Leggo se mi piace

Leggere per i 13enni di oggi è una gran perdita di tempo: si annoiano spesso e lo vivono come un tempo sprecato. Non sono più allenati a costruirsi mondi immaginati grazie alle frasi di uno scrittore geniale come eravamo noi di fronte alle parole innovative di Verne o di Asimov… Però sono ragazzi dalle immense potenzialità, eccellenze di curiosità che non vengon stimolate dai programmi gentiliani della scuola attuale, né compresi alcune volte nei loro ritmi evolutivi.

Così in studio ho provato a fare una rivoluzione:
IMG_6699sono infilata in nota libreria di piazza della Repubblica e ho comprato due libri, uno di Stefano Benni “Margherita Dolcevita” e due di Daniel Pennac (Il paradiso degli orchi e Come un romanzo)… Via via che ho incontrato i miei ragazzi adolescenti a ciascuno ne ho offerto uno, o meglio ne ho messo uno sulla scrivania senza proferir parola, con le loro copertine colorate…
e poiché nel mio lavoro non facciamo mai attività curricolari,mi hanno chiesto: e ora?
Ho aggiunto solo che guardando quel libro ho mi era venuto in mente lui/lei.. e quindi se lo esplora forse può interessarlo o forse no…

Sono andati a segno, adesso li stanno leggendo nelle loro camerette con le mamme stupite che mi hanno chiamato per dirmelo!

Nessuna magia.
Quando un pedagogista clinico formato alla cura della Persona osserva e progetta e costruisce un percorso per quel soggetto vuol dire che lo conosce, che l’ha accolto e ne ha compresi i punti di forza e di piacere oltre che le difficoltà, propone attività adatte nel momento preciso in cui possono essere seguite (non accelera i tempi nè li ritarda).

E la scuola? Purtroppo la scuola non ascolta ancora i bisogni dei ragazzi, standardizza e omologa gusti e potenzialità creando solo nuove difficoltà e opposizioni. Stare ligi ai programmi non è rispettare i mandati educativi e formativi, è fare gli impiegati. Tutta un’altra storia.

Ed anche i genitori che credono basti comprare un libro e insistere a farlo leggere sia sufficiente a educare i figli all’immaginifico mondo della lettura stanno percorrendo la via esattamente opposta: prima occorre educare al gesto e poi alla lettura (cit. Pennac), cioè prima trascorrete tantissime sere a leggere con loro, poi a guardarli leggere, in seguito ciascuno col suo libro ma vicini e infine parlandone e confrontandovi…

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