Una nuova avventura, la collaborazione con Silvia

Come promesso… La Bottega della Pedagogista apre a nuove collaborazioni con persone qualificate e interessanti che vogliono aprirsi e sperimentarsi nelle Scienze Pedagogiche anche attraverso il web.

Oggi è il turno di Silvia Toscan, il cui incontro è avvenuto online attraverso la pagina ufficiale del Blog.

Trevigiana, 35 enne, dal diploma magistrale non ha mai abbandonato la passione per la Pedagogia. Abilitazione all’insegnamento, laurea in Scienze per la formazione dell’infanzia e preadolescenza, poi in Scienze umane e pedagogice (entrambe a Padova). Nel frattempo ha scritto due libri a 6 mani con alcune colleghe “Dire Fare e Creare”…e a Novembre inizierà il percorso Isfar di Pedagogia Clinica.

Mi piace l’idea di pubblicare il suo pezzo adesso, perché in molti genitori iniziano proprio in questi mesi estivi con le ansie e i dubbi in previsione di settembre e il passaggio dal nido alla scuola..e poi per il taglio che ha scelto di dare: un messaggio sull’importanza della cooperazione educativa, oggi valore e virtù da riscoprire per costruire una società migliore.

Inizia una nuova avventura: La scuola dell’infanzia… di Silvia Toscan*

Mese di settembre: periodo di inserimento.
Alla scuola dell’infanzia si vedono tanti nuovi volti, quelli dei bambini piccoli che con i loro grembiulini colorati, i loro zainetti  e  con qualche oggetto transizionale stringono le mani dei  genitori e si accingono a intraprendere una nuova avventura che durerà tre anni. Molti di loro arrivano impauriti, insieme ai genitori un po’ preoccupati nonostante le rassicurazioni delle insegnanti. La paura di soffrire e di far soffrire i propri figli sono i primi scogli da affrontare. Per molti bambini si tratta del primo vero distacco dalla famiglia, abituati a stare con mamma e papà fin dalla nascita e magari avendo sviluppato un modello di attaccamento poco flessibile che potrebbe creare loro non poche difficoltà nell’affrontare situazioni nuove. In tutto ciò gli insegnanti giocano un ruolo fondamentale nel trasmettere ai genitori le prime sicurezze, aiutandoli a fidarsi di loro quanto dell’ambiente scolastico scelto. Alcuni colloqui preliminari, accompagnati da un autentico atteggiamento di fiducia e di disponibilità, fanno sì che si possano gettare i primi tasselli per un solida collaborazione scuola – famiglia, evitando di far apparire la scuola un’isola educativa staccata.

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Dopo una prima conoscenza, il personale educativo potrà fornire alcuni consigli per superare al meglio questo delicato momento, primo fra tutti quello di ricordare ai genitori di salutare il bambino quando se ne vanno.
Spesso si assiste a escamotage o  a sotterfugi da parte di famigliari che piuttosto di pronunciare la tipica frase “ Ciao io vado. Ci vediamo più tardi, torno tra un pò”, preferiscono dire “Vado in bagno un attimo e torno subito” e scappano via senza un concreto saluto. I piccoli allora si mettono pazientemente in attesa, magari con la testa girata verso la porta, aspettando da un momento all’altro di vederli rientrare e poi iniziano a realizzare che forse ciò non accadrà.

Ecco perché è importante trovare il coraggio di salutare, trasmettendo sicurezza anche se dentro al proprio cuore si va via con un moto di apprensione. Solo così facendo, il bambino pur nella fatica dei primi giorni, potrà iniziare a capire di trovarsi in un luogo positivo scelto dalle persone che gli vogliono bene e che credono veramente nella scelta fatta. Anche evitare di prolungare all’infinito il momento del distacco è fondamentale: se il bambino farà fatica a staccarsi e si stringerà disperato al genitore, risulterà ancora più difficile (ma non impossibile mettere in atto questo proposito): l’insegnante sicuramente sarà pronta ad accogliere il bambino ma solo nel momento in cui il famigliare sarà deciso e determinato ad andare.

A tal proposito è utile considerare sempre che l’insegnante è il primo a volere il bene dei propri alunni e che nonostante la giusta distanza emotiva messa in atto ci tiene quanto e più della famiglia a instaurare un solido rapporto di collaborazione per realizzare il principio del co-educare, per tanto sarà sempre disponibile a comunicare l’andamento delle  giornate scolastiche e a rispettare con flessibilità i tempi del bambino stesso, soprattutto nel periodo dell’inserimento.

Alla famiglia si chiederà di usufruire il più possibile di questi spazi comunicativi, non solo per avere un resoconto giornaliero delle attività o per sapere se saranno soddisfatti i bisogni primari del bambino (mangiare, bere, andare in bagno),  ma anche e soprattutto per confrontarsi su scelte educative che l’insegnante potrebbe dover affrontare nella sua quotidianità. Solo così, attraverso un dialogo diretto non filtrato da terze persone o da tante parole “sentite dire”, si potranno evitare inutili malintesi e le situazioni potranno essere valutate con maggiore serenità e obiettività.

Questi sono alcuni dei punti focali per facilitare un inserimento alla scuola dell’infanzia perché se per educare un bambino ci vuole un intero villaggio (antico proverbio africano), è importante che tutti i membri  del villaggio operino in armonia in uno scambio reciproco di idee, affrontando un percorso di crescita insieme, senza perdere mai di vista l’obiettivo principale: il bene del bambino.

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