Lo sapete oggi sono stata all’incontro promosso dal PD su “Giustizia, certa e veloce. Minori e famiglie, una giustizia a misura”. Tutte le volte che sento la parola minori mi si aprono in mente alcune strade:
1.personcine piccole piccole
2.bambini nel mondo della Legislatura
3.persone inferiori.
Come sono negativa oggi se ci fermiamo alla terza via..
La parola minore, trattando di bambini, non mi piace affatto, se non nella versione 2 (che comprendo a livello normativo per differenziarla dai maggiorenni), ma che non condivido affatto sul piano della Persona e il suo Rispetto.
Con alcune colleghe, rappresentanti un più ampio gruppo di Mediatori Familiari iscritti a AIMeF, volevano intervenire per capire cosa il partito di governo proponesse in questo campo e in particolare se avesse pensato di aprire uno spazio in ottica culturale educativa alla Mediazione.
Avrete già colto dal mio tono che la delusione con cui sono tornata in studio è stata tanta.
Anche se
-La dott.ssa Della Monica (Presidente della Commissione Adozioni Internazionali) ha toccato con forza il tema delle adozioni, della cittadinanza ai bambini in via di adozione a e dell’auspicabile “mediazione internazionale” già usata negli altri paesi dell’Europa.
-La dott.ssa M.Giovanna Ruo ha sottolineato la necessità di maggior formazione degli avvocati che si occupano di bambini, come anche la necessità di una multidisciplinarietà più organizzata e funzionale dei saperi che ruotano intorno alle famiglie e ai loro figli.
-Il Garante dell’Infanzia e Adolescenza, dott.ssa Grazia Sestini, ha finalmente fatto un intervento energico parlando per tutti quei bambini che si ritrovano in iter procedurali dai quali apprendono solo la modalità negativa di una costruzione di relazioni, quella dello scontro e della guerra.
Parallelamente a queste perle che ho trovato una grande voragine ha inghiottito la parola di cui tutti (anche gli altri relatori/avvocati e assistenti sociali) si sono riempiti la bocca: Educazione.
Le proposte a parer mio folli sull’educazione si possono riassumere così:
- avvocati più formati alla famiglia (in che senso? l’avvocato pedagogista o il pedagogista avvocato?)
- assistenti sociali e psicologi unici detentori dell’educazione e della capacità di favorire la costruzione di nuovi legami familiari (quindi io devo essere poco aggiornata tanto che mi sono persa la riforma di scienze dell’educazione 2014 che la vede assorbita nelle due altre facoltà).
La tuttologia va sempre più di moda. Le lobby restano centrali negli equilibri di potere. Chi ci rimette sono le Persone, le Famiglie (di tutti i tipi) e i Bambini.
A me e a tutti i miei colleghi che nell’educazione hanno trovato uno spazio professionale e di soddisfazione tocca “imbracciar le armi” come novelli Sebastiani perché il futuro sia possibile.