Il prof. Elias Kourkoutas, docente di Educational Psycology, Division Department of Primary Education dell’Università di Creta nel suo intervento dal titolo
Creating spaces of learning and communities of practices to support teachers and children with difficulties in the Greece of crisis: the Inclusive Resilient vs Medical Model
pone il focus interamente sulla parola inclusione, in tutte le sue declinazioni. Il cuore del progetto bambino è tutto intorno al modello pedagogico per cui l’effetto (alias la difficoltà) va letta come un segno di qualcosa che è dentro la relazione con la famiglia come sistema, ma essa non può né deve essere l’unico interlocutore-attore perché l’altro è l’istituzione scolastica.
Kourkoutas ci esorta a creare una rete di prevenzione collaborativa che comprenda la famiglia e gli insegnanti per anticipare costruttivamente tutti quei disagi che poi vengono somatizzati dai bambini e tradotti in comportamenti negativi contro la società o/e se stessi, fondamentale strumento sono le comunità di pratica che stanno oggi nascendo anche grazie al web (come le esperienze di scambio che vedete a volte emergere anche nel mio blog e tramite esso).
Quindi anche La Grecia, paese in grande crisi socioeconomica, propone comunque un approccio alla riscoperta del valore della pedagogia, come utile strumento per intervenire sulle difficoltà degli apprendimenti e della relazione.
Nelle slide alcuni punti interessanti che per noi Pedagogisti clinici sono parte del nostro paradigma, e che il relatore esorta a diventare passaggi fondamentali anche per gli insegnanti.
Seguiranno altri abstract degli interventi che ho seguito in veste di professionista e relatrice (appena gli atti del Congresso saranno pubblicati sarà mia cura avvertirvi). Grazie a tutti.