Ammissione alla maturità in pericolo? Come evitarla all’ultimo tuffo

..e poi LEI che arriva da me pronta ad abbandonare la scuola a pochi mesi dalla maturità… disamorata, depressa e con un unica certezza in quella scuola si insegna una cosa e se ne fa un’altra…

Questa volta Mina è una giovane studente di scienze umane, parte di una famiglia al femminile per vari eventi della vita che sarebbe stupendo non accadessero mai. È anche un ex atleta promettente, carriera agonistica a cui ha rinunciato di sua volontà per concentrarsi maggiormente negli studi.

Ha scelto la scuola che le sembrava maggiormente nelle corde e che, come per tanti allievi di scienze umane, potesse spiegarle enigmi della sua vita.

Quello che ha trovato -racconta- è un ambiente scomodo, amicizie interessanti ma tante difficoltà e incomprensioni.

La scuola superiore non ha certo più la funzione di maternage, tuttavia ha pur sempre un mandato di didattica e coerenza da rispettare e nel suo caso a un certo punto la “comunicazione” si è interrotta.

Viene fermata. Boccia. Ripete un anno, la terza.

Le indicazioni della scuola : Mina deve essere aiutata.

Ma da chi???
Si chiede la madre.

Non arrivano suggerimenti, lei è grande e nei servizi USL difficilmente si riesce a seguire una 16/17. Per cui più che esercitare la funzione genitoriale di educatore la madre non riesce. Col cambio classe le cose vanno meglio, le relazioni amicali che Mina riesce sempre a tessere con cura e attenzione la sostengono maggiormente.

Mina costantemente attenta, noiosamente precisa negli appunti, mai assente se non “morente”, spesso più cordiale che ribelle (come è della sua età). Tuttavia nelle materie di indirizzo sembra non essere connessa.

DUE anni dopo…

Io arrivo due anni dopo a metà anno scolastico. Per sincronicità -diceva Jung- incontro lei e sua madre. L’invio da parte di una collega loro amica. Le trovo perplesse, scoraggiate tanto quanto speranzose di venirne fuori. Le ascolto e quello che comprendo è che va riaccesa la scintilla dell’autostima e della motivazione.

Mina si chiedeva, senza esplicitarlo:

-com è possibile che al Liceo di Scienze Umane nessuno mi tenda la mano per dirmi …vai bene! Tieni duro! Oppure dai …prova in quest’altro modo… Mi sento abbandonata alle mie difficoltà.

Stesso pensiero nella mamma:

-ma a chi devo rivolgermi per aiutarla?

Spiego come lavoro, che mi occupo del COME e del FARE… e non dei problemi psicologici, che se emergessero dovrei inviarle a una collega. Propongo di iniziare con una conoscenza pedagogico clinica®.

Un’osservazione delle PAD (potenzialità, abilità e disponibilità) pedagogico clinica è il primo passo necessario per comprendere come Mina si avvicina alle materie, come si approssima alle interrogazioni e alle verifiche e capire dove non ha sfruttato le sue grandi risorse.

👉🏻Parto per una mission impossible.

Ti ricordo che Mina è arrivata Gennaio. Soli 5 mesi prima di un esame di stato, tante insufficienze e idee confuse, convinta che “quella scuola” non le ha dato niente.

Un intervento su DUE binari:

  1. la motivazione
  2. le strategie di apprendimento.

Un percorso educativo che ha necessitato di un’ALLEANZA fra me, la madre e la coordinatrice di classe ponendo al centro MINA.

La pedagogia è una scienza viva, attuale e strategica. Ogni passo e piccolo traguardo è stato accolto con fiducia, un periodo intenso dove lei ha rimesso in gioco tutto quello che non aveva capito degli ultimi anni e sopratutto dove insieme abbiamo ricostruito il SENSO dello studio delle Scienze Umane.

Mina è arrivata all’ammissione all’esame. Ha scritto anche una tesina favolosa…che di comune accordo abbiamo deciso di pubblicare ad esame concluso (per scaramanzia..).

La storia di Mina è simile a molte delle storie che ascolto in studio. 

Il successo di questa storia non è soltanto legato al superamento dell’Esame di Stato, ma alla possibilità che Mina e sua madre accogliendo il mio input a ri-costruire un’alleanza con la scuola hanno ridato “senso” a un percorso quinquennale che oggi potrebbe realmente trasformarsi in trampolino per un futuro percorso di lavoro.

Come vedi la pedagogia non è un qualcosa di destinato ai bambini e basta…

Contattami se hai una storia simile, fissa il tuo appuntamento per iniziare a mettere a fuoco il problema e avviarne il processo di  risoluzione..

Schermata 2018-05-17 alle 12.38.29

******************************
Sei la mamma o il papà di un bambino tra i 10 e i 16 anni con problematiche legate allo studio, all’apprendimento o più in generale alla scuola?

Se la risposta è SI sei nel posto giusto.

Sono la professionista che può aiutarti a capire e a risolvere il suo problema nel migliore dei modi per te e per lui.

Contattami al ➡️ 333 2351003

Oppure scrivimi cliccando qui ➡️ CONTATTAMI

******************************

 

Rispondi