Le parole insegnano, gli esempi trascinano.
(Sant’Agostino)
Quante volte nella tua vita di genitore ti sei sentito dire: DAI IL BUON ESEMPIO! da suoceri, amici, la maestra della scuola o la tata del nido.
Questa è un STORIA che viene da lontano, eri ancora piccolino e ti dicevano DAI IL BUON ESEMPIO a tua sorella, il tuo compagno di banco e anche l’amichetto a calcio…
Perché ti sto scrivendo un post sul BUON ESEMPIO? per renderti la vita di genitore più soddisfatta in quanto smetterai di deprimerti quando accadono certe cose.
Ci sono una serie di circostanze che ti fanno letteralmente saltare i NERVI, diverse a seconda dell’età di tuo figlio, ma tutte estremamente fastidiose:
-si alza da tavola continuamente e gira per il ristorante
-invece che prendere sonno si attiva
-ogni volta che hai fretta, ha da finire qualcosa di lunghissimo
-non riesce mai ad organizzarsi con i compiti e finisce che ti rovina la domenica sera
-mangia con l’occhio strabico sul cellulare
-ti tratta come fossi la donna delle pulizie e accende la sirena se non ubbidisci
-non solo non si occupa della sorellina, fratellino o del cane ma li bistratta.
In tutti questi casi di solito la musica suona così:
- gli ricordi che il comportamento da tenere è un altro
- gli intimi di fare in un modo diverso
- passi alle urla e alle prove di forza verbali con minacce
- insisti col punto3)
- ti senti in colpa e riprovi con punto 2)
- chiedi aiuto al partner che o interviene aggressivo o ti dice che stai arrabbiandoti per nulla
e a questo punto:
7) ti arrendi e …lasci perdere
7 bis) litigate furiosamente e vi tenete il muso.
In altre parole “hai perso la tua battaglia” con tuo figlio.
L’educazione però non è una battaglia con vincitori e vinti, è più simile ad un complesso jazz o ad una danza dove i partecipanti si rispettano e si ascoltano e infine eseguono una canzone o un balletto stupendo. Si può anche inciampare, certo, e se l’altro ci tende la mano subito nessuno si accorgerà dello sbaglio!
Uno dei primi pedagogisti Rousseau (anche un po’ vecchiotto) sosteneva che “l’educazione debba necessariamente essere naturale. La naturalità secondo lui consiste nell’insieme delle facoltà umane e intellettive proprie dello stato originario dell’uomo, che ci vengono sistematicamente corrotte nella società contemporanea da civiltà e cultura. “
Educare secondo natura significa rispettare nell’itinerario educativo la naturalità dell’uomo, ma ciò comporta anche rispettare le varie fasi dello sviluppo del bambino/ragazzo, tarando i contenuti e metodi dell’insegnamento ad esse.
Mica roba facile!!
ci ho studiato 20anni per imparare a rispettare e dosare gli interventi
senza essere moralista, giudicante o dittatrice.
E non significa neanche che devi venire al mio studio tutte le volte che hai un problema, solo perché io farei prima a trovare la strategia e insegnartela (come con chi si è iscritto a GenitoriFORTI metodo Rigoni)…ma tu devi iniziare a capire come muoverti per non rimanere incastrato.
Il trucco è : DAI IL BUON ESEMPIO.
In tutte le situazioni che ti elencavo prima, mettiti in gioco e per almeno un mese, abbi tu il comportamento che ti aspetti da tuo figlio.
Se si alza da tavola continuamente e gira per il ristorante, probabilmente si sta annoiando e cerca l’attenzione del suo babbo e della sua mamma.
Se invece che prendere sonno si attiva, prova a creare un lento rituale familiare che avvicini tutti alla nanna, invece che chiuderti nella sua camera a metterlo a letto mentre in salotto c’è papà e fratelli che chiacchierano e ridono a un film.
Se ogni volta che hai fretta, ha da finire qualcosa di lunghissimo forse non ti accorgi di proporgli troppe attività senza che abbia avuto il tempo di godersele.
Se non riesce mai ad organizzarsi con i compiti e finisce che ti rovina la domenica sera, la prossima volta intervieni prima e smettila anche tu di pensare al lavoro davanti al pc.
Se mangia con l’occhio strabico sul cellulare, tu dove hai il tuo cellulare durante i pasti?
Se ti tratta come fossi la donna delle pulizie e accende la sirena se non ubbidisci, chiediti chi gli ha insegnato così.
Se non solo non si occupa della sorellina, fratellino o del cane ma li bistratta, osserva chi altro si comporta così in famiglia…
L’educazione è sicuramente una scienza di donne e uomini che la studiano da infiniti secoli, RICORDA però che ciascun GENITORE è comunque il primo educatore dei propri bambini.
Come dico sempre inizia a realizzare dei cambiamenti.
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Da studiosa si Scienze Umane, ho a cuore anche la società che ci circonda e sono convinta che ciascuno di noi si deve sentire educatore del suo vicino di casa, di negozio, dell’ufficio, di scuola.. SIAMO PARTE ATTIVA della nostra società.
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