Come sai mi occupo di percorsi per le mamme e i babbi in attesa da diverso tempo. Il tutto nacque quando con la mia amica Emanuela del Negozio Atelier du Maman decidemmo di REGALARE un percorso per le sue clienti che erano tutte accumunate da:
-una gran preoccupazione
-ricevere notizie fasulle al limite con la “magia” da persone incompetenti
-curiosità verso quello che le attendeva
Progettai così il primo percorso dell’attesa: RIFLESSIONI IN PERCORSO, un ciclo totalmente pedagogico. Da allora quasi ogni anno ne facciamo uno con grande soddisfazione delle mamme che poi tornano a farmi conoscere i piccoli.
Per questo ho deciso di chiedere alla collega psicologa e psicomotricista dott.ssa Serena Suman una riflessione sul significato del cambiamento corporeo in gravidanza, per arricchirti di uno sguardo globale rispetto a questo tema.
Quando è larga sul fianchetto nasce un bel maschietto.
Quando la pancia è aguzza è certo femminuzza.
(Proverbio)
La gravidanza. Un momento magico pensato, immaginato e caricato di diverse aspettative. La gravidanza, un momento in cui la mente diventa “tonda”. Diventa tonda perché si prepara al contenimento di quell’idea che fa parte di un pensiero archetipico, preesistente nell’inconscio di ogni donna. Quella forma universale di pensiero che prende il nome di “bambino immaginario”. Quando il bambino immaginario diviene un movimento all’interno della futura mamma tutto prende inizio. Prende inizio perché, giorno dopo giorno, l’idea diventa un piccolo cambiamento in una realtà che, fino a poco prima, viveva in un equilibrio ormai provato e trovato da tempo…
…un piccolo filo che, piano piano, incomincia a danzare…
Quella danza che incomincia a roteare,
quella danza che si chiude in un cerchio.
Siamo un insieme complesso di idee, desideri, emozioni, sentimenti. Ancora di più quando siamo di fronte alla gravidanza perché realmente non possiamo anticipare quelle che saranno le sensazioni che, da li a poco, ci invaderanno.
Facciamo un passo indietro.
Già in passato ci siamo trovati di fronte ad un grosso cambiamento psico/corporeo, ovvero nell’adolescenza quando il nostro corpo ma anche la nostra mente hanno migrato verso l’età adulta. Come se ci fossimo trovati innanzi ad un lutto del nostro “io passato” abbiamo dovuto iniziare una nuova convivenza con qualcosa che ci apparteneva, vero, ma che diveniva tutto da riscoprire. Nuove sensazioni, nuove emozioni, un corpo nuovo. Ecco quindi che, in gravidanza, si riavvia un vortice di cambiamenti che investono il corpo e l’ambito psicologico. E perché tutto abbia accettazione deve esserci una riorganizzazione del pensiero ed un nuovo adattamento. Bhè, d’altra parte una delle caratteristica degli esseri umani è proprio la capacità di adattamento ma la gravidanza è veramente qualcosa che riguarda l’intimità di ogni donna e che viene investita di individualità.
Uno dei primi pensieri che insorgono è “come diventerà il mio corpo?”. Eppure pensate che strano. Tutte ma proprio tutte sappiamo che cosa accade in gravidanza eppure tutte ma proprio tutte ci riempiamo di paure per il corpo che cambia. Certo è proprio il cambiamento che spaventa, perché quest’ultimo implica una perdita, una riorganizzazione e la sensazione di qualcosa che sfugge al nostro controllo.
Diamo qualche minuto di riflessione.
Mettiamo ora nel cerchio quelle che sono le vostre credenze sul cambiamento del corpo in gravidanza.
Il corpo si prepara al cambiamento, ma anche la nostra mente si deve mettere in condizioni ottimali.
Un modo per esorcizzare la paura del cambiamento è proprio quello di dargli una dimensione immaginativa.
Focalizzare la paura del cambiamento permetterà di dare un significato a ciò che accadrà. Quando qualcosa ha un significato diventa pensabile e, non in ultimo, può trovare dimensione nella parola. La pancia che cresce, i tessuti che si tendono possono in qualche modo essere motivo di vanto o possono diventare motivo di disagio. Vale forse la pena porsi delle domande al proposito. L’orgoglio o l’imbarazzo si vanno a legare nuovamente all’accettazione del corpo. Accettare il corpo si propone come l’accettazione del nuovo ruolo. Ecco quindi come il corpo diviene il significato concreto di un processo psicologico di riorganizzazione. Un corpo che cambia non è un corpo che tradisce ma è un corpo che si traduce nella possibilità di creare un nuova stagione della vita che è quella che lascerà spazio al nuovo ruolo, quello di genitore. Il cambiamento vistoso del corpo è proprio la cornice all’interno della quale sta per prendere vita una nuova triade: mamma papà e bimbo.
Cambiamento corporeo e cambiamento psicologico si integrano completamente.
Ad un certo punto il corpo della futura mamma può non avere più un confine, saranno i movimenti fetali a ridare un margine tra il “dentro di me” e il “fuori di me”. Anche questo è un momento cruciale perché riporta nel qui ed ora il corpo della futura mamma e le permette di spostare l’attenzione dal cambiamento fisico alla vita che cresce al suo interno. Sul continuum del cambiamento troviamo il “pensiero sul bambino”, il bambino immaginario si avvia all’incontro con quello reale.
Concludendo possiamo dire che in gravidanza pensiamo anche grazie ai cambiamenti corporei. In gravidanza il corpo nelle sue rotondità è la base necessaria alle riorganizzazioni mentali psicologiche che accompagneranno la donna verso il futuro ruolo genitoriale. I cambiamenti corporei sono il primo capitolo di un libro che tutta l’umanità conosce: l’inizio della vita.
Mi vedo ma l’immagine mi sfugge,
mi immagino ma qualcosa non è chiaro,
mi stringo ma non capisco.
Allora cambio.
Ci vediamo è l’immagine si ferma,
ci immaginiamo e tutto è lampante,
ci stringiamo.
Allora capisco.
Siamo insieme nel cammino della vita!
Buon cambiamento a tutti, così ti saluta Serena, con l’augurio di trovarci sempre innanzi a un divenire.
Per questo nel percorso RIFLESSIONI IN PERCORSO le soste che troviamo parlano di te, di voi due, di nutrimento, del trio. Sono momenti di conoscenza e di condivisione, in cerchio. C’è momento di ascolto e uno di azione, uno vivace e uno rilassato. Si cresce con la pancia e si attende…
All’interno delle consulenze individuali c’è modo di imparare trucchi e idee personalizzati, nel gruppo si apprende il senso della rete che accoglie e sostiene.
Oggi siamo di fronte a una società di innumerevoli maternità e paternità, per cui RIFLESSIONI in PERCORSO é un contenitore flessibile che si plasma sul gruppo.
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***dott.ssa Suman è una collega incontrata in una delle mie formazioni, Psicologa dell’età evolutiva e Psicomotricista Funzionale. Vive in Lombardia e da poco ha aperto un suo spazio-laboratorio dove lavora con i bambini e le famiglie. Abbiamo frequentato insieme la formazione con la prof.ssa Sindelar.