
Lui non sa che sto finalmente editando l’intervista che gli feci fra una chiacchiera e l’altra, e spero che non se abbia a male della sorpresa.
Attualmente è Educatore di interventi educativi domiciliari per minori a forte disagio sociale, Coordinatore di Micronido e dell’équipe Educativa della Cooperativa che ha costituito con sua moglie e la loro “socia equilibratrice” e Consulente Pedagogico. Blogger per passione dal 2012, coinvolto nell’amministrazione di una pagina Facebook che si occupa di Educazione e Pedagogia quasi per caso, collabora con un web-magazine per padri dal settembre 2013 ed ha pubblicato il suo primo romanzo “Padri Imperfetti” nell’ottobre 2013. Attivissimo partecipante e fondatore del progetto Snodi Pedagogici come me.
L’intervista

Intanto ti ringrazio per avermi definito “scrittore”: non so se lo sono perché ho sempre pensato che sono i lettori a trasformare uno che scrive in uno scrittore. Scrittore poi è – dicono – colui che si dedica alla scrittura: io sono un padre-educatore ed ho scritto il mio romanzo nei ritagli di tempo, rubando minuti alle domeniche, alle serate o alle vacanze. Senza mai smettere di essere un padre e un educatore. Non so se questo possa valere come un “abbinare l’esperienza di scrittore a quella di educatore e padre”.
Di sicuro la dimensione dell’apprendimento reciproco è uno dei fulcri della mia scrittura e della mia professione: scrivere signifiva oggettivare ciò che vivo in modo soggettivo come educatore. Una sorta di auto-supervisione. D’altra parte l’autobiografia è un dispositivo pedagogico molto riconosciuto…
2. Fra i ragazzi di Padri imperfetti qualcuno a sua volta sai se è diventato padre? Come sono le loro vite adesso?
Voglio raccontarti un piccolo aneddoto. Circa un secolo fa ho cominciato a lavorare in comunità per minori. Avevo 21 anni e i ragazzi ospiti della struttura avevano tra i 14 e i 19 anni. Appena più piccoli di me. Ma ricordo come se fosse oggi il giorno che sono ufficialmente diventato adulto ed è stato quando ho detto ad uno dei miei ragazzi la stessa frase che mia madre aveva rivolto a me pochi mesi prima. Non è uscita dalla mia bocca come imbarazzante tentativo di mostrarmi adulto davanti al mio interlocutore. Ho detto quella cosa perchè ci credevo e solo quando sono rimasto solo ho ragionato su quanto era accaduto. E lì ho realizzato che ognuno di noi è il frutto dell’educazione che ha ricevuto, o della rielaborazione personale dell’educazione ricevuta. In quel momento ho realizzato che ero adulto e che avrei voluto pormi come esempio criticabile di una scelta di vita. Lasciando la libertà all’altro di fare del mio esempio ciò che preferiva.
Dall’educatore al padre però il passo è stato tutt’altro che semplice: ho scoperto sulla mia pelle che essere genitore è molto più faticoso perché ci sono delle componenti emotive primordiali che vanno razionalizzate. Altrimenti la pancia ha la meglio sulla testa. E questa mancanza di equilibrio in educazione è sempre un rischio.
4. Hanno letto i tuoi ragazzi il tuo libro? con quali feedback…
Non so se qualcuno dei miei ragazzi ha letto il mio libro. Mi chiedono perché ho scritto un libro ed io non sempre riesco a rispondere.
Di sicuro più di una volta ho sentito la frase “Vorrei avere un padre come te!”. È stato difficile digerire una frase simile.
5. Cosa ne pensi di percorsi come la mediazione familiare per intervenire sull’incapacità di superare i conflitti?
La mediazio.e familiare è di sicuro una strada da percorrere perché nel mio lavoro mi accorgo ogni giorno di più che la comunicazione è complessa quando sei all’intero di un sistema poco funzionale. Un supporto esterno aiuta a vedere le cose in modo differente. E questo è un valore aggiunto. Ciò che mi preoccupa della mediazione familiare è il setting educativo, distante dalla realtà. Però non sono un esperto, quindi non mi permetto di esprimere un giudizio.
6. Padri imperfetti è un primo capitolo di una vasta riflessione sociologica, cosa ci dobbiamo aspettare per il futuro?
altro: il tempo dedicato alla scrittura nella mia vita è sempre molto poco e non so quando riuscirò a concretizzare il prossimo dei miei progetti editoriali.
So solo che l’autunno mi porta bene…
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INCURIOSITI? spero di sì….dove acquistarlo? scrivete all’autore e lui saprà come aiutarvi, magari inviandovi una copia autografata come quella che campeggia nel mio Studio…e che ora non posso fotografare perchè prestata a un papà che sta lavorando per diventare un meraviglioso Babbino!!!!
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A presto,
Vania Rigoni