Cosa dire a un figlio sul LUTTO: 2 strategie e 4 suggerimenti pedagogici

Buongiorno Vania,

  sono la mamma di Chicco, lui ha anni 3. 
Le scrivo per un porle un quesito che mi crea non pochi problemi. Premetto che sono una collega ma mi occupo da sempre di adulti e quindi non sono molto preparata sull’argomento infanzia.

Chicco frequenta il primo anno di materna è molto contento. Siamo una famiglia allargata perché il mio compagno è separato e padre di 2 figli di qualche anno più grandi. I fratelli li vede purtroppo saltuariamente per vari motivi. Ed il padre non è che sia molto presente in casa per lavoro, quindi Chicco vive principalmente con me ed i nonni.

Il problema è che mia madre è in coma da due settimane per emorragia cerebrale e probabilmente non si riprenderà più. Chicco è attaccatissimo alla nonna e sa che è all’ospedale perché ha la “bua al dito “.

Ogni giorno mi chiede come sta la nonna, io gli parlo dicendo che è all’ ospedale dai dottori che la curano come quando mamma ha portato il computer ad aggiustare dal dottore e lui capisce. A volte abbiamo qualche problema perché non vuole entrare in casa o non vuole stare in cucina o è molto nervoso. Risente molto della mancanza della nonna.

Ora però mi chiedo..come faccio a spiegargli (a momento opportuno) che la nonna non c’è più?
Cerco le parole adatte ma non so quanto possa capire a 3 anni..

Mi scuso per la mail lunga e grazie per l’attenzione 
   Cordiali saluti 

Mamma di Chicco

 

Lutto deriva dal verbo piangere, essere in lutto vuol dire proprio questo: essere in un profondo dolore per la perdita di una persona estremamente cara e importante.

Il lutto e tutto quello che lo circonda (emozioni e sentimenti) sono argomenti complessi, che non possono essere trattati con banalità né con generalizzazione.
Tuttavia alcune riflessioni mi sento di volerle condividere perché come la mamma di Chicco, anche altre di voi per motivi differenti si trovano in situazioni analoghe e in momenti diversi mi hanno portato le stesse preoccupazioni.

La morte e il lutto nell’epoca contemporanea

Nella nostra società contemporanea il LUTTO è qualcosa di lontano, distante dalle vite quotidiane. Molto diverso era prima, quando nella grande casa vivevano almeno tre generazioni e si vedeva più spesso la sofferenza e poi la morte di un nonno o un anziano zio.

Alcuni ragazzi pensano che si muore solo nelle serie TV o nei videogames, l’età della vita si è alzata e in famiglia non se ne parla più…
I genitori sembrano spaventati di doverlo fare [un pò come accade con l’educazione sessuale] e rimandano, finché un giorno a qualcuno toccherà…parlarne.

Invece il tema della perdita è quantomai presente oggi:

solo a poche ore da noi le persone muoiono in mare;

altre subito di là dal mare nostrum muoiono in guerre civili o per fame;

ogni giorno o quasi una donna muore uccisa perché un uomo ha deciso che lei non doveva vivere;

giovanissimi muoiono sulle strade, altri suicidi…altri per malattie incurabili [troppi tutti].

La morte non è in TV. La morte è nella vita.

La lettera che mi è arrivata mi ha ricordato tutto questo, il ciclo della vita che le scienze umane studiano dai tempi di Socrate e Platone e che oggi sembra passato di moda.

E’ fondamentale parlare ai bambini della morte di un nonno, senza fingere che sia un “andato via” o “in riparazione”, senza SMINUIRE il dolore che si prova.

Perché tuo figlio lo VEDE benissimo che stai soffrendo in ogni cm di tuo corpo, che non sei la solita mamma o il solito babbo.

Cosa suggerisce la Pedagogista?

  1. introdurre il tema del ciclo della vita, utilizzando storie illustrate e esempi pratici (differenti a seconda dell’età) da sempre, senza aspettare di aver una perdita in famiglia;
  2. dire la verità, mantenersi sul piano del vero e reale, dando loro la sicurezza che questa cosa infinitamente dolorosa è naturale per lui come per voi, e che per questo piangerete insieme;
  3. utilizzare un linguaggio e delle immagini idonee all’età, chiedere ripetutamente se ha capito e se ha bisogno che si rispieghi cosa gli stiamo comunicando;
  4. dare l’opportunità a tuo figlio di salutare la nonna o il nonno, un ultimo abbraccio che porterà nel cuore.

Sarai interessato a sapere cosa ho risposto alla email. Questa è la mia risposta, una parte..:

Buongiorno gentilissima Mamma,

     lei mi pone un grande quesito. La perdita, il lasciare andare senza mai più rivedere qualcuno che si ama è un percorso faticoso a qualsiasi età.

Il piano della realtà è sempre quello che offre maggiori sicurezze, definendo senza zone di ombra si garantisce ai piccoli la sensazione che l’adulto ci protegge senza mentire.

Parlo con chi conosce la psiche e con una mamma, lei può trovare le parole migliori per spiegare a Chicco che la nonna non è un computer da riparare, ma è un fiore che dopo una meravigliosa fioritura di prepara ad appassire…

Strategie da utilizzare:

A) dalla narrativa

Ho chiuso la email aggiungendo dei testi di letteratura per l’infanzia sul tema Lutto, quelli che preferisco e che ho visto riuscire bene, anche se ne esistono molti in commercio che potrebbero essere acquistati:

La nonna addormentata di Parmeggiani e Joao Vaz de Carvalho,
I pani d’oro della vecchina di Annamaria Gozzi, Violeta Lopiz,
Un paradiso per il piccolo orso di  W. Erlbruck
Il cerchio della vita di Koos Meinderts, Harrie Jekkers, Piet Grobler

Aggiungerei alla lista:

IL BUCO di  A. Llenas, Gribaudo, 2016 perché spiega bene il vuoto che si percepisce dopo una perdita.

L’anatra, la morte e il tulipano di  Erlbruck è forse il più bello..ma lo consiglio ai #Genitori insieme a La regina Cuoredighiaccio di Claudia Ravaldi (Ciao Lapo onlus ).

B) Chiedere aiuto e sapere di essere UN aiuto

Il lutto non è una malattia, ma il tempo doloroso della vita legata alla perdita, e sono spesso le soluzioni trovate per affrontarlo che possono invece rivelarsi problematiche. E come diceva J.Bowbly non è possibile rielaborare completamente un lutto senza la presenza di un’altra persona: dichiarazione che sottolinea l’importanza e l’efficacia dei rapporti affettivi.

Le reazioni alla perdita:

Un bambino come un ragazzo può subire la perdita in modalità differenti con reazioni psicosomatiche, regressioni, perdita del sonno, gelosie e attacchi di rabbia improvvisa. Tutte risposte importanti, da accogliere, MAI sminuire, né ironizzare.

Talvolta ci sono peggioramenti nel rendimento scolastico o cambiamenti nel comportamento e nella socialità.

Tenete tutto d’occhio, pronti ad intervenire se la cosa non rientrasse attivandovi contattando le figure professionali che avete più vicine (pediatra, pedagogista, psicologo).

Ti saluto così con le parole di una grande scrittrice:

Un dolore così dolore dell’anima, non si elimina
con medicine, terapie o vacanze;un dolore così
Lo si soffre, semplicemente, fino in fondo,
senza attenuanti, come è giusto che sia.
Isabel Allende

 

Nel frattempo se hai bisogno di fare delle domande alla dottoressa Rigoni contattala

– scrivendo una mail a ➡ dr.vaniarigoni@gmail.com
– Su Whatsapp, cliccando a questo link ➡ http://bit.ly/2ycrsE2

A presto!

 

 

 

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