Le 2 facce del GIOCO spiegate dalla Pedagogista, la VERA attività INDISPENSABILE alla crescita di tuo figlio [parte 1]
Parlare di tempo libero nel 2017 è molto diverso di quando eravamo bambini noi. Giocare oggi sembra essere un argomento e un’attività di difficile realizzazione, spesso schiacciata fra i “compiti scolastici pomeridiani” e “lo sport, musica, lingue”.
Quello che raccolgo dai Genitori è un’ansia crescente motivata dall’atteggiamento dei figli rispetto ai giochi:
-si annoiano subito ancor prima di esser entrati nel vivo del gioco,
-ne vogliono mille senza sceglierne uno e saltano da uno all’altro,
-non sanno perdere e si arrabbiano eccessivamente.
I figli sempre più orientati al mondo digitale, sembrano appassionarsi solo alle APP e alla realtà virtuale.
Tu che corri per far quadrare il bilancio, arrivi stanco e ti sembra impensabile metterti a discutere per distoglierli dal telefono o dal tablet, ma ci provi comunque…
anche spinto dalla “pedagogista insistente” che ti ripete ogni volta:
⟪Giocate Insieme…mi raccomando, non lasciarti sconfiggere dalla stanchezza!⟫
Tuttavia il risultato è spesso atroce.
I bambini si piccano con te, tu ti innervosisci ancora di più e il risultato sono punizioni e musi lunghi intorno al tavolo della cena oppure strilla che “mettono in riga anche il figlio dei vicini” da quanto sono alti.
Perché insisto tanto col GIOCO?
Non vendo giocattoli. Quindi non ti sto provando a vendere nulla.
Sono una scienziata della Pedagogia e non un’animatrice di feste di compleanno.
A maggior ragione ti chiederai perché INSISTO col farti GIOCARE INSIEME a tuo figlio.
La risposta è nella Scienza.
IL GIOCO è da sempre, in tutte le società qualcosa di molto più elevato di un passatempo (pur avendone la funzione in parte di inganna tempo). Giocare è “fare finta che….”, sperimentare situazioni e comunicazioni, anche modalità di risoluzione dei problemi che prima o poi il tuo bambino si ritroverà ad affrontare nella vita di tutti i giorni.
Spesso i professionisti del settore educativo e socio-sanitario si interrogano su quali possano essere gli strumenti e le modalità diagnostiche e di intervento più efficaci con bambini e adolescenti che presentano diversificati disagi e difficoltà; può accadere che il mondo adulto degli specialisti si approcci con un modus operandi tecnico, artificiale e lontano dal punto di vista e dai reali bisogni dei più piccoli, rimanendo così distante e non fornendo un aiuto concreto centrato sull’infanzia.
Occorre invece riscoprire il valore che il disegno e le attività ludiche hanno all’interno di uno scambio relazionale capace di promuovere il cambiamento e il benessere della persona.
Per questo studiosi di educazione e di altre discipline in aiuto alla persona si interrogano da sempre su queste molteplici valenze del gioco e delle attività ludiche.
Per questo nel NIDO come nelle Scuola d’Infanzia al gioco è dato il posto principale, e quando NON accade “la pedagogista” corre subito in soccorso dei bambini allertata dai genitori.
Il bambino dall’età di due anni parla, corre, capisce riconosce le cose dell’ambiente fino a giocare, attività organizzativa attraverso la quale egli inizia a pianificare le proprie creazioni simboliche, immaginative e le rende coscienti e reali davanti ai suoi occhi (ispirato da Formazione dell’Uomo di M. Montessori, 1949).
E tu sai giocare? Lo stai usando nel modo giusto?
Inizia a pensare al TEMPO che passi giocando con lui e al COME ti senti.
Nella seconda parte di questa riflessione che uscirà la prossima settimana, troverai alcuni suggerimenti pedagogici che chiamano in “aiuto” anche gli altri caregiver fra cui i nonni (iscriviti alla Newsletter del Blog per non perderti gli articoli e l’invito alla Serata Genitori sul Tema Gioco e alla pagina FB).
Nel frattempo ti dico che un buon momento per “iniziare a pensare al Gioco in maniera pedagogica” è partecipare al Laboratorio di Natale che conduco il 16 dicembre (ecco il link>> Facciamo L’albero!)
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