I SENSI, sensorialità, percezione. Alcuni degli strumenti indispensabili per gli apprendimenti.

I SENSI e la PERCEZIONE, sono due vocaboli che tiro fuori ogni cinque minuti quando sono in studio sopratutto con i genitori del NIDO e con quelli della fascia 3-7 anni.

Perché?

Il mondo dai secoli della nostra origine si è esperito attraverso i SENSI prima ancora che con ogni altra capacità intellettiva.

Abbiamo toccato, annusato, guardato, udito e gustato tutto quello che ci circondava. Tutte le operazioni che ci dobbiamo aspettare da un bambino in evoluzione.

Uno dei sensi principali per l’apprendimento è il tatto.

La capacità di riconoscere gli oggetti in base al tatto si fonda sulla capacità del Sistema Nervoso Centrale di integrare varie informazioni riguardanti forma, dimensioni e caratteristiche di superficie.
La stimolazione di varie popolazioni di fibre nervose determina l’invio di informazioni frammentate sugli oggetti; tali informazioni di modalità differente sono trasmesse da vie in parallelo e permettono alla corteccia cerebrale di ricostruire le immagini degli oggetti.

L’uomo ha quindi la capacità di riconoscere gli oggetti mediante il tatto (si dice stereognosia).

Questo è un processo che si fonda sul processo integrativo dei sistemi cognitivi cerebrali e non sulla capacità del sistema recettoriale di trasmettere informazioni sensoriali.

SIGNIFICA cioè che grazie alla capacità del nostro cervello di “interconnettere e compensare, e includere” le informazioni che gli arrivano da tanti informatori nascosti sulla parte esterna del nostro corpo si vanno ad attivare varie zone.

Queste a loro volta fanno azionare altre attività celebrali che sono destinate a far comprendere alla persona:
-la stima del peso di un corpo, una distanza,
-capire se più grande o più leggero, se ruvido o meno,
– se caldo oppure gelido, e anche il perché e
-la casualità del perché sia diventato liquido e prima era solido…

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Il sistema somatosensoriale comprende tutte le informazioni che provengono dalle parti superficiali (cute) e profonde (organi interni, muscoli, articolazioni)

Tale sistema comprende cinque modalità: 

1.Meccanocezione (superficiali)

2.Propriocezione (profonda)

3.Nocicezione (percezione del dolore)

4.Termocezione ( percezione del caldo e freddo)

5.Interocezione (la percezione dei nostri organi interni/visceri)

La MECCANOCEZIONE e la  PROPRIOCEZIONE sono i due paroloni che potresti sentir pronunciare dal neuropsichiatra, dal neuropsicomotricista o psicomotricista,  non sono altro che il TATTO, quello che viene normalmente indicato così.

Il tatto è rappresentato dalla meccanocezione superficiale; è dovuta a recettori sensibili a stimoli meccanici che sono localizzati nella cute. e comprende tre qualità:

• Pressione: intensità e tempo dello stimolo
• Tatto in senso stretto: velocità
• Vibrazione: accelerazione

La meccanocezione permette al corpo di mettersi in relazione con il mondo esterno, di esplorarlo attivamente e di ricevere passivamente le informazioni. L’organo di elezione per il tatto è la mano 

La propriocezione mette in relazione il corpo con l’ambiente esterno e relazione le parti del corpo le une con le altre; permette quindi di sapere la posizione degli arti, la forza esercitata quando si solleva un peso e la velocità con cui viene mosso un arto. Infatti la propriocezione comprende tre qualità:

1)Il senso di posizione
2)Il senso di movimento
3)Il senso di forza

L’apprendimento quindi rappresenta il processo mediante il quale il bambino acquisisce conoscenza del mondo che lo circonda, la memoria è il processo mediante il quale le conoscenze acquisite vengono codificate, conservate ed utilizzate. (cit.Ipsaro, 2016)

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Ecco perché è fondamentale, e anche nella PIRAMIDE dell’APPRENDIMENTO,

si vede bene come mai i SENSI sono preziosi:

I SENSI e la SENSORIALITA’ sono alla base della costruzione

dei successivi apprendimenti e aree di sviluppo motorio e cognitivo.

L’apprendimento può essere definito come la capacità di acquisire conoscenze dal mondo esterno, che inducono delle modificazioni comportamentali.

Perché oggi tanto tecnicismo in questo post?

Oggi ho voluto essere così tecnica per rispondere ad alcuni dubbi in merito a “comportamenti e attività poco pedagogiche dentro ai nidi o agli asili”che leggi spesso in più di un Gruppo dentro FB, dove ci sono anche tante mamme si adoperano ogni giorno per diventare sempre più illuminate ed evolute per sostenere i loro bambini con piccole e grandi difficoltà.

Spesso nei racconti leggo:

all’asilo/nido lo richiamano sempre, lo mettono nella seggiolina della riflessione perché è agitato, ti dicono che non riesce a stare più di 15 minuti concentrato…passa le giornate nella seggiolina. E poi scopro che in tutta la mattina hanno solo fatto gioco libero.

ALL’ASILO!!!!!!!! non è mica alle Medie

BASTA con queste cose. O al NIDO, peggio ancora, che li tengono fissi a sentire canzoncine senza tregua, con giochini sono in loop, e poi un’attività manuale ogni tanto…

La FOLLIA dei non-progetti pedagogici.

Mi si strizza l’arteria, diceva mio nonno. 

Anche a me, a una pedagogista il cui ruolo è proprio quello di progettare percorsi di sviluppo per un bambino ed i suoi genitori, sapere che in certi luoghi si fanno solo attività “passatempo”, “regolative”, oppure “fuori tempo” …mi fa pensare due cose:

  1. avete forse i titoli accademici, ma li usate male
  2. alle Università si studiano le neuroscienze ma non si insegnano i classici (Piaget, Montessori, Pestalozzi, Steiner)
  3. vi occupate solo dello stipendio a fine mese
  4. avete interpretato male il concetto di “servizio educativo” scambiandolo con “parcheggio”.

Ho deciso farò guerra a tutti le Educatrici che non impostano il lavoro sulla relazione e sull’esperienze destrutturate e creative, sensoriali.

I bambini devono TOCCARE tutto.

E se non lo fanno, smettetela di dire che hanno dei problemi per cui devono andare dal NPI. Devono solo essere accompagnati e aiutati a crescere con i loro genitori.
Per questo faccio consulenza alle coppie genitoriali, faccio colloqui e percorsi per 0-6anni. Facile dire che hanno dei problemi e poi delegare, mettere le ansi e sparire.

Il più possibile devono manipolare il mondo, anche con la bocca, con la faccia, con la pelle delle braccia e dei piedi e delle spalle. Tutto il loro corpo, il tuo corpo, è coperto di recettori percettivi che attivati mandano segnali al SNC che decodifica, organizza e memorizza nello scaffale giusto che poi servirà loro per il momento utile.

Riattivare la “sensorialità” è una delle prime operazioni che ho imparato a perfezionare
(anche grazie alla formazione DIR®️-Floortime con la prof. Sindelar:

 scombussolare per resettare e permettere di ripartire nel modo giusto i sistemi vestibolare e propriocettivi,
prima con i bambini affetti da autismo ma anche con i bambini che hanno semplicemente uno sviluppo atipico.

So che a volte i genitori si chiedono cosa stia facendo, sembra loro che si proceda lenti e piano, che i risultati non si vedano..ma invece si vedono sempre ma occorre pazienza, regolarità e costanza.

E CON I GRANDINI che sono con queste difficoltà?

Tutto è un pizzico più complesso.

Quando arrivano così poco “sensoriali” i bambini grandi, o peggio i ragazzini…francamente ho due reazioni, una privata di “arrabbiatura col sistema” e una ufficiale che posso tradurre in: rimbocchiamoci le maniche c’è da lavorare.

Sono Persone cui nessuno ha offerto prima esperienze di questo tipo, naturali, e così hanno sviluppato un’incapacità di decodifica degli stimoli da un lato e una difficoltà ad accedere alle proprie risorse sensoriali.

Sono quei ragazzi che cercano ad ogni costo il contatto fisico, il piacere attraverso un sovraccarico sensoriale, quelli che potrebbero finire per giocare a tagliarsi,  oppure quelli che guai a sfiorarli, ad alzare di poco la voce, a chiedergli di stare a piedi nudi…

Un lavorone. Lungo. Ma si può fare anche grazie alle Tecniche dialogico tattili della Pedagogia Clinica®️ ( e così ti svelo il segreto dell’avere un lettino in studio: serve per questo, dei metodi corporei volti all’acquisizione di una nuova percezione e propriocezione di sé).

Direi che ti ho scritto un sacco di cose.
Se ne vuoi sapere altre contattami pure via telefono e mail  (in cima alla pagina trovi anche il pulsante WhatsApp diretto).

Adesso ti saluto e ti ricordo che puoi condividere i miei articoli con chi vuoi, mi fa piacere visto che ci dedico sempre molta cura.

A presto

Vania Rigoni

 

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