Seconda parte di un capitolo iniziato sull’ADOZIONE e la vita scolastica. Come ti ho già detto nelle pagine precedenti hai l’obbligo di muoverti per tempo, già mentre stai aspettandolo a casa dopo l’abbinamento (leggi il post “Genitori ADOTTIVI e la SCUOLA, organizzati per tempo” del 22 agosto 2017).
Azionati subito. Parti e prepara il terreno per la sua accoglienza, come già da tempo lo stai facendo rispetto alla casa e ai tuoi familiari ed amici.
A scuola come va trattato tuo figlio?
L’alleanza è il primo tassello, le fondamenta del suo successo e del suo ben-essere scolastico e personale.
La famiglia, cioè tu, che hai costruito un’alleanza di intenti e di comunicazione con la scuola avrai come alleato interno un docente in particolare che sarà insignito del ruolo di “riferimento” per tuo figlio. Con lui e col dirigente avrai stabilito con discrezione quali strategie tenere per rispettare i vissuti del tuo bambino, avrai comunicato loro cosa sa della sua Storia personale ( te lo dico, ma lo saprai già, è importante che tutti quando parleranno a lui della sua storia utilizzino una comunicazione positiva, non sottolineando l’abbandono ma l’arrivo, non l’errore di qualcuno ma un percorso che lo ha portato a voi).
Suggerimenti di lettura:
Mamma di pancia, mamma di cuore. Un libro da leggere insieme di Anna G. Miliotti e Cinzia Ghigliano
Ti racconto l’adozione di Mariafrancesca Netto
Se nella classe di tuo figlio o di tua figlia non è stata presa questa decisione e tu vedi che ci sono delle difficoltà, piccole o grandi irrequietezze e sofferenze devi MUOVERTI subito.
Ma quali sono i parametri da tenere per individuare questa figura di insegnante cosi preziosa?
Andare a scuola, con garbo e gentilezza chiedere che vengano applicate le Linee Guida e quindi chiedere che venga nominato il maestro o professore di riferimento.
Due gli aspetti con cui verrà scelto:
1️⃣per prima cosa la sua competenza professionale in materia di adozione,
2️⃣poi l’affinità affettiva che gli avrà consentito di tessere con lui una relazione e una fiducia tali da poter fungere da ponte fra le difficoltà e le soluzioni, fra i compagni e se stesso, con i docenti e i suoi comportamenti e fra scuola e famiglia.
Un ruolo che quell’insegnante svilupperà non in solitudine, ma aiutato dai colleghi che con lui collaboreranno al progetto educativo e didattico personale per il tuo bambino e la sua famiglia.
La solitudine nella scuola e nei progetti educativi non conduce a buoni risultati nel tempo, bensì a piccole soluzioni immediate.
Importante per Genitori di ragazzini delle Medie e superiori:
Questo non è un modello esclusivo applicabile solo nelle Scuole dell’infanzia e della Primaria, anzi è da tenere di riferimento anche nelle successive perché essere adottati non è una condizione che cambia nel tempo, è per sempre e con l’adolescenza certe complessità emotive si acuiscono e ai ragazzi necessita ancor maggior presenza per essere accompagnati nella trasformazione da infante ad adulto.
E’ vero che ha difficoltà più degli altri negli apprendimenti?
I minori adottati sono una categoria maggiormente vulnerabile alle difficoltà scolastiche. Ciò non significa che per tutti i bambini adottati il percorso scolastico si presenti irto di ostacoli.
Se molti hanno difficoltà anche serie, ce ne sono altri che nonostante esperienze precoci particolarmente avverse riescono ad avere una buona crescita cognitiva e a confrontarsi positivamente con l’apprendimento. E’ inoltre dimostrato che bambini che incontrano difficoltà all’inizio del loro percorso scolastico possono recuperare molto, se ricevono attenzioni adeguate.
Sono molte le variabili che possono fare la differenza tra caso e caso: l’età in cui il bambino viene adottato, il paese di provenienza, la lingua appresa prima dell’adozione, le esperienze precoci, le caratteristiche della famiglia adottiva e del contesto di vita del post-adozione…
Per esperienza e studi scientifici posso dirti che i problemi più evidenti emergono circa la capacità di restare concentrati, attenti e di autoregolarsi.
Il continuo subbuglio emotivo gli impedisce di seguire la lezione, prendere appunti, stare concentrato e mediamente fermo per il tempo necessario ad apprendere, questo così lo conduce a difficoltà nel rendimento scolastico (di cui è consapevole) provocando due reazioni e comportamenti apparentemente opposti:
A) utilizzare la passività come espediente per evitare di mettersi in gioco,
B) assumere in classe condotte disturbanti e atteggiamenti oppositivi difficili da gestire.
Bastano le Linee Guida per aiutare tuo figlio adottivo?
Ovvio che no.
Qui occorre una strategia pedagogica e a volte anche psicologica che vada a sostenere l’autostima dei bambini.
Bambini deprivati nei primi anni del loro sviluppo di un’affettività stabile e sicura svilupperanno un’insicurezza e fragilità molto probabile di fronte alle difficoltà.
L‘autostima carente si traduce in sfiducia nelle proprie capacità e difficoltà a tollerare la frustrazione e l’insuccesso, laddove “imparare” comporta proprio il riconoscimento di non sapere (cioè la possibilità di tollerare la mancanza), la dipendenza da qualcuno che sa (cioè la possibilità di affidarsi) e infine la possibilità di ricevere e assimilare.
Inoltre le frequenti rotture di continuità affettiva, di esperienze di riflesso provocano un’evidente impreparazione di fronte alla capacità di pianificare, frammentare e riorganizzare il pensiero dando vita a dei blocchi temporanei o permanenti di pensiero talvolta legati a rimozioni e/o scissioni.
>>E’ importante che gli insegnanti parlino il Linguaggio dell’Adozione, e che sappiano cosa realmente sta dietro una famiglia che ha scelto l’adozione come via generativa, la ferita che i bambini porteranno con se tutta la vita.
>>E’ fondamentale che tu ti ponga in relazione con loro, in alleanza e se noti incertezze e difficoltà ti rivolga subito a una pedagogista come me per individuare rapidamente come cambiare la situazione.
Forse servirà chiamare altre figure, forse basteranno dei colloqui più frequenti con gli insegnanti, forse un percorso pedagogico clinico per il tuo bambino .. tante possibilità per tante storie diverse.
AGISCI e NON MOLLARE mai.
Ma non mollare, non lasciare che tuo figlio venga messo da parte, che si auto isoli o si auto penalizzi perché vive un gran subbuglio dentro.
Agisci per evitare che caschi in quella grande massa, che non dovrebbe esistere, di ragazzi drop out (= i dispersi dalla scuola) che non sono ribelli, poco intelligenti, cattivi…sono solo ragazzi che non hanno incontrato “progetti formativi adatti a loro” e “specialisti che li hanno riconosciuti”.
Se vuoi approfondire, puoi leggere l’articolo precedente >> Genitori ADOTTIVI e la SCUOLA, organizzati per tempo.
Se poi vuoi parlare con la pedagogista Vania Rigoni per essere seguito nel coordinare il percorso educativo e didattico di tuo figlio a scuola al meglio puoi contattarla attraverso uno dei riferimenti in alto.
Se pensi che questo articolo sia utile per qualche tuo amico o collega, condividilo con lui.
A presto,
Vania Rigoni
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Ti ricordo i documenti del MIUR:
Linee di indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati >>
Nota Miur 21 Febbraio 2014 in merito alla deroga all’obbligo per gli alunni adottati >>
Nota Miur 24 Luglio 2015 in merito alla deroga all’obbligo per gli alunni adottati >>