Intervista del martedì, la violenza non si risolve col fai da te.

Oggi non sono io l’autrice del post, chi scriverà è la sociologa criminologa e mediatrice familiare Cinzia Vitale.

Era l’inizio del 2013, quando il Blog era considerato dai professionisti un’invenzione “diabolica” o “un balocco” io invece mi ero inventata l’Intervista del Martedì, nella quale ospitavo professionisti con cui avevo una relazione di stima e fiducia. Sono state con me la psicologa Claudia cavaliere (ora mental coach de I Medicei Rugby), la pedagogista clinica Monica Cavaliere di Mestre, la pedagogista clinica Federica Petrignani di Terni…e altre colleghe avventurose.

Mi è sempre sembrato importante condividere il mio spazio web con persone che con me condividono il senso del rispetto, dell’accoglienza e della prevenzione. Alla dott.ssa Vitale ho chiesto di parlare agganciandosi a una sua intervista a Radio Fiesole di qualche settimana fa..

Vi lascio adesso alle sue parole:

Mi piace molto essere ospitata  nella poliedrica realtà professionale della dott.ssa Rigoni. E’ come essere chiamati a fare parte di un grande prisma che ha la capacità di riflettere sfumature di colore diverse  a seconda dell’inclinazione che assume, è bello. La ringrazio molto.

L’intervista di cui potrete ascoltare alcune tracce affronta l’argomento “uomini maltrattanti” ed è andata in onda il 10 maggio scorso dagli studi di Radio Fiesole all’interno del Live News del mattino, per il quale, tra gli altri impegni,  ogni mercoledì tratto argomenti legati alla mia figura professionale di sociologa criminologa. In studio con me il dott. Bisciglia, psicologo psicoterapeuta, e socio fondatore del CAM, Centro Ascolto Uomini Maltrattanti. Professionista di grande esperienza con cui ho condiviso l’intervista.

Capita spesso che io sia insieme a professionisti con cui collaboro, o con colleghi che condividono una parte della materia che tratto; ricorderete che è stato così anche per l’intervista fatta proprio insieme alla dott.ssa Rigoni.

  • E’ importante che un evento, un fenomeno, uno studio, sia osservato da occhi diversi; si colgono piu’ sfumature.
  • Specialmente quando i temi sono spinosi come le violenze intrafamiliari, le truffe, o le separazioni con livello di conflitto altissimo.
  • Fenomeni che vanno considerati sul piano sociale, criminologico, giuridico, psicologico, pedagogico, educativo.
  • Anche la prevenzione ha bisogno che tutte queste figure professionali e  che queste realtà siano sinergiche, altrimenti non funziona.
  • Ad una donna vittima di maltrattamenti non può essere sufficiente il solo invito alla denuncia; è indispensabile ma non sufficiente. E la cronaca lo dimostra.

Una donna vittima di maltrattamenti ha bisogno di un continuum di sostegno e di figure altamente formate. In ogni settore. Prima, durante e dopo.

Una donna vittima di maltrattamenti è la professionista, la ventenne, la settantenne, la casalinga, l’amica del cuore, è chiunque. La violenza sia fisica che psicologica è trasversale.  E trasversale deve essere la tipologia di aiuto che deve ricevere. Un aiuto a lei prima di tutto, quindi all’intero nucleo familiare. E poiché una donna vittima di maltrattamenti ha un maltrattante..anche il maltrattante va trattato, senza ombra di dubbio. Quante donne temono le  ripercussioni dopo aver denunciato?

Ecco.. secondo me, senza la rapidità di intervento, le strutture, il personale di ogni settore adeguatamente formato, e la presa in carico di tutte le figure che ruotano intorno ad una donna che subisca maltrattamenti, non si può fare un buon lavoro.

Idem per i progetti sulla prevenzione, che devono essere comprensibili, rassicuranti, pratici, indicativi, e soprattutto devono far comprendere alle donne che davvero può capitare a chiunque.

Le mura domestiche sono omertosissime, e se parliamo del reato dell’uccisione del partner o dell’omicidio-suicidio se ne può fare una casistica, ma c’è un reticolo di casi non emersi di comportamenti devianti, controllanti, violenti che restano sconosciuti. Ed è uno strato sommerso ma numericamente impressionante.

Il comunemente definito raptus che riempie le cronache in realtà fa parte di una casistica estremamente esigua rispetto a tutti i casi in cui i prodromi di un’atto di violenza erano già latenti se non addirittura manifesti.

Gli indicatori, cioè i segnali di avvertimento, ci sono quasi sempre.

Avete la possibilità di ascoltare proprio a quali di questi segnali l’ottimo Dott. Bisciglia,fa riferimento.

Alcuni comportamenti sono reale indice di qualcosa che “non va bene” e i centri antiviolenza sono una vera risorsa; servizi esistenti vanno conosciuti perché chiunque possa non solo accedervi, ma anche averne un’idea precisa .

C’è molto da fare sotto ogni punto di vista, e molto da migliorare.

Da dove si comincia?
Direi da un concetto che ormai ripropongo a nastro:
“il fai da te non funziona”.

Dove c’è una violenza intrafamiliare non si può pensare di cavarsela da soli. Si ha bisogno di aiuto, e anche tanto, senza se e senza ma.

Ovviamente io mi riferisco alle figure professionali ad ampio raggio. Dove c’è violenza psico fisica c’è dolore per tutti i componenti di un nucleo familiare. Il maltrattamento ha piu’ forme.

Ma la prima confidenza di un proprio disagio quasi sempre viene fatta ad una persona di fiducia che si conosce. Ecco..quella persona potremmo proprio essere noi, che accogliamo la sofferenza di un’amica o di un amico che in quel momento riconosce in noi la capacità di custodire la sua confidenza.

Lo ripeto, c’è tanto da fare, cominciamo con una chiacchierata con chi ne sa ..è utile farlo.

Ho molta fiducia nei modelli positivi. Fanno bene..

Mi piacciono le storie di chi ce l’ha fatta, sono efficaci tanto quanto una raccomandazione.
Mi piace il lavoro di squadra.
Mi piace pensare che una vita nella violenza o nell’esasperato controllo è una vita che nessuno merita di vivere.

Attraverso la mia ospite speciale, la dott.Vitale, ho voluto darti un aiuto extra e competente, di solito parlo di bambini, figli e genitori (o ex) ma c’è anche un mondo meno sommerso di quanto tu pensi e di quanto viene malamente narrato nei TG e nei quotidiani, peggio ancora nei social. Un mondo che io sento e vedo nei racconti delle consulenze pedagogiche, nelle mediazioni familiari…

Un mondo di persone che soffrono, donne vittime e uomini che maltrattano. Occorrono specialisti formati ad AGIRE come Vitale e Bisciglia (e il team del CAM) e specialisti formati a intuire come la Rigoni che con gentilezza professionale ti accompagneranno ad altro intervento.

La violenza esiste e la cura non è il silenzio.

AGISCI.

..condivi l’articolo con chi vuoi…

Vania Rigoni …e Cinzia Vitale

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