La Bottega si confronta sull’innovazione pedagogica

Milano. Città che conosciamo bene e di cui si sta parlando tanto grazie a EXPO2015.

Per due giorni l’Università degli Studi Bicocca (Dipartimento Ricardo Massa) ha lanciato un messaggio altrettanto speciale con un Convegno organizzato con alcune realtà sociali del territorio milanese. Il nome coraggioso coniato dal prof. Sergio Tramma evocava solo a leggerlo grandi slanci e confronti vivaci: Assalti al cielo e ritirate strategiche.  Per una professionista come me che cerca da anni di rinnovare le modalità con cui viene guardato il mondo dell’educazione è stato un invito a cui non potevo rinunciare. Di assalti al cielo ne ho compiuti tanti e così anche di ritirate strategiche…IMG_9705

L’altro aspetto che mi ha motivata a partecipare era la presenza di due politiche  l’On.Vanna Iori e Milena Santorini, che si stanno occupando della proposta di legge che dovrebbe andare a definire le figure professionali dell’educatore e del pedagogista, specialisti che oggi vivono in uno stato normativo decisamente confuso.

Giorno #1

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Assoc.METAS e La Bottega della Pedagogista

Alcuni riflessioni che mi sono appuntata direttamente dal convegno

Quello che è importante è la capacità di scegliere selezionando sia i contenuti che le risorse (relativamente ai progetti). Investire sulla credibilità scientifica.

Costruire un lemmario comune alle altre discipline (ho portato in Bicocca il mio “motto” supportata da molti colleghi e sopratutto dal Prof. Ferrario che ha parlato del Dizionario del mondo educativo di Brandani e Tramma) per costruire interconnessioni e scambi funzionali al ben-essere della persona e del territorio.

E qui il bellissimo slancio (che come pedagogista clinica condivido e applico nel mio quotidiano) di alcuni colleghi che iniziano a spostare lo sguardo dall’utente al contesto in cui vive nel progettare: un ottica di cambiamento della società e non più del singolo, che come si può osservare più facilmente nella disabilità e disagio, ha prodotto risultati pressoché parziali.
L’utente, o meglio la Persona, diventa risorsa per il territorio, se questo è formato in modo appropriato a lui.

La questione normativa. Alcune domande che potevamo leggere anche nel Web (nei giorni precedenti) erano orientate sulla rivendicazione economica del lavoro educativo (che universalmente sappiamo essere sottopagato in Italia).. sono lieta che nel convegno di questo aspetto si sia parlato ma come fattore concatenato ad uno stato di non-riconoscimento molto più profondo.
Ho apprezzato la decisione degli organizzatori di non assecondare la questione “denaro” in funzione di dare maggior risalto ad altre riflessioni: per esempio capire anche politicamente come cambiare, trasformarci oppure narrarci efficacemente per restituire al ruolo educativo il suo valore di architetto delle società del futuro.

Con soddisfazione ho anche sentito l’intervento di uno specialista che parlava di investimenti educativi, utilizzando termini che vengono dal mondo delle imprese, perché anche nel nostro settore è necessario muoversi in modalità imprenditoriale per intercettare le risorse, che non sono necessariamente soldi, e proporre ai committenti progetti che partendo da un’analisi accurata propongono planning e strategie che porteranno risultati nell’immediato e risparmi per il futuro (Social ROI).

Una cosa è emersa anche in questo convegno: non siamo una professione che si valorizza e quando qualcuno lo fa, non c’è abbastanza solidarietà nella categoria.

Giorno #2

Alcune domande emerse nei workshop pomeridiani e riportate al dibattito con i politici intervenuti e moderati dalla prof.ssa Mantovani

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On.IORI e dott.ssa MANTOVANI

1.Dove va l’educazione oggi?

2.Quanto dell’educazione avete portato voi pedagogiste (Vanna Iori e Milena Santerini) nel vostro lavoro politico?

3.Occorre RI-stabilire la connessione fra il lavoro educativo e la politica che però ri-cercata solo dal basso diventa un’opera faticosa a causa della inefficienza della rete fra le istituzioni e la politica. Come potete aiutarci?

4.Gli enti non hanno risorse per il socio-eductivo, siete sicuri che volete che siano finanziate dalle fondazioni?

5.Quale è la percezione che la politica ha del pensiero educativo che hanno gli educatori?

6.Che dizionario possiamo costruire con voi della politica per fare in modo che ci si possa ricollocare meglio nei servizi?

7.Scuola: le finalità della scuola vanno in direzione dell’educazione ma crescendo nei gradi questo si perde. Come possono i politici sostenere la promozione di tali slanci che sono nella normativa ma che nella pratica sono di difficile realizzazione per gli iter complessi?

@Milena Santerini :
prova a dare delle risposte alla domanda cosa avete portato in politica dello sguardo educativo? La fiducia nelle persone che sono motori del cambiamento. Creare leggi che attivino un cambiamento culturale. La politica insegna a confrontarci e decidere, prendere delle decisioni. Le persone devono trasformarsi, se non lo faremo noi come educativo, sarà il contesto a farlo. Essere attori del cambiamento. Le soluzioni non devono essere limitate al punire (alto costo sociale). L’Educazione implicita è quella che vive dentro i processi, la didattica è tecnicismo. È la prima però che va valorizzata.
L’educatore-educatrice deve stare nella scuola. Rafforzare il ruolo dell’educativo nella scuola. (Parla solo di educatori e non di supervisione pedagogica, né di coordinamento pedagogico ).
Oggi abbiamo il 25% di drop out. Suggerisce per evitarlo di tenere bene i ragazzi a scuola (per formarli dico io..) finalmente sento un politico parlare di motivazione, di rivalutazione del psico-motorio e della relazione.

La buona scuola non prevede formazione pedagogica nè didattica per i prof della secondaria 

@Vanna iori:
pedagogista con lo sguardo politico, da sempre- 2 parlamentari della bicocca e pedagogiste. Lavorare per il welfare sostenendo il valore dell’educazione. Sostenere la prevenzione, es. mediazione familiare. Imparare a vivere nell’imprevisto, essere liberi per conoscere i cambiamenti e saper rispondere in modo efficace. La scuola è diventata luogo dei saperi e non più luogo della relazione, complici anche le richieste dei genitori.Figura evanescente e fragile del l’educatore da tutelare (valorizzare) con la legge presentata, per il riconoscimento anche economico.
Nella proposta di legge si parlerà di formazione per diventare educatore (unica), e di quali attività essi si possono occupare (hanno abbondato in previsione delle decurtazioni). Mi preoccupa che pensi che non si possa delineare chiaramente la Competenza dell’educatore

@Marco Granelli: lavorare sul mettere insieme (strategia) le risorse di un territorio, non solo chiedere soldi. Cercare di valorizzare le risorse delle persone e anche dei professionisti. Unire anche gli obiettivi per non incrementare la frammentazione che porta a disperdere risorse.

Gli obiettivi li devono porre chi lavora… (ovvio direi ma importante esplicitarlo all’interno di un convegno sul lavoro educativo).

@Simone Zambelli: la fiction sul lavoro educativo non è promossa neanche dalle TV di stato, non c’è volontà di valorizzarla… mentre un media che crea un pensiero comune sulla figura del l’educatore e pedagogista è prezioso (evitando reality alla Tata Lucia)

Risparmiare col lavoro ben fatto. C’è una sorta di riconoscimento del ruolo ma va definito meglio.Se le istituzioni legittimano che si possa sostituire la figura educatore col volontario, come si può pensare di ottenere un “lavoro ben fatto”?

Centri di aggregazione positiva (luoghi di formazione e cambiamento culturale) da affiancare in modo forte alla repressione punitiva (per certi aspetti e alcune zone di disagio).  Delegittimare Barbara D’Urso e simili..

@Susanna Mantovani : Occorre fare attenzione alle parole che slittano e burocratizzano. Ripensare all’innovazione come fu compiuta nel passaggio dei Nidi da ambiente di maternage a spazio pedagogico. Inoltre ci dobbiamo impegnare nell’abbandonare l’hate speech (sarebbe utile inserire la mediazione scolastica) per costruire un nuovo futuro.

Non ci sono state risposte a tutte le domande poste. Di #innovazione e #assalti abbiamo parlato…forse non abbastanza… Le ritirate sono rimaste un po’ nascoste…
Come liberi professionisti eravamo veramente due gatti, La Bottega della Pedagogista (io) e Trae (di Roberto Salvato) ma lo scambio è stato arricchente ed anche un opportunità per mostrare agli studenti che “con coraggio” si può essere professionisti dell’educazione senza per forza essere dipendenti di cooperative… Inoltre è stata occasione di conoscere tanti professionisti incontrati online (come Paolo Ferrario) e riabbracciare i cari vecchi amici (le ragazze di Metas e Christian Sarno); scoprire nuove App e scambiarsi consigli.

Altri commenti sulle giornate :
Convegno Assalti al Cielo e Ritirate Strategiche

ASSALTI AL CIELO E RITIRATE STRATEGICHE, sguardi sul lavoro educativo, Convegno della Università di Milano Bicocca/Dipartimento di scienze umane per la formazione, 22 e 23 Ottobre 2015. RACCOLTA DI MATERIALI DI DOCUMENTAZIONE

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I due liberi professionisti dell’Educazione: TRAE e La bottega della pedagogista

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