Tentativi ed errori paterni per non cadere nel copione (p.2)

La seconda parte dell’articolo
Tentativi ed errori paterni per non cadere nel copione (p.1) di Simone Lanza

Il personale e’ politico

Il gruppo può aiutare quando c’e’. Sicuramente non i forum autocelebrativi, quando non misogini, dei superpapà che si trovano in internet. Quindi è vero l’educazione non può evitare il confronto con un processo di autocoscienza del paterno e del maschile, processo che non è iniziato in Italia se non in modi timidi, marginali e con tentativi ancora troppo goffi che dividono ancora il personale dal politico, per cui i gruppi o sono intimisti o sono politici. Non riusciamo a fare nostro il “il personale e’ politico” del movimento femminista.

Ma qualcosa si puo’ anche senza gruppo. Quando io mi arrabbiavo mio padre mi ascoltava e se pensava di aver sbagliato o che avessi ragione si scusava. Il più delle volte mi diceva che comunque alla fine decidevano i genitori (non il padre) e che un giorno quando sarei diventato padre avrei potuto fare come stava cercando di fare lui: evitare ai propri figli le cose che aveva patito da suo padre. Non ti cedo il peso e la responsabilita’ di scegliere anche se posso sbagliare.

Mio padre mi insegnò così non solo che i genitori potevano sbagliare, ma che i genitori hanno il peso dell’autorità, e che l’autorità è fallibile. Mi insegno’ anche che l’autorità genitoriale è condivisa, il che significa che la coppia viene prima dei figli mentre vedo sempre più spesso mettere davanti i figli alla coppia (non ne faccio un universale ma per me oggi il nucleo educante è la coppia, ci sono altre possibilità certo). E poi che bisogna sempre fare i conti con l’autorità ricevuta. E che bisogna farlo come nucleo educante che crede e pratica valori.

Credere e praticare valori

Questo è molto difficile oggi in un mondo che sta togliendo valori e autorità agli adulti. Un mondo che tende a riprodurre ancora oggi il ruolo stereotipato della donna madre/femmina per natura (non è la pancia che fa la differenza, nè tanto meno questa esperienza così poco erotica – per la coppia! – che è l’allattamento). Naturale si diceva un tempo che la donna stesse a casa, oggi si dice dell’allattamento… Un mondo difficile quello di oggi dove il padre non è più autoritario ma perde di vista anche l’autorità e la responsabilità educativa, trovando difficoltà soprattutto a condividerla. Quindi consapevolezza del peso, della responsabilità, non perché non sia bello ma perché non è solo bello.

Difficile ancor di più in mondo con poche utopie e speranze dove figli e figlie sono per i genitori tristemente il tutto o l’unica cosa in cui credono. Mondo dove non si parla più di diritti di bambini e bambine ad avere genitori (e quindi di doveri dei genitori) ma di diritti delle coppie ad avere figli/e. Passata da dono, di cui si è responsabili, a diritto di cui si è titolari, la discendenza viene caricata di un peso e di una responsabilità che non le sarebbe propria. Distrutto giustamente l’autoritarismo del padre-padrone dal movimento femminista, si tratta ora di ricostruire una autorità genitoriale educante nuova e condivisa per tentativi ed errori sapendo che il passato e’ sempre li’ e non vuol passare.

Voglio aggiungere un ringraziamento speciale al collega Simone
per essersi proposto di collaborare a questo progetto
nato in rete e sui social in modalità peer to peer
fra amiche e colleghe esperte di educazione con un articolo così tanto interessante.

Voi cosa ne pensate? 

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