Non pensare a tuo figlio come un comportamento [p.2]

Qui…La prima parte per chi non l’avesse letta.

Tante belle parole e poi nei social e nelle pagine gialle siamo pieni di associazioni per settore di inefficienza coop.ve, centri dislessia, adhd, sordi, ciechi, bulimici, anoressici, alcolisti, bulli, cyberbulli..

Comprendo l’interesse della ricerca medica in “settori” di approfondimento, comprendo il bisogno di creare spazio di auto-muto-aiuto fra famiglie ma invito a fare scelte di “intervento” con professionisti che sappiano guardare OLTRE.

La pedagogia clinica®, qualifica che ho aggiunto alla mia laurea, è scienza dell’intervento globale sul bambino, ragazzo e genitore.
Nel mio modo di lavorare, questo sguardo è anche all’interno delle formazioni e dei momenti di incontro con i docenti.

Ritornando alle storie che vedo nel mio lavoro e le mail che ricevo, se Gino è un bambino con una valutazione di dislessia non posso esclusivamente preoccuparmi della sua “non” abilità nella lettura e nella sua  “non” abilità nella comprensione dei testi.

Altrimenti Gino diventa la sua diagnosi e non ne verrà mai più fuori da una immagine di sé che lo renderà a lungo andare fragile anche su piano emotivo

Il lemmario pedagogico si è arricchito, a ragion veduta, di termini sanitari per poter comunicare con i medici e psicologi, tuttavia resta un vocabolario UMANO per dialogare con le mamme e con i babbi, con le insegnanti e con loro procedere passo passo.

RICORDA e trasmetti a chi ti circonda, nonno, zia, in: un* bambin* che sviluppa un deficit di attenzione e iperattività non è un*  ADHD, così come un* bambin* con un sovrappeso non è l’obeso di classe… e così con qualsiasi etichetta.

Un bambino e una bambina sono Persone, che possono essere coinvolti in situazioni più o meno complesse per fattori dipendenti o meno dalla loro salute, equilibrio emotivo e contesto socio-educativo.

Nel mio studio La Bottega della Pedagogista® il pensiero che mi guida è incoraggiare i bambini e le loro famiglie sostenendoli con progetti “cuciti addosso” con una matrice pedagogico clinica alimentata da altri studi e approfondimenti.

Se hai bisogno, usa lo spazio per i commenti sotto o i contatti per pormi la tua domanda.

Un caro saluto

Vania Rigoni

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Ti lascio con una poesia di Luisa Tedesco 

 

…Diverso, diverso, diverso.
Ma diverso da chi?
Il nostro pianeta è come un’immensa foresta,
dove gli esseri umani solo gli alberi che la popolano.
Ma tra gli alberi non c’è differenza:
noi chiamiamo “albero”
sia quello che ha le foglie piccole
che quello che ce l’ha grandi.

Per noi è “albero”
sia quello appena piantato
sia quello che si avvia al termine della sua vita.

E “albero” quello che ha un tronco così grande
che non riusciamo ad abbracciarlo,
così come quello che ha un tronco sottile come un fuscello.

Tra gli alberi non c’è differenza.

Allora dov’è la diversità?

E’ nel colore dei loro fiori,
nel profumo delle stagioni
e nel gusto aspro o dolce dei loro frutti.

…Un albero non è diverso da un altro
se ha un ramo in meno,
se ha 4 radici ramificanti invece di 5,
se fa 10 frutti o ne fa solo 2.

Tra gli alberi non c’è differenza.

L’essere umano invece
si impegna con tutte le sue forze
per far sentire l’altro diverso da sé.

Diverso, diverso, diverso.
Ma diverso, perché?

Un pensiero riguardo “Non pensare a tuo figlio come un comportamento [p.2]

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