Una domanda frequente e talvolta provocatoria che mi viene rivolta è “perché studiare Pedagogia Clinica in un corso così intenso e costoso (il denaro e impegno) di altri due anni dopo essere già laureata magistralmente in Sc. dell’Educazione?”
Di aggiornamenti professionali ne ho sempre fatti e li continuerò a fare anche per non cadere in tutti quei tranelli che nel #pedagogicAlert sono venuti bene alla luce.
Il Corso intrapreso sotto la direzione di Guido Pesci a Firenze è stato un concentrato di approfondimenti e aperture mentali, strumenti pedagogici e indicazioni bibliografiche che in 42 esami universitari mai mi eran stati dati.
Grazie a questo corso ho reperito alcuni strumenti pratici di cui ero carente fondamentali per osservare e sostenere la Persona in studio.
Sono pertanto felice essere presente fra i relatori del Congresso mondiale dei Pedagogisti Clinici, in particolar modo perchè si parlerà di futuro, di idee nuove, di collaborazioni trasversali, proposte pedagogiche differenti che io e miei colleghi (ma anche altri professionisti) hanno sperimentato.
Non vi svelerò di più sul lavoro a 4 mani progettato con la collega Monica Maressi, oltre quello che intuite dal titolo, si parlerà di famiglie e adozioni ma una cosa la voglio dire: sarà un lavoro che mi auguro vi traghetti come è accaduto a noi nel voler approfondire un tema oggi messo un pò in disparte dall’incremento dell’attenzione verso le “genitorialità assistite” medicalmente.
Il congresso il Divenire della pedagogia clinica, all’interno delle celebrazioni di EXPO2015, proverà a toccare i vari e molteplici apporti educativi che possiamo offrire o/e pensiamo di sperimentare sul Nutrire la Persona e il Pianeta.
Per chi è interessato ad avere un primo concreto tocco su come La pedagogia clinica del prof. Pesci si autoformi e sperimenti senza sosta da 40 anni, potete visionare il video del 2011 che trovo sempre attuale benché come disciplina scientifica si continui ad evolvere in cui il Prof. spiega di alcune evoluzioni che sono avvenute negli ultimi anni, e che io trovo essenziali per ri-focalizzarci sempre di più sul nostro impegno educativo, sullo sguardo pedagogico così da demarcare bene il terreno fra noi e chi ha altri sguardi.
A troppi non piace il termine clinico, e forse anche a me: se clinico fosse stato nell’accezione di cura al malato o al sintomo, certo che sarei stata la prima a deviare il mio interesse da questo Corso …perchè se volevo fare il Medico, mi iscrivevo a Medicina!
Ho scelto di stare con le persone, ascoltarle e sostenerle con tutte le possibili strategie educative che conosco e che verrò a scoprire, con il lavoro sul corpo e sull’espressività in modalità educativa, affiancarle nelle fasi evolutive fin dove un pedagogista può arrivare da solo (ma nessuno nelle professioni di aiuto alla persona può più muoversi in solitaria come avveniva un tempo, adesso è fondamentale avere una squadra che colma e svuota e ricolora, come quella che sto nascendo in La Bottega della Pedagogista).
Non a caso in Studio sono tanti i progetti educativi che ho attivato e che quotidianamente costruisco sia per bambini e ragazzi che per genitori, e coppie e che ho raccolto per te in una pagina apposita che ho chiamato ATTIVITÀ dello STUDIO all’interno de LA STORIA del mio Studio:
(ti metto il link diretto) https://labottegadellapedagogista.com/servizi/
Se volete sapere di più di come è un progetto pedagogico mi puoi telefonare dal lunedì al venerdì allo 055 472846 ( se non sono in studio risponde la segreteria che ascolto poi io appena arrivo).
Mi puoi scrivere vaniarigoni@vaniar.sg-host.com lasciandomi i tuoi riferimenti e poi ti richiamo io!
..e se non sei di Firenze??? non esiste il problema perché per alcune cose esiste skype ( e la tecnologia) e per altre esiste la mia rete di eccezionali colleghi sparsi per tutta Italia.
Vuoi farmi un regalo? se il pezzo ti è stato utile e ti è interessato condividilo con chi vuoi e ripagami così dell’impegno che ci ho messo nello scriverlo.A presto!
A presto.
Cara collega ho scoperto per caso questa notizia della tua partecipazione come relatrice al Congresso. Allora è proprio destino che ci conosciamo. Immagino l'emozione … A presto e in bocca al lupo.
M. Meralda Sabatino