Parlando con delle mamme relativamente alle differenze dei figli… e della loro felicità nel vederli nel loro ambiente…
Ma non sarà che stiamo sbagliando qualcosa a non dividerli per gruppi di interesse anche a livello di scuola dell’obbligo?
Pensando a questo, mi son venuti in mente tutti quei bambini che negli anni ho incontrato e i ragazzi che solo per poco non hanno lasciato la scuola…o quelli che l’hanno vissuta nel peggiore dei modi.
La dispersione scolastica è un argomento INQUIETANTE per un Pedagogista. L’ABBANDONO scolastico è ancor più DRAMMATICO per un GENITORE. Per un giovane è assolutamente un DANNO, una FERITA che si porterà a lungo sopratutto se ne analizziamo le cause.
Al centro di molte ricerche scientifiche oggi, ma anche nella quotidiana esperienza di studio cresce il numero dei ragazzini e bambini iperdotati che incorrono al rischio di COMPLICAZIONI scolastiche se non ABBANDONO.
Parto con qualche dato:
In Italia, per quanto riguarda la riduzione del tasso di abbandono precoce, si sono registrati miglioramenti dal 2009 la percentuale dei giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano precocemente la scuola, non conseguendo diplomi di secondo grado né attestati di formazione professionale, è scesa al 15% nel 2014 (con un evidente differenziazione fra i sessi). Con questo dato, l’Italia raggiunge il suo obiettivo nazionale fissato al 16%, pur rimanendo ancora distante dall’obiettivo europeo del 10% entro il 2020.
In Italia, a differenza di altri Paesi, le politiche e le misure per contrastare l’abbandono precoce non sono ancora inserite in una strategia globale, anche se sono state intraprese alcune iniziative per riunirle in un unico framework e si sta cercando di rafforzare la cooperazione con i vari soggetti interessati (famiglia, alcuni ministeri, enti locali e associazioni del terzo settore). Importanti sono le misure sistemiche che ruotano attorno all’obiettivo dell’inclusione, come l’innalzamento dell’obbligo di istruzione e formativo, l’istituzione del sistema nazionale delle anagrafi degli studenti, il riordino del sistema di istruzione e formazione professionale con la definizione di organici raccordi tra i percorsi degli istituti professionali e i percorsi regionali, fino alla riorganizzazione dell’istruzione degli adulti, senza tralasciare la speciale attenzione che il nostro Paese ha rivolto da sempre all’educazione e alla cura della prima infanzia.
Gli ABBANDONI sono legati a differenti situazioni della PERSONA/ALLIEVO che vanno
- dal vivere in un contesto di povertà dove le famiglie socialmente escluse hanno uno scarso accesso a libri, biblioteche, musei, rete dei servizi per la prima infanzia, sport, fruizione digitale, etc..;
- difficoltà peculiari del ragazzo come avere un DSA (disturbo dell’apprendimento) o un DL (disturbo del linguaggio) non prontamente preso in carico che inevitabilmente causa un malessere nel bambino che crescendo lo porta ad essere scarsamente motivato ( ve ne parlo nel prossimo post) e spesso con un comportamento disturbante;
- plus-dotazione o come si chiamava un tempo, il bambino/ragazzo eccellente che annoiandosi da un lato, avendo degli “impacci” da altri aspetti appare annoiato, poco interessato, spesso si isola e piano piano si allontana.
ECCO.
Oggi vi parlo di lui.
Va di moda chiamarli all’inglese Gifted Children, sono i bambini Iperdotati.
Se da un lato in base alla L. 104 e a quanti rientrano nella recente Direttiva sui Bisogni Educativi Speciali (BES, 2012) la scuola deve un’attenzione del tutto particolare non si può non evidenziare che la Direttiva, sia pure brevemente, richiama infatti l’attenzione di tutti i docenti anche su coloro che, pur avendo potenzialità intellettive alte, possono presentare difficoltà nell‟apprendimento o, più spesso, disarmonie a livello delle competenze relazionali ed emotive tali da essere scambiati con ragazzi dal potenziale basso, o iperattivi, o svogliati al punto da abbandonare la frequenza scolastica.
La scoperta delle intelligenze multiple (Gardner 1983) LINK pur come leggete nel post relativo non essendo stata formulata dallo scienziato per scopi pedagogici o didattici ha fornito un contributo importante per chi si occupa oggi di educare e insegnare sottolineando la centralità delle molteplici caratteristiche del bambino, ragazzo (studente) e la marginalità della didattica nozionistica e quantitativa.
Valorizzare e dare senso
Questo consente ai docenti di valorizzare ciascun alunno, nessuno escluso, e conferisce significato al loro lavoro e aiuta i genitori a comprendere e a supportare il figlio.
La stesura e condivisione del patto educativo previsto dalla scuola dell‟autonomia diventa così un’azione concreta di valorizzazione del progetto educativo per ogni singolo allievo .
Acquistano in tal modo concretezza i principi di personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella Legge 53/2003 (Riforma Moratti) nella prospettiva della “presa in carico” dell‟alunno con BES da parte di ciascun docente curricolare e di tutto il team di docenti coinvolto, non solo dall‟insegnante per il sostegno.
ATTENZIONE!
Tuo figlio IPERDOTATO è da considerare un Bisogno Educativo Speciale (BES).
La Normativa Italiana parla chiara, qualsiasi “deviazione dalla norma che implichi necessità particolari di insegnamento per favorire un benessere scolastico e un apprendimento significativo” è da considerarsi un bisogno educativo speciale.
Come si fa a capire che tuo figlio è iperdotato?
SERVE RIVOLGERSI AL PEDIATRA il quale su segnalazione tua, e della scuola e di figure preparate come anche la pedagogista richiede una visita dal Neuropsichiatra Infantile (NPI) o dal Neuropsicologo che gli effettuerà dei Test psicometrici per la misurazione del QI precisi per verificare.
NON basta che sia il primo della classe, o che si annoi a scuola per essere plus-dotato.
Perché non sia negato ad alcuno di fruire dei servizi di cui abbia bisogno
in un‟ottica di pari opportunità. Perché non si debba rinunciare ancora
una volta a battere la dispersione sprecando la possibilità di realizzare
una scuola per tutti e per ciascuno nella sua unicità.
cit.G. M. Miola
Ass. Gifted And Talented Education
Come ti ho detto occorre un Medico specializzato che misuri il QI (Quoziente di intelligenza) perché la iperdotazione ha un’aspetto universale di tipo biologico rilevabile quantitativamente. Tuttavia questo dato va interconnesso con l’osservazione qualitativa di aspetti come la creatività, il pensiero divergente, l’autoregolazione, l’alfabetizzazione emotiva, ecc…
Ho trovato fra le analisi scientifiche attuali che le ricerche condotte sulla popolazione scolastica dotata hanno dimostrato che sono presenti in un range stimabile fra il 2% e il 5% dell‟utenza scolastica complessiva.
Ho trovato anche che un numero significativo di alunni iperdotati si trova in difficoltà e cerca di frequente un percorso di supporto, per evitare l‟insuccesso o l‟abbandono scolastico.
HAI LETTO BENE.
Un numero significativo di alunni iperdotati si trova in difficoltà e cerca di frequente un percorso di supporto, per evitare l‟insuccesso o l‟abbandono scolastico.
Secondo una ricerca del 2000 il 63% dei gifted non raggiunge il successo scolastico (Va-Tassel Baska).
Perché?
Questi bambini benché abbiano una lista INCREDIBILE di caratteristiche di ECCELLENZA in alcune aree (apprendimento, pensiero creativo, motivazionali, leadership sociale, autodeterminazione, psicologica..) hanno parimenti delle CRITICITà.
Differenza fra lo sviluppo cognitivo e quello motorio.
Nelle attività motorie può apparire “goffo o maldestro”, in altre parole decisamente in ritardo rispetto al gruppo dei pari (Lovecky, 2004).
Divario fra lo sviluppo cognitivo e quello emotivo.
Non è raro, infatti, che il bambino iperdotato mostri un vocabolario più sviluppato rispetto ai coetanei ma che, dal punto di vista emotivo, abbia reazioni tipiche dell‟età cronologica o addirittura di età inferiori (Pfeiffer & Stocking, 2000; Webb et al., 2005).
L’identificazione è difficile perché i punti di forza di questi studenti possono a volte mascherare debolezze.
Questi studenti, ad ogni modo, hanno alte probabilità di sviluppare impotenza appresa, frustrazione, scarsa motivazione, bassa autostima, problemi emotivi sociali/comportamentali (Luna e Reis, 2004).
Difficoltà nelle relazioni sociali.
Il bambino iperdotato si trova spesso immerso in un contesto sociale in cui i coetanei hanno interessi radicalmente diversi dai suoi.
es. Il tuo bambino può essere estremamente interessato alla lettura di libri che riguardano l‟universo fin dall‟ingresso alla scuola primaria, ma molto difficilmente troverà dei coetanei che condividono questo interesse.
La difficoltà nel costruire una rete sociale compare spesso già nei primi anni della scuola primaria, ma diventa un importante fattore di rischio nell‟adolescenza.
L‟adolescente sprovvisto di una rete sociale di supporto ha un‟elevata probabilità di sviluppare un disturbo dell‟umore o comportamenti rischiosi, a volte devianti.
Il bambini iperdotati, come qualsiasi altro bambino, hanno bisogno di amici.
Purtroppo molto spesso questo loro naturale bisogno non riesce ad essere soddisfatto poiché gli interessi speciali di questi bambini e ragazzi, difficilmente riescono a condividerli con i loro coetanei. Infatti molto spesso, mostrano una spiccata preferenza per bambini più grandi di loro o adulti.
NB.Ovviamente non tutti i bambini con queste caratteristiche di QI presentano problematiche di rilevanza clinica o sono a conoscenza di rientrare all‟interno di questa popolazione esclusiva.
COME AGIRE quando sei certo che tuo figlio ha queste caratteristiche di iperdotazione?
Cosa chiedere alla SCUOLA?
✅Chiedere di adottare misure di personalizzazione pedagogica e didattica in modo da rendere l’insegnamento il più flessibile possibile, di predisporre la possibilità di variazioni curricolari, di adottare delle misure di sostegno e di sensibilizzare gli ambiti scolastici su queste tematiche.
✅Strutturare misure di didattica personalizzata e di adeguata valutazione della situazione scolastica in alleanza SCUOLA – FAMIGLIA – SPECIALISTI ha lo scopo primario di evitare che le caratteristiche di sviluppo asincrono siano causa di disadattamento scolastico, abbandono, malessere psicologico.
Questo è indicato nelle Indicazioni Nazionali del 2012:
“[…] A partire dal curricolo di istituto, i docenti individuano le esperienze di apprendimento più efficaci, le scelte didattiche più significative, le strategie più idonee […].
Fin dalla scuola dell’infanzia, nella scuola primaria e nella scuola secondaria di I grado l’attività didattica è orientata alla qualità dell’apprendimento di ciascun alunno e non ad una sequenza lineare, e necessariamente incompleta, di contenuti disciplinari”.
Le strategie didattiche che ne derivano dovrebbero sempre tener conto degli stili cognitivi di ciascun alunno, assecondandone le specifiche inclinazioni ed i personali interessi, tramite percorsi didattici specifici per i diversi bisogni educativi presenti nel gruppo classe.
Talvolta ti sembra di camminare da solo, genitore, e ti sembra che tutto sia un percorso in salita, faticoso e senza senso…
Invece quella che hai di fronte e che sta scrivendo questo post per te, la dottoressa Vania Rigoni, è una professionista che nel sostegno alla Famiglia, al ruolo di Genitore ha investito tutto il suo interesse e cura professionale ispirandosi ai principi della nostra Costituzione Italiana che crede fondamentale la Tutela della salute:
Art. 32 – La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti […]
La salute oggi è anche aver cura dello sviluppo sociale, emotivo e cognitivo del bambino e del ragazzo non soltanto in termini di “malattie” ma nell’accezione più ampia di stato di completo benessere fisico, mentale e sociale(O.M.S.,1948).
“La salute si raggiunge allorché gli individui sviluppano e mobilitano al meglio le proprie risorse, in modo da soddisfare prerogative sia personali (fisiche e mentali), sia esterne (sociali e materiali).”
A presto,
Vania Rigoni
Contattami senza preoccupazione o imbarazzo, tutto è normale quando si conosce, tutto è angoscioso quando non si capisce.