanno domande pertinenti e impertinenti cui va insegnato ad amare lo studio e la conoscenza.
Vi faccio sempre i miei complimenti quando vi vedo impegnati a progettare per ciascuno di loro, quando mi tempestate di domande nei momenti di incontro..
mi state invece altamente sul cavolo quando mi rispondete senza neanche imbarazzo (ma in numero sempre minore devo dire): non sono mica un pedagogista, ne ho troppi da seguire, gli trovino qualcuno a casa che gli faccia le mappe…
Le fatiche e gli impegni.
I compiti scolastici crescono esponenzialmente, anche per i ragazzi con dei disturbi diagnosticati o altre peculiarità (seppur non ugualmente) e vanno ad occupare tanto del loro tempo libero. Per qualcuno che non ha imparato a gestire il tempo questo diventa una condanna a ore e ore di ciondolio sui libri e quaderni senza trovare fine…Genitori urlanti… professori scoraggiati.
Per altri lo studio diventa una delle troppe tessere del dopo scuola, fra sport, corsi di lingua e/o musica, e così facendo perde di “appeal” e spesso diventa motivo di scontri familiari.
Genitori.
In estate che tuo figlio abbia avuto un anno scolastico complicato o meno, l’unica cosa di cui ti dovresti occupare è motivarlo a pensare che sta per avere una “nuova grandiosa opportunità” di mostrare quanto vale!
👉🏻Se hai preso consapevolezza che tuo figlio abbia delle strane complessità di cui non se ne capisce il senso, oppure se i problemi che hai avuto alla primaria hai visto che con le soluzioni ideate fino ad oggi non trovano risultati soddisfacenti ti inviterei a sfruttare l’estate per fare approfondimenti.
Un buon modo, in diversi anni che lavoro nel settore, è iniziare appunto da uno studio pedagogico come tipo quello che ho organizzato io e riflettere, osservare e capire con la specialista che eventuale valutazione diagnostica fare.
Mi sono specializzata molto, anche per poter comprendere senza troppe perdite di tempo quale sia il percorso migliore, a volte quello psicologico, altre quello clinico neurologico e molte di più di quelle che si pensa quello esclusivamente pedagogico.
Lavoro in rete con equipe pubbliche e private e ti dico che questo modo di agire -una consulenza pedagogica con un professionista dell’apprendimento e dell’educazione- è efficace, porta a risultati (capire e progettare) e riaccende la motivazione nei bambini e nei loro genitori.
E ora, che è ESTATE, che altro consiglio specifico potrei darti?
Lascia tuo figlio e tua figlia sereni.
Tuo figlio dovrebbe rilassarsi, giocare ai giardini, fare amicizie dal vero..leggere e tenere un diario, dove appuntarsi anche le sue piccole spese e se gli dai una paghetta da “mare o campeggio” farsi un bilancio di settimana in settimana. Ascoltare musica e cantare. Fare movimento con gli amici.
Mettere tv, tablet, pc, telefoni dentro una cassa chiusi e perderne la chiave!!!
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Arturo e Mina* nomi e fatti inventati dalle storie che ho seguito in studio.