#educazionEamore Educare senza amore è impossibile

Maggio
     il tema lanciato da Snodi Pedagogici è    #educazionEamore

“L’educazione all’amore come dimensione particolare dell’incontro (umano e tra esseri viventi), alla sessualità, all’affettività, alla passione, intesa non solo come eros ma più etimologicamente come provare un forte “sentire” per qualcosa o qualcuno.

Come educare e come educarsi all’amore, in tutte le sue sfaccettature…”

Buona lettura a tutti!

 #educazionEamore   Educare senza amore è impossibile di Carlo Callegaro

Ritengo che sia impossibile educare senza amore. L’educazione priva di amore diviene coercizione, violenza, ammaestramento. Non si può pensare al concetto di educazione senza abbinarlo a quello di cambiamento, se non c’è un cambiamento non possiamo parlare di educazione. E’ vero però che non tutti i cambiamenti sono educazione, possono essere frutto di una coercizione, di una violenza o di un ammaestramento. 
Non basta scrivere sulla porta d’ingresso di un palazzo la parola “scuola” per assicurarsi che all’interno si stiano realizzando dei veri atti educativi. Si perché l’educazione è un atto, è una pratica, è un’esperienza; totalizzante, integrale.
Non basta inserire all’interno di questo palazzo persone con lauree e specializzazioni in educazione, bisogna assicurarsi che ogni momento, ogni atto, ogni parola che esce dalla bocca di quelle persone sia pervaso dall’amore per certificare che lì si sta compiendo l’azione più nobile dell’essere umano: l’educazione.
Si perché l’educazione è l’atto più nobile che un essere umano può compiere nei confronti di un altro essere umano. Non parlo di trasmissione di conoscenza, parlo di educazione, della nobile arte di sostenere e alimentare la crescita di una persona. Ricordati dell’iscrizione a Delfi: “conosci te stesso”, tutto il resto viene da se. Ma come possiamo conoscerci se non attraverso l’altro, che ci rimanda l’immagine di noi. Come possiamo compiere questa missione se non grazie ad un altro essere umano, che pieno di amore nei nostri confronti ci aiuta ad integrare, giorno dopo giorno, parti sconosciute di noi; che a volte non ci piacciono, rifiutiamo. 
Per troppi anni tutti noi educatori abbiamo sbagliato oggetto d’amore. Come ubriachi, che con la chiave in mano cercano la serratura della porta di casa dove non c’è, perché la loro vista è offuscata dall’alcool, abbiamo pensato che bisognava amare la conoscenza, la cultura. Mannaggia a Giovanni Gentile! Ma la cultura che cos’è senza le persone?
Può una madre educare i propri figli senza amore? Può un padre educare i propri figli senza amore? La risposta è no. La successiva domanda è: “può un figlio lasciarsi educare senza amore?” 
Si perché educazione è anche libertà. Senza lo spazio della libertà l’educazione di nuovo decade in coercizione e violenza. Ogni essere umano deve liberamente scegliere di crescere, di inserirsi nell’atto educativo. L’educazione è abbandono nelle braccia dell’altro, per questo bisogna “innamorarsi” dell’educatore.  

Perché bisogna “innamorarsi” dell’educatore? 

Perché è grazie alla forza dell’amore che il cervello riceve uno shock così forte che rompe tutti i vecchi schemi e permette al nuovo di entrare. Se non si fa spazio al nuovo grazie alla distruzione del vecchio nulla potrà cambiare veramente. Al contempo non ci si può veramente innamorare di chi non ci ama. Senza reciprocità l’amore è destinato a spegnersi nell’arco di un battito di ali di farfalla. Perché senza amore non potrà mai esserci amore. 
Ecco qual’è il criterio con cui misurare tutti quei contesti che si dichiarano educativi, ma che spesso non lo sono. Se manca l’amore non c’è educazione. I ragazzi si devono innamorare dei loro insegnanti, solo così si possono consegnare nello loro braccia salde e crescere. Gli insegnanti devono amare i loro allievi e così facendo li accompagnano e leniscono le normali ferite date dai tanti fallimenti che ogni novizio incontra all’inizio del suo percorso. Senza errore non c’è educazione, altrimenti significherebbe che la persona ha già acquisito quella competenza. 
“Ha appena preso in mano la penna, lasciagli il tempo di sporcarsi d’inchiostro” recita un detto popolare romano. Non si può imparare a scrivere senza sporcarsi d’inchiostro, senza dimenticarsi apostrofi, doppie e altro. L’amore del maestro lenisce la ferita del fallimento dell’allievo, e sostiene la sua crescita. Se veramente gli insegnanti amassero i loro allievi, allora non avremmo situazioni scabrose che riempiono il giornale. Chi abusa dei propri allievi non li ama veramente ama solo se stesso.
Abbiamo il coraggio di iniziare a misurare gli educatori sulla loro capacità di amare? Oggi i genitori cercano scuole dove gli insegnanti siano ben preparati, abbiamo compiuto studi in università prestigiose, come se questa fosse l’unica garanzia di una buona scuola. Mannaggia a Giovanni Gentile e due!
Sogno un giorno in cui, al parco giochi, un genitore chiede ad un altro, mentre i loro figli giocano: “Ma secondo te il maestro dei nostri figli li ama?” E sogno un giorno in cui il dirigente scolastico compila una pagella per ognuno degli insegnanti che coordina. In questa pagella vicino al nome ci sono dei cuori: cinque cuori uguale bravissimo, si merita uno stipendio doppio. Quattro cuori bravo un bell’aumento, tre cuori bene avanti così. Due cuori parliamone, fatti aiutare. Un cuore, torna a casa non ce ne facciamo nulla di gente come te a scuola.

Carlo Callegaro, pedagogista clinico, da vent’anni si occupa di educazione, come insegnante, educatore nell’ambito dei minori in stato di disagio e ora come libero professionista. Eterno sognatore, crede ancora che la società cambierà grazie all’educazione. Vi preghiamo di non distoglierlo dai suoi sogni, potrebbe non sopravvivere.

Chi voless
e seguirlo nei suoi sogni lo trova su www.genitoriok.it, oppure sulle pagine di google+

 
Tutti i contributi verranno divulgati dai blogger di Snodi Pedagogici, condivisi e commentati sui diversi social (FB, Twitter, G+ e Linkedin) e raccolti sul sito in questo link

I blog che partecipano:
La Bottega della pedagogista – Strada facendo
Il Piccolo Doge – Affidando se
IN dialogo – Disagio, disabilità e affettività
Labirinti Pedagogici – Il nuovo ruolo dei padri
Tra fantasia pensiero ed azione – Educazione e amore nella rete
E di Educazione – Amare l’incontro per incontrare l’amore
Nessi Pedagogici – Parole d’amore
Ponti e Derive – Si può veramente educare all’amore
Ponti e Derive – A mille ce n’è
Bivio Pedagogico – Educazione e Amore
La Bottega della pedagogista – Educare senza amore


I blogging day fanno parte di un progetto culturale organizzato e promosso da Snodi Pedagogici.

Questo avrà termine con l’estate e sfocerà in un’antologia dei contributi che verrà pubblicata sotto forma di e-book.

Un pensiero riguardo “#educazionEamore Educare senza amore è impossibile

  1. Ospitare te è stato un onore gigante. Se penso che la prima volta che ti ho visto è stato su YouTube ed eri uno “ganzo” che parlava di pedagogia in TV con la Federica. Quanta acqua sotto i ponti…poi in Tv ci sono andata anche io, grazie anche all' “amore che ho per l'educazione” !E poi vi ho conosciuto e stimato ancor di più. Grazie Carlo di questa lettura precisa e graffiante di come senza amore non si vada da nessuna parte.

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