La prima parte di questo articolo partiva da queste domande:
E’ proprio vero che serve fare sport a un bambino? devo proprio iscriverlo a qualcosa?
E se non lo faccio accadrà qualcosa di grave nella sua vita scolastica?
E se hai letto bene quello che ho cercato di spiegarti adesso sei pronto ad un approfondimento (se per caso te lo sei perso a questo link ➡PRIMA PARTE lo puoi recuperare)
Sei un Genitore di un Bambino o Ragazzino di quelli che non si ferma mai?
Mi viene in mente quel fanciullo minutino che entrò al mio studio diversi anni fa, appena iniziata la seconda media, con la madre di una tranquillità infinita e lui che saltellava su se stesso sulla sedia… Si erano già rivolti a una collega che per vari motivi non era riuscita a costruire una continuità di intervento. Perché? Lui faceva due sport impegnativi di squadra, il corso di inglese e il catechismo e per lei era difficile incastrarlo in agenda.
Un ragazzino che sembrava caricato a molla, senza alcuna diagnosi relativa all’Iperattività, tuttavia aveva dei grandi ostacoli da superare..nella concentrazione, nella lettura, nel calcolo e nell’organizzazione visto-spaziale.
Ci abbiamo lavorato per due anni scolastici, ma già all’inizio del secondo anni Giorgio era in grado di stare seduto in classe senza disturbare per tutta la mattinata, la storia e la geografia che sembravano materie impossibili per la difficoltà a passare dallo scritto a un pensiero immaginato su e giù lungo la linea del tempo e dello spazio piano piano sono state “domate”… anche gli schemi che prevedevano un lavoro di concentrazione, attenzione e trascrizione prima considerati il grande nemico oggi lo accompagnano al Liceo Scientifico.
( PS.come scrivo sempre il lavoro è da sviluppare in Equipe: pedagogista, bambino, genitori e scuola).
Quali strategie la dottoressa Vania Rigoni ha messo in campo?
TRE PASSAGGI SPECIALI
1) Se avessi fatto come tutti e avessi cercato di “fermarlo”…avrei FALLITO. Ho puntato sulla nostra relazione di FIDUCIA e ho lasciato che si muovesse.
2)Ho sfruttato il suo MOVIMENTO, e per il primo anno abbiamo lavorato su di lui, sul suo corpo e attraverso il Metodo Edumovement® in particolare, l’ho aiutato a recuperare quelle competenze e conoscenze che nel suo sviluppo “accelerato” si erano perse
3) Ho UTILIZZATO le CONQUISTE e i nuovi successi (sia in studio, che a scuola, che nello sport) per lavorare ad un nuovo modo di approcciarsi allo studio, per quanto faticoso, che lo ha condotto a riuscire a stare fermo davanti a un testo anche per un ora (oggi anche di più).
Ecco perché ho scelto di raccontarti la Storia di Giorgio in questo articolo che parla di Movimento e Sport collegati agli apprendimenti scolastici, una storia che è tutta incentrata su un fanciullo che non conosceva la fermezza e l’autocontrollo (per quanto sia sempre stato molto educato).
Ci sono anche bambini ATTIVI, o MOLTO ATTIVI perché hanno tutta una storia specialissima alle loro spalle, la storia del PRIMA, adozione, minori non accompagnati, minori che vivono in casa famiglia, come amano chiamarli Anna Guerrieri e Monica Nobile di Genitori di diventa onlus… Sono bambini e ragazzini a cui casca sempre tutto di mano in classe e producono rumore continuo, quelli che dopo 20 minuti devono per forza alzarsi dal banco per andare al cestino con la scusa di buttare qualcosa, o quelli che nelle regole di uno sport o trovano CASA per sempre (l’appartenenza a una Famiglia/Squadra) o rivivono il CAPPIO della loro condizione (regole che li IMMOBILIZZANO).
Anche questi bambini vanno comunque aiutati a MUOVERSI con soddisfazione e piacere, cercando amici e relazioni più che discipline immobili, necessitano di maestri che li amino e che li “vogliano” con loro (come dovrebbe accadere anche a scuola). Anche per loro valgono i 3 PASSAGGI SPECIALI della dottoressa Vania Rigoni, FIDUCIA, MOVIMENTO, RISORSE POSITIVE.
Movimento, Sport, Apprendimento: i 3 mondi connessi
Senza movimento non c’è apprendimento, dice Jean Le Boulch, il padre della Psicomotricità Funzionale di cui quest’anno si festeggia il ventennale in Italia.
Nell’attività motoria si imparano tante abilità nascoste che poi servono a scuola, come calcolare gli spazi e i tempi, rispettare i turni, contare, dosare la forza della mano, migliorare la pressione, coordinare l’occhio con la mano…
Per sviluppare in modo significativo le capacità e renderle utilizzabili nei futuri apprendimenti e comportamenti, occorre per forza indirizzarsi alla Persona/Bambino nella sua totalità, in particolare se vogliamo ottenere un VERO apprendimento (che è CRESCITA di abilità e competenze) occorre privilegiare le “esperienze vissute” piuttosto che quelle unicamente teoriche.
Non si può pensare quindi di educare all’apprendere senza educare al gesto e all’azione, alla consapevolezza di essi.
Questa attenzione, specificità e cura appartiene a chi come la dottoressa Vania Rigoni ha affinato la sua professionalità di pedagogista attraverso percorsi di specializzazione come la Pedagogia Clinica®, il Dir-Floortime®, il Brazelton Touchpoints Approach e continue partecipazioni a convegni multidisciplinari di alta formazione.
Adesso hai davvero molte risposte su cui riflettere, lo sport e il movimento, le loro implicazioni nello studio…
Se hai domande, cui non sono riuscita a rispondere nello spazio di questo post, puoi venire in studio e ne parliamo in specifico per la tua situazione vedrai che riusciremo a trovare la strategia giusta per te!
A presto,
Vania Rigoni
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[…] [Nella seconda parte un approfondimento extra…] […]
Molto interessante. Purtroppo si guarda sempre al problema da risolvere, se effettivamente ceyun oro mena, e poco alla storia del bambino. Noi siamo esseri in movimento conosciamo il mondo attraverso il gioco e giochiamo muovendoci.
Adesso sono curiosa di leggere il suo libro.
A presto Grazia
Grazie davvero!