Il tema lanciato a Luglio da Snodi Pedagogici è:
#PEDAGOGICALERT
“Quali sono le zone oscure dell’educazione?
Quali elementi ci sono nell’educazione e nella pedagogia che, se non vengono valutati, portano l ‘azione educativa ad essere “pericolosa” per chi educa e chi è educato?
Chi sono i cattivi maestri?
Oppure la Pedagogia può come disciplina, citando Marguerite Yourcenar, saper guardare nel buio con disobbedienza, ottimismo e avventatezza e scoprire strade inusitate?”
Buona lettura di questo articolo e dell’altro che ho il piacere di ospitare in questo mese…senza dimenticarvi un giro nei Blog dei miei colleghi di Snodi Pedagogici.
#PEDAGOGICALERT – Riflessioni su l’Antipedagogia
Quando ho deciso di iscrivermi all’università sono stata informata che non mi sarei potuta iscrivere alla facoltà di Pedagogia perché si sarebbe trasformata nella facoltà di Scienze dell’educazione e da quel momento in cui ancora molto dovevo conoscere e apprendere, ho fatto un lungo percorso, ma ancora vedo una lunga strada da percorrere per poter capire… comprendere perché quella che è stata definita la scienza dell’uomo abbia abdicato si sia lasciata soggiogare e sezionare.
Ecco questa è la pedagogia dell’oscuro, quella che può avvicinarsi alla definizione di Antipedagogia, a mio avviso, perché non si pone come una scienza ma come un artifizio, un’immagine riflessa e sbiadita di altre discipline e scienze.
La pedagogia, quella della luce, come vorrei e oserei chiamarla, perché ha illuminato tanta umanità, ed in piccolo anche me, è una scienza che si connatura e appartiene all’uomo stesso, suo stesso oggetto di indagine e di interesse in quanto unità educabile e contemporaneamente educativa.
Questa è la pedagogia della quale dobbiamo parlare e discutere, questa è la scienza che riguarda l’umanità intera, questa è il presente e il futuro dell’umanità stessa. Una scienza che si apre al mondo in divenire, con radici lontane che affondano nell’antica Grecia e che arriva a noi e alle nostre necessità nell’era digitale, in cui educazione e pensiero educativo sono in continua evoluzione e per questo necessitano di rinnovarsi e di riscoprirsi sempre più forti e sempre più presenti nella nostra società.
Una pedagogia che non ha paura di affermare, di conoscere l’uomo in quanto espressione di un unità unica e irripetibile, una pedagogia che non si nasconde e non si lascia relegare nell’ombra, ma che è disciplina principe e aperta alla collaborazione e al confronto, non più disposta a lasciare ad altro e ad altri il proprio posto nell’educazione dell’uomo.
Monica Maressi
Lei si descrive così: Pedagogista e Pedagogista Clinico ANPEC, Mediatore Familiare-Libera professionista dal 2008.
Aggiungerei solo che è una tosta collega con cui in quest’ultimo anno abbiamo costruito e buttato le fondamente per tanti bei progetti insieme. cit. VaniaR
Tutti i contributi verranno divulgati dai blogger di Snodi Pedagogici, condivisi e commentati sui diversi social e raccolti a questo link
I blog che partecipano
La Bottega della Pedagogista di Vania Rigoni (con le autrici Federica Ciccanti e
Monica Maressi)
In Dialogo di Elisa Benzi
Bivio Pedagogico di Christian Sarno
Labirinti Pedagogici di Alessandro Curti
Tra Fantasia Pensiero Azione di Monica D’Alessandro Pozzi
Il Piccolo Doge di Sylvia Baldessari
Ponti e Derive di Monica Cristina Massola
Nessi Pedagogici di Manuerla Fedeli
E di Educazione di Anna Gatti
I blogging day fanno parte di un progetto culturale organizzato e promosso da Snodi Pedagogici.
Questo avrà termine con l’estate e
sfocerà in un’antologia dei contributi che verrà pubblicata sotto forma di ebook, il cui ricavato
andrà in beneficenza alla
Locanda dei Girasoli
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