Lavorare con l’Autismo-impressioni a caldo dal Convegno FI-2014
NON si finisce MAI di imparare per essere bravi specialisti! Ti racconto una delle mie formazioni, un convegno per approfondire la diagnosi e l’intervento precoci con bambini con diagnosi di autismo.
Perché tu genitore so che vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime novità per aiutare tuo figlio…
Ho partecipato al Convegno “Metodi di Cura dei sintomi dell’Autismo in età evolutiva” organizzato dal Centro Colibrì di Firenze sperando di raccogliere news utili dalla ricerca clinica attuale nel campo dello spettro autistico.
La prof. Sindelar (ed io che l’ascolto)
Sono stata lieta di aver trovato fra i relatori alcuni membri dell’ASL 10 di Firenze (la conosciuta da molti dott. Bigozzi e il team interdisciplinare della dott. Turchi per le valutazioni precoci dei bambini segnalati con possibile ASD) che hanno portato la loro esperienza con le famiglie.
Altro intervento interessante quello della dott. Ricci (docente di psicomotricità funzionale) volto a sottolineare l’importanza del lavoro sul movimento e sulla disponibilità corporea sopratutto con questi bambini il cui corpo spesso non è utilizzato se non in modi parziali e disorganizzati.
Più di tutto mi ha colpito la relazione della prof.ssa Maria Teresa Sindelar che ha introdotto il metodo DIR-Floortime portando dati di ricerche cliniche che ha effettuato o cui ha partecipato negli Stati Uniti spiegando quanto i modelli comportamentisti sono oggi superati là dove sono nati in funzione di approcci relazionali. Alcuni punti forti del suo intervento li posso racchiudere con queste frasi tratte direttamente dalle sue parole: “aiutare le famiglie”,
“essere precoci attraverso un’osservazione mirata”,
“favorire l’intezionalità”
e sopratutto “aiutare il bambino a rompere l’isolamento e comunicare”
Aspetti da sottolineare in positivo:
Sia il pubblico che il privato concordano sulla necessità di un interventoprecoce, perchè di Autismo non si guarisce ma si può aiutare i bambini (e le famiglie) ad avere una qualità di vita buona abbassando notevolmente gli effetti che ha la sindrome lavorando intensamente e multidisciplinariamente.
Questo implica, come dico sempre anche io, che i genitori vengano accolti per primi, compresi nel loro disagio derivato dalla paura di questa malattia (di cui tanto si legge sul web, ma che ancora non è ben chiara) che ha tante implicazione negative nella costruzione di una buona relazione con il mondo esterno delle persone coinvolte.
L’altro aspetto importante è il “tatto” e la “professionalità” con cui ci avviciniamo nell’osservazione, la cura che dobbiamo mettere per non tralasciare nulla.
Lo sappiamo, oggi grazie alle scoperte legate ai neuroni specchio, le neuroscienze ci insegnano che possiamo “allenare” le cellule ed in qualche modo superare certe difficoltà (certo più sono piccoli maggiori sono i risultati). Dai 7 mesi possiamo già osservare se lo sviluppo psicomotorio è alterato, la Sindelar riportava studi per cui a 1anno e 7 mesi si potrebbe già fare una diagnosi di autismo che però non deve pesare come una condanna bensì come la “grande possibilità” che si regala a quella famiglia e bimbo di lavorare energicamente con interventi mirati a sviluppare capacità e potenzialità che altrimenti resterebbero compromesse.
L’aspetto più negativo dell’evento è vedere come il servizio pubblico sia deficitario di due figure specialistiche, la pedagogista e la psicomotricista.
Come ho detto anche ai presenti quel giorno, è stato bello ascoltare il lavoro del team multidisciplinare della ASL10 che però è deficitario di due importanti figure (il pedagogista e lo psicomotricista ), perchè un’educatore professionale e una logopedista si occupano di un settore, manca lo specialista del movimento e lo stratega dell’educazione, tra l’altro due figure private che sempre più spesso sono gli invianti al servizio pubblico perchè dalla loro osservazione emergono tratti nascosti che è meglio approfondire.
Il disturbo definito Autismo ha aspetti di comorbilità che spesso intralciano la sua diagnosi (che non può fare la scuola, nè un pedagogista, tantomeno uno psicologo è di unica competenza di un neurospichiatra specializzato) ma come diceva la Sindelar questo non deve essere un ostacolo perchè se ne nostro lavoro siamo diventati dei fini osservatori, potremmo non aver colto la presenza del disturbo (parlo dei piccolissimi) ma saremmo andati a operare sulle competenze sociali e psicomotorie che tanto saranno compromesse e che sono alla base del linguaggio e della flessibilità cognitiva.
Ricordiamoci che siamo come degli abili sarti
che stanno preparando un vestito preciso per quel bambino lì.
Concludo con un bilancio positivo, tante cose le conoscevo, ma è sempre stimolante riascoltarle sopratutto dalla grande persona della dott.ssa M.T.Sindelar che in Italia lavora e forma operatori tramite l’Ass.DIRIT.