L'intervento va pensato

Dopo l’influenza sono tornata in studio ed ho avuto una delle settimane più intense dall’inizio dell’anno 2015 (libera professione, stesura delle relazioni di verifica delle PAD, incontri a scuola, progettazione col team di Collaborazione, workshop sulle difficoltà nella scrittura e nelle regole grammaticali)…solo a trascrivere tutta questa lista mi sento stanca…

In realtà oggi è stato un giorno potente.
Le idee e le riflessioni, le energie di una settimana senza weekend hanno prodotto un bellissimo incontro a scuola con la coordinatrice di classe di uno dei miei ragazzi. La scuola, specialmente gli istituti professionali, riservano sempre sorprese a noi specialisti perché nascondono perle di umanità e professionalità che non ci si aspetterebbe vista la confusione che vi gravita attorno.
Da pedagogista clinica temo spesso di incrociare quella fetta di docenti in caccia di diagnosi e di certificazioni (per tutta una serie di motivi anche credibili) che li sostengano nella progettazione didattico-educativa dei ragazzi che non rientrano nella loro categoria “senza problemi”, ma quando, come oggi, mi trovo a cooperare con professori che si pre-occupano di individuare una strada accogliente e funzionale per i loro discenti ascoltando con attenzione le mie osservazioni e riferendomi dettagli essenziali per la co-costruzione di un percorso … ecco avverto una possibilità per il futuro.

Lavorare in equipe è fondamentale. E per me deve essere necessariamente composta dai ragazzi con le loro famiglie, i loro insegnanti e gli eventuali specialisti, tutti amalgamati e proiettati verso l’obiettivo che insieme è stato concordato. Questo è per me “un intervento pensato”. Se uno solo dei pezzi di questo puzzle non partecipa adeguatamente l’incastro o salta o i risultati tardano a venire, e chi ne soffre? i bambini. Sono loro che si sentiranno semplicemente osservati, inadeguati, mortificati da “gente” che gli gira intorno ma che non li arricchisce in niente.

aggiornamento rigoni

Questo post nasce dalla mia forte motivazione ad essere ogni giorno un miglior specialista del giorno precedente, con una capacità osservativa in costante allenamento e con l’abilità a progettare interventi educativi continuamente attivata dai workshop tematici cui partecipo regolarmente. Ai colleghi suggerisco di investire in aggiornamenti e formazioni perché la nostra è una responsabilità importante, ogni giorno abbiamo il futuro di qualcuno fra le mani, la possibilità che un bambino (ma anche un adulto o una famiglia) possa divenire un bambino felice nel mondo e soddisfatto da se stesso.

Buon lavoro!

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